Ict in stallo: poche competenze o mancanza di vision?

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BOLOGNA – La mancanza di competenze, il cosiddetto skill shortage, nel settore ICT è davvero un’emergenza per il nostro Paese o il problema risiede piuttosto in un’endemica incapacità di valorizzare le risorse disponibili con una vision di lungo periodo? 

L’Italia, anche riconoscendo il ruolo strategico dell’ict, è adeguatamente preparata a gareggiare con le economie emergenti?

Sono alcune delle domande che verranno affrontate al convegno  “Il ruolo del capitale umano nel settore ICT”  in programma oggi a villa Griffone di Pontecchio Marconi (Bo) (ore 10).

Un convegno organizzato dalla Fondazione Ugo Bordoni, Istituzione di Alta Cultura e Ricerca e da Cotec, Fondazione per l’Innovazione Tecnologica.

L’appuntamento sarà l’occasione per fare il punto sul rapporto tra ricerca e innovazione e sulle dimensioni reali dello skill shortage e, soprattutto, per individuare possibili strategie, che coinvolgano istituzioni e privati, volte a rilanciare il settore industriale italiano, partendo proprio dall’ICT.

LO SKILL SHORTAGE –  Fino a che punto lo skill shortage, la mancanza di competenze, e’ un problema per il Paese? Una ricerca che verra’ presentata domani al convegno ridimensiona notevolmente il problema evidenziando piuttosto come criticità  principale la scarsissima propensione all’innovazione delle nostre imprese e la frammentazione del settore della Ricerca, fortemente sottovalutato dai decisori politici.

I problemi insomma non sarebbero principalmente nella formazione o nelle competenze dei talenti ICT, ma piuttosto in una sorta di inadeguatezza culturale del nostro Paese, in una mancanza di ‘vision’ strategica.

‘’Investire in ricerca è una questione di politica economica e strategia industriale” commenta Mario Frullone, direttore delle Ricerche della Fondazione Ugo Bordoni- in Italia c’e’ urgente bisogno di cogliere le opportunita’ di crescita rappresentate dall’attuazione di una strategia digitale, e tale strategia può concretizzarsi solo investendo nella ricerca, principale spinta all’innovazione”.