Lavoro: è operativa la legge sulla regolamentazione delle professioni

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MILANO – Buone nuove per i professionisti del settore ICT. La Camera dei deputati ha infatti approvato il ddl per la regolamentazione delle professioni non organizzate in ordini o collegi.

Si tratta delle cosiddette professioni non regolamentate o “non protette”, diffuse in particolare nel settore dei servizi, che non richiedono alcuna iscrizione ad un ordine o ad collegio professionale per poter essere esercitate.

Tra queste rientrano molte professioni ICT: webmaster, consulenti informatici, project manager, operatori dati, per fare qualche esempio.

L’Italia cerca di stare al passo coi tempi, anche sotto gli stimoli provenienti dall’Unione Europea. Sono state disciplinate circa 150 attività coinvolgendo più di tre milioni di persone . La nuova legge dà la possibilità a questi professionisti di costituirsi in associazioni professionali, con il fine di valorizzare le competenze degli associati, diffondere tra essi il rispetto di regole deontologiche e favorire allo stesso tempo la scelta e la tutela degli utenti nel rispetto delle regole sulla concorrenza.

Le associazioni possono rilasciare ai propri soci degli attestati,-non vincolanti- sui requisiti e gli standard qualitativi richiesti. Il certificato di conformità si può richiedere anche come singolo professionista non iscritto ad alcuna associazione agli organismi di certificazione accreditati dall’organismo unico nazionale di accreditamento (Accredia).

La legge è stata accolta con entusiasmo da più parti “È un risultato storico – afferma il Segretario Generale della CNA Sergio Silvestrini – dopo 30 anni è arrivato finalmente il riconoscimento per tante attività professionali vitali per il funzionamento della nostra economia e della nostra società. Un passo decisivo che contribuisce alla costruzione di un sistema professionale, pienamente rispondente ai principi e ai criteri richiamati dall’Unione Europea nella Strategia di Lisbona”.

Reazione positiva anche da Accredia, l’Ente italiano di accreditamento, secondo cui le certificazioni “di terza parte indipendente” delle nuove figure professionali “possono rappresentare un elemento determinante nelle politiche per l’occupazione”.