Rispondi a: Cosa posso fare?
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<p style=”text-align: center;”>Sono dipendente sanitario statale , assunta a tempo indeterminato dal 2011. Sono stata a casa in maternità per la nascita del mio secondo figlio e a maggio(mesi prima che rientrassi in servizio) ho presentato richiesta di oart time 75 per poter gestire al meglio i bambini (sono pendolare e impiego circa 3 ore di viaggio, se tutto va bene, al giorno). A luglio ho ricevuto risposta negativa in cui mi viene detto che c’è carenza di personale e riprovare a richiedere più avanti. 10 giorni prima del mio rientro, via mail mi viene comunicato che sono stata assegnata in un altro reparto, reparto in cui il 50 per cento degli operatori è part time a tempo indeterminato (quindi addio speranza di poterlo ottenere più avanti) e dove difficilmente riuscirei ad uscire al mio orario per la grande mole di lavoro che contraddistingue quel reparto. Mi attivo a cercare uno scambio compensativo con un dipendente di un ospedale vicino casa in modo da poter fare un tempo pieno abbattendo le 3 ore e più di viaggio giornaliero, il mio colloquio nella struttura desiderata va benissimo, quello sostenuto dall’altro operatore nella mia dura meno di 5 minuti e la risposta è stata un no a prescindere, perché “tu resti qui”. Hanno detto che il no è dovuto al fatto che l’altro operatore ha 15 anni più di me e vogliono un giovane e che il fatto che io sia un D1 e lui un D6 non va bene (ma io sapevo che conta essere entrambi D e che il profilo economico non conta). Sto attendendo la risposta ufficiale del rifiuto, sto male, sono scoraggiata e non so più cosa fare. Quali sono i miei diritti?</p>