Leonardo Ezequiel Olivito, Digital Media Specialist, nato a Buenos Aires nel 1984. Si diploma nel 2002 come Perito Elettronico alla Scuola Tecnica “Brigadier General Saavedra”.
Specializzato in Visual Communication (comunicazione pubblicitaria e graphic design), inizia a lavorare come sistemista e assistenza riparazione per pc e mac per aziende informatiche.
Nel 2003 decide di trasferirsi in Italia dove lavora nel mondo del web design concentrandosi sulle diverse tecnologie di sviluppo HTML, CSS, e Flash. Frequenta corsi e seminari imparando le varie forme di animazione stop motion, motion graphics e 3d.
Appassionato, instancabile e perseverante, coltiva competenze che spaziano su settori professionali differenti ma strettamente collegati: dal web design alle video-produzioni, dalle installazioni interattive al marketing e new media.
L’ultimo social post?
Ho twittato il link al video dello spot di MoMa creato dal grande Tim Burton.
L’ultimo video che hai visto su Youtube?
La sequenza introduttiva del film Il grande e potente Oz.
Mac, Windows o Linux?
Preferisco Mac.
L’ultimo acquisto online?
Ho acquistato dei personaggi in miniatura e 4kg di pongo per realizzare una sigla televisiva con il metodo stop motion.
Un libro che ha segnato la tua vita?
In realtà non ne ho uno in particolare, ne leggo e rileggo tanti, ognuno a suo modo mi lacia un segno costruttivo o mi da lo spunto per riflettere sulla mia vita professionale e privata.
Qual è stato il progetto lavorativo che più ti ha segnato?
Nel mio lavoro ogni progetto è unico, colgo sempre l’occasione per crescere, attualmente posso dire che la realtà che più mi ha appagato è quella di TOCA interactive solutions. In questo ambiente vengono coinvolti contenuti video a sistemi interattivi, questo mi permette di capire la percezione delle persone sui motion graphics creati.
Quando hai deciso di diventare un digital media specialist?
Ho lavorato diversi anni nel settore televisivo, inizialmente montavo video giornalistici, quelli che vediamo quotidianamente sui telegiornali. E’ stato per me un primo passo verso il mondo della comunicazione; il lavoro di selezione scene e sequenze, gestione audio mi ha mostrato l’importanza della scelta dei mezzi e i modi per comunicare. Per questo motivo ho iniziato a specializzarmi sempre di più nel settore della comunicazione orientata al marketing con la realizzazione di spot commerciali televisivi, in cui in soli 30 secondi di video hai il compito di catturare l’attenzione dell’utente esaltando al massimo il prodotto o servizio sponsorizzato invogliando all’acquisto o al contatto il telespettatore. Così mano a mano mi sono avvicinato alla motion graphics e si è aperto davanti a me un mondo infinito dove l’unico limite è la creatività.
Nella tua carriera, ha contato più lo studio (da autodidatta o scolastico-professionale) o l’esperienza pratica?
In realtà mi definisco un autodidatta, perché la motion graphics è spesso il risultato di infinite prove e incroci di tecniche, è comunque importante avere una buona base teorica per far fronte ad eventuali dubbi e problemi che dovessero presentarsi e per una migliore comprensione del lavoro che si sta svolgendo, direi che teoria e pratica devono andare di pari passo per capire se il risultato raggiunto è quello sperato oppure in caso contrario imparando dagli errori raggiungere il proprio obiettivo facendo le dovute correzioni sia che si tratti di un progetto per un cliente o una prova personale.
Il primo colloquio non si scorda mai: hai qualche curiosità da raccontare?
Non ho fatto molti colloqui di lavoro, ne ho fatti solo tre e sono andati molto bene. Ricordo però che prima di assistere mi preparavo per conoscere bene l’azienda a cui mi presentavo quindi il giorno del colloquio mi sentivo preparato e propositivo.
Hai avuto durante la tua carriera professionale un incontro particolare?
In ogni ambito di lavoro incontro persone da ricordare, credo che ogni persona sia speciale. Il mio è un settore dove non si smette mai di imparare e l’incontro di persone nell’ambito lavorativo porta sempre a un miglioramento personale e professionale. Nello specifico nell’emittente televisiva Teletruria, ho trovato molte persone speciali che tuttora mi spronano a fare sempre del mio meglio.
E un’intuizione vincente?
L’intuizione vincente per me è stata coltivare fin da ragazzino la mia passione per l’informatica, senza la quale oggi non sarei dove sono, non riesco nemmeno ad immaginare come sarebbe potuta andata diversamente visto gli input e i passi che ho percorso durante la mia vita, ricordo tutt’ora quando lasciai i videogiochi per installare Adobe Photoshop ed iniziