Buonasera, lavoro in un azienda da 2007 con contratto a tempo indeterminato, settore gomma e plastica. L’ azienda due anni fa ha assunto tanti ragazzi giovani con contratto di formazione nel mio reparto, cosa che ci ha lasciato stupite me e le mie colleghe, perché tutti uomini, e nel mio reparto abbiamo un 50 per cento rappresentato da uomini e un 50 da donne. L’ anno scorso, con la causale di crisi aziendale con tanto di esuberi, è stato aperto un contratto di solidarietà per tutto il reparto, e sul verbale firmato anche dai sindacati, sono stati inseriti i nomi di tutti i dipendenti, sia uomini che donne, e per gli apprendisti è stato aperto un contratto di cassa integrazione. Morale della favola, dal primo giorno le uniche persone messe in solidarietà e lasciate a casa è stato il personale femminile, gli uomini nemmeno un ora di solidarietà,e gli apprendisti lavoravano al posto nostro, tranne il primo mese che sono stati messi in cassa integrazione, proprio per non dare fumo negli occhi, solo il primo mese poi mai più. Potete immaginare il danno economico per persone con carichi familiari anche pesanti, e vedere ragazzini lavorare tutti i giorni. Volevo sapere se può configurarsi una situazione di mobbing aziendale e discriminazione verso il personale femminile, alla luce di un termine del contratto di solidarietà e dei licenziamenti che sicuramente ci saranno.