Licenziamento per giustificato motivo oggettivo – liquidazione società
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Taggato: dimissioni, Licenziamento e riassunzione, naspi
- Questo topic ha 18 risposte, 7 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 3 anni, 4 mesi fa da Sindacato-Networkers.it.
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8 Giugno 2021 alle 15:02 #10368
Salve,
vorrei fare una domanda, se possibile: ho un contratto a tempo indeterminato, settore metalmeccanico, da gennaio 2019. Al momento, causa mancanza di commesse, mi trovo a casa da qualche giorno in ferie, poi con ogni probabilità in cassa integrazione (ancora tutto da stabilire).
Mi chiedevo se, in presenza di contratto, la mancanza di lavoro sia una buona causa di licenziamento da parte dell’ azienda. E’ possibile o, vista l’esistenza della cassa, le “giuste cause” sono altre?
Ringrazio anticipatamente e, in attesa di risposta, porgo distinti saluti.
Marilena
- Questa risposta è stata modificata 3 anni, 4 mesi fa da MarylinP82.
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10 Giugno 2021 alle 11:32 #10370
Buongiorno,
premesso che bisogna capire cosa succederà con il blocco dei licenziamenti e la gestione della cassa integrazione sia a livello politico, sia a livello aziendale, i motivi possono essere trovati – così come indicato da circolare ministeriale n. 3 del 16 gennaio 2013 – tra questi di seguito:
- Ristrutturazione dei reparti
- Soppressione del posto di lavoro
- Impossibilità della ricollocazione, anche all’interno del “gruppo di imprese”
- Licenziamento del lavoratore a tempo indeterminato in edilizia, anche per chiusura del cantiere
- Riassetto organizzativo finalizzato ad una migliore gestione economica dell’impresa
- Informatizzazione dei servizi che rendano necessaria una modifica dell’organizzazione delle prestazioni
- Cessazione dell’attività produttiva
- Terziarizzazione o esternalizzazione di attività
- Chiusure di reparti o filiali
- Inadempimento del dipendente a lui non imputabile, come, ad esempio, la sopravvenuta inidoneità fisica alle mansioni
- Provvedimenti di natura amministrativa che incidono sul rapporto di lavoro: ritiro del porto d’armi con riferimento ad una guardia giurata, ritiro della patente di guida nell’ipotesi di un autista.
Le consiglio comunque di sentire pure i colleghi della UILM (la categoria sindacale della Uil che segue i metalmeccanici) per avere assistenza vertenziale e legale più mirata.
Cordialità,
Mario
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6 Ottobre 2017 alle 08:59 #6092
Buongiorno
A breve per problemi personali (economici) sarò costretto a licenziarmi,dopo’ verrò riassunto sempre dalla stessa ditta,vorrei sapere quanto tempo deve trascorrere da un possibile licenziamento a una riassunzione nella stessa ditta
Grazie
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9 Ottobre 2017 alle 14:39 #6095
Buongiorno Rude87,
non dovrebbero esserci vincoli ma consideri che qualora l’azienda non dovesse riassumerla, non usufruirebbe della Naspi.
Cordialmente,
Mario
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9 Ottobre 2017 alle 20:38 #6099
A ok perché mi dissero che minimo dovevo aspettare un mese prima di essere riassunto..
<div id=”yMail_cursorElementTracker_1507575939814″>No comunque sono tranquillo perché il presidente è un amico di famiglia</div>-
10 Ottobre 2017 alle 12:00 #6103
Nel caso di licenziamento di un lavoratore da parte del datore di lavoro, in effetti, esistono diverse tempistiche.
Tuttavia, se dobbiamo dirla tutta, non pare una pratica molto trasparente. Per quale motivo e con quali vantaggi dal punto di vista del lavoratore si dovrebbe licenziare per farsi riassumere poco dopo?
Saluti,
Mario
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10 Ottobre 2017 alle 12:38 #6104
No sarei io a licenziarmi e poi verrei riassunto.le spiego,purtroppo ho parecchi debiti,una cessione del quinto una delega e un pignoramento del quinto in tutto 800 euro,tutto questo ancora per 10 anni,tra prestiti affitto spese bollette etc rimango con 20 euro in tasca tutti i mesi,ed è davvero dura andare avanti.
L’unico modo è usufruire del mio tfr per andare a coprire parte di questi debiti,in questo modo da 800 euro andrei a pagarne 500 e da 10 anni a 2 anni e mezzo..
Però l’unico modo è licenziarmi perché licenziandomi il tfr andrebbe a coprire parte della cessione e la delega quindi sistemerei gran parte dei miei problemi
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29 Settembre 2017 alle 11:57 #6085
Buongiorno, vorrei chiedere una informazione, ho firmato un contratto di lavoro con un agenzia interinale per lavorare in una azienda metalmeccanica dal 27/07/2017 al 04/08/2017. Il primo giorno lavorativo ho fatto 9 ore di lavoro, purtroppo ho riscontrato un problema alla schiena x colpa del lavoro pesante che mi hanno assegnato senza alcun aiuto (alzare 70kg di lamiera da solo) e aggiungo senza scarpe antinfortunistiche. Ho dovuto la carta della malattia dal 28 luglio al 4 agosto. Il problema e che mi hanno pagato il primo giorno di lavoro e il giorno successivo di malattia mentre i 4 GG di agosto mi hanno pagato 19€.. X legge ho diritto alla retribuzione dei 4 GG di malattia di agosto o no?
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29 Settembre 2017 alle 15:18 #6088
Buongiorno Dennys,
secondo il ccnl metalmeccanici, per gli operai l’indennità di malattia è a carico totale dell’azienda dal 1° al 3° giorno, mentre dal 4° al 20° giorno è diviso al 50% tra azienda e INPS.
Quindi, provi a farlo presente all’azienda. Se dovesse avere problemi nel farsi riconoscere le somme dovute, le consiglio di rivolgersi alla UILM della città dove lavora.
Cordialmente,
Mario
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28 Settembre 2017 alle 11:03 #6080
Salve Michela,
non ho capito se nel percorso da lei descritto, erano presenti rappresentanti delle OO.SS. del suo territorio, qualora non fossero stati coinvolti dovrebbe assolutamente rimediare a quello che secondo me è un errore. Allo stato delle cose credo che, bisogna farsi rappresentare da un legale che in tribunale evidenzi tutti i crediti che i lavoratori hanno maturato durante tutto il rapporto di lavoro per cui, paga mensile, 13/14, ferie e Rol ed anche le competenze di fine rapporto (T.F.R.). Noi siamo della Uiltucs, la ns. organizzazione può mettere a disposizione sia legale che competenze per poter seguire una vertenza così delicata.
A Palermo ci può contattare al seguente indirizzo:
Uiltucs Palermo, Via Albanese Enrico, 19
Tel.: 091 6110267/091323445
Li contatti per eventuale appuntamento, saluti
Gioia
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29 Settembre 2017 alle 06:09 #6084
Buongiorno grazie per la gentile risposta. Non sono presenti rappresentanze sindacali perché in passato dopo un iscrizione al sindacato siamo stati soggetti (me medesima inclusa) a pressioni tali da portarci alla cancellazione dalle stesse. i miei colleghi ancora adesso hanno paura di perdere il posto di lavoro solo appena si parla di sindacato….lei crede che io da sola possa iscrivermi al sindacato? o è necessaria un iscrizione di gruppo?
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29 Settembre 2017 alle 13:36 #6086
Buongiorno Michela75,
può iscriversi anche da sola e farsi rappresentare dal sindacato.
Se riuscisse a coinvolgere anche altre 2-3 persone, potrebbe fare il rappresentante sindacale aziendale.
Inoltre, secondo quanto a scritto in merito alle pressioni aziendali sulla passata iscrizione al sindacato, qualora si dovessero ripresentare e lei fosse iscritta alla nostra organizzazione, il sindacato può denunciare l’azienda per condotta antisindacale ai sensi dello Statuto dei lavoratori.
Quindi, l’iscrizione al sindacato, è sicuramente vantaggiosa.
Come suggerito dalla mia collega, provi a contattare i nostri colleghi della UILTuCS Palermo. Fare una chiacchierata non costa nulla.
Cordialmente,
Mario
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28 Settembre 2017 alle 05:58 #6079
Buongiorno, no trovo una sezione adatta al mio quesito per tale ragione pongo la mia domanda in questa sezione che mi sembra essere la più vicina al mio dilemma. Vi prego di scusarmi per il mio eventuale errore.
