40 anni, vive a San Benedetto del Tronto (AP). Perito industriale informatico con qualche anno di Università di Scienza dell’Informazione a Bologna ma non finita perchè si è voluto buttare subito nel lavoro ed in trincea. Software Developer C#, .NET, Java, Php, Python, WordPress. SysAdmin Windows, SysAdmin Linux e WebDeveloper. I suoi hobby e passioni: l’informatica dalla nascita, il cinema, il mare e le immersioni e la sua Associazione Culturale I Care
L’ultimo social post?
Su Facebook adesso…Buongiorno vi aspetto tutti domani pomeriggio a questo interessantissimo appuntamento sulle prospettive del software libero.
L’ultimo video che hai visto su Youtube?
La mia presentazione di WordPress al LinuxDay di Fermo.
Mac, Windows o Linux?
Linux e Windows.
L’ultimo acquisto online?
Lo smartphone Android Google Nexus S.
Un libro che ha segnato la tua vita?
“Lettera ad una professoressa” della Scuola di Barbiana di Don Milani.
Quale è stato il progetto lavorativo che più ti ha segnato?
Quello attuale City 2.0 che stiamo facendo insieme al gruppo della nostra associazione I Care e che è una piattaforma web per renderci protagonisti delle nostre città tramite spontanee segnalazioni, alimentando lo spirito civile e partecipativo dei cittadini.
Quando hai deciso di diventare sistemista?
Sono nato Sistemista e Sviluppatore già all’eta di 10 anni quando ho iniziato col mio Commodore 128.
Nella tua carriera, ha contato più lo studio (da autodidatta o scolastico-professionale) o l’esperienza pratica?
Sicuramente nel mio lavoro e nella mia carriera ventennale ha contato di più l’esperienza pratica professionale subito dopo lo studio da autodidatta.
Il primo colloquio non si scorda mai: hai qualche curiosità da raccontare?
Ne ho fatti centinaia in tutta Italia di colloqui, ma forse quello più divertente è stata quella volta che sono rimasto sconvolto perchè mi chiesero come si chiamavano tutti i componenti della mia famiglia e cosa facevano nella vita. Più che un colloquio mi è sembrato un 3° grado e quindi dopo 5 minuti mi sono alzato e me ne sono andato.
Hai avuto durante la tua carriera professionale un incontro particolare?
Non un incontro particolare ma tanti incontri avuti con tantissimi professionisti del settore incontrati in decine di convegni in tutta Italia.
E un’intuizione vincente?
Nel mio lavoro di sistemista ma sopratutto sviluppatore bisogna avere ogni giorno intuizioni vincenti per risolvere velocemente e brillantemente il problema del cliente.
Cosa consigli ai giovani che vogliono diventare Networkers come te?
Che apprese le basi teoriche mettersi subito sotto a sperimentare e provare senza stancarsi mai, perchè il nostro lavoro è sopratutto pratica sul campo. Mettersi in rete con altri professionisti e lavorare concretamente a dei progetti che possano farti crescere nell’esperienza e nella pratica.
Internet ha cambiato il mondo del lavoro in Italia. Come?
Nel mio come in altri settori ha portato una rivoluzione, basta dire ad esempio che quando ho iniziato 20 anni fa non esisteva internet e come documentazione avevamo manuali grandi come mattoni e adesso basta solo Google e le librerie si sono svuotate 🙂 Infine mi permette di lavorare in qualunque parte del mondo basta avere il mio portatile ed una connessione internet.
Serve un sindacato dei Networkers? Se sì, come te lo immagini?
Secondo me non serve un sindacato inteso come concetto del vecchio mondo. Serve una rappresentanza di interessi comuni, ma che abbia la forma di una rete: niente delega di potere ma solo rappresentanza, le decisioni possono e devono essere prese attraverso meccanismi di democrazia diretta che la rete rende possibili ed efficaci per gruppi omogenei (cioè accomunati da interessi/caratteristiche comuni).
Descrivi la tua professione in modo chiaro e diretto in modo che anche mia nonna possa capirla.
Un sistemista è un tecnico che si occupa della manutenzione (ma anche della progettazione e dell’aggiornamento) di sistemi informatici. Il ruolo del sistemista è quello di gestire il buon governo dell’hardware e del software affinché essi funzionino in modo corretto, ovvero, affinché l’insieme dei servizi di un sistema informativo possa essere erogato nella maniera più efficiente possibile.
L’organizzazione ‘classica’ del lavoro (orari rigidi e cartellino da timbrare) ha senso per un networker?
Tendenzialmente no ma dipende dal tipo di lavoro e dall’azienda. In Italia in cui siamo molto indietro e molto provinciali sopratutto nella mia zona nelle Marche ancora c’è il concetto dell’orario tipo cartellino per un dipendente. Invece per i lavori a progetto, naturalmente io me li gestisco come voglio rispettando la data di consegna.
Quanti sono i tuoi amici sui socialnetwork, quanti di questi conosci davvero e quanti frequenti anche “off-line”?
I miei veri amici sui social network sono pochi cioè solo quelli con un minimo di passione per l’informatica.
Prima di incontrare qualcuno che non conosci fai una ricerca su Google?
Se è un incontro di lavoro SI se è invece un incontro privato in genere NO magari lo cerco su facebook o google+ per curiosità.