Sono stata assunta 14 anni fa in una supermercato di palermo con la qualifica di cassiera. 5 anni fa circa il titolare è deceduto e contestualmente i negozi ( prima 5 in tutto ora solo 3 ) sono passati sotto amministrazione del tribunale di palermo ( il proprietario ed ora gli eredi sono indagati per collussione con la mafia). Negli anni nonostante l’amministrazione giudiziale le cose nei negozi sono andate male due negozi sono stati chiusi 9 dipendenti sono stati licenziati e 4 messi part time, congelamento della quattordicesima ( anche se in busta paga risulta calcolata l’importo accreditato a luglio era ridotto della quattordicesima con la promessa di darceli quando i negozi miglioreranno). ora l’ultima manovra è stato quello di accorpare gli ultimi negozi rimasti in un unica Srl. La mia domanda è in caso di fallimento di quest’unica società rischiamo di perdere la 14 congelata? ed il TFR? inoltre il tribunale ci ha avvisato che ci sono altre 8 ordinanze di licenziamento pronte. Queste verranno poste in atto sempre con il principio dell’ultimo assunto.
Grazie per la cortese attenzione
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23 Maggio 2017 alle 15:11 #5728
Grazie mille, Mario.
Il contratto di lavoro è precedente all’entrata in vigore del Jobs Act, ossia risale al 2012. Non so che tipo di tutele esistono in questi casi.
Visto che tutto lascia presagire una continuazione delle attività della società e, pur non avendo nessun tipo di motivazione al reintegro in forza ad una società che ha utilizzato questo stratagemma per mettere a casa il personale (peraltro in maniera mirata), sarei deciso a far valere i miei diritti.
La città dove vivo è Pisa.
Grazie ancora.
Manuele
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23 Maggio 2017 alle 15:32 #5729
Qui trova i contatti della Uilm Toscana: http://www.uilm.it/contatti.php?id_regione=16
Cordialità,
Mario
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23 Maggio 2017 alle 14:42 #5727
Buongiorno Enigma.manu,
grazie per averci contattato, innanzitutto.
L’articolo 3 della legge 604 del 1966 prevede il licenziamento per le ragioni che ha scritto lei. Tuttavia, bisogna capire quando lei è stato assunto (se prima o dopo il 7 marzo 2015, cioè l’entrata in vigore del Jobs Act) per valutare le tutele che ha a disposizione.
Secondo l’Unione Europea, un’amministrazione pubblica può escludere le società in fallimento e/o liquidazione dagli appalti. Ecco un link per saperne di più: http://europa.eu/youreurope/business/public-tenders/rules-procedures/index_it.htm
Vista la complessità della situazione, credo comunque sia opportuno recarsi in un ufficio vertenza sindacale della sua categoria dei metalmeccanici.
Se mi scrive la città dove lavora, le indico un ufficio della UILM più vicino a lei.
Cordialità,
Mario
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22 Maggio 2017 alle 16:59 #5721
Buonasera,
in data 31/03/2017 sono stato licenziato dalla società per cui lavoravo e per quale avevo un contratto a tempo indeterminato con inquadramento del 5° Livello del CCNL dei Metalmeccanici.
Nella lettera che ho ricevuto (nei termini di due mesi prima come prescrive il preavviso) e per la quale ero pienamente edotto, si legge che “la Società a causa della contrazione dell’attività e del conseguente calo delle entrate previste, intende procedere al licenziamento di tutto il personale”.
Si legge inoltre che “si vede costretta a cessare tutte le attività con messa in Liquidazione della Società stessa con la conseguente soppressione di tutti i posti di lavoro”.
Ad oggi invece, sono stati licenziati tutti i dipendenti tranne che una dipendente che si trova in congedo parentale (a seguito di maternità) fino a Giugno. Inoltre le attività della società non sono affatto cessate (la Società risulta tra i partner di una proposta sottomessa alla Commissione Europea che ha superato un primo step di valutazione e che quindi dovrà provvedere a Settembre prossimo alla sottomissione della seconda parte della proposta con un budget di circa 245 mila euro). Dalla visura camerale, hanno solo cambiato la sede legale e operativa della società e non è in corso nessun processo di liquidazione.
Vorrei porre due domande:
1) stante la situazione sopra descritta, che possibilità ci sono per il personale dipendente di impugnare il licenziamento visto che le cause che lo hanno prodotto sono del tutto prive di fondamento (in termini di tempi e possibilità concrete)?
2) è possibile per una società che si dice prossima alla Liquidazione (e lo scrive nelle lettere nelle quali licenzia il personale), continuare a partecipare a opportunità di finanziamento comunitarie o comunque a bandi?
Ringrazio per quello che potrete rispondermi.
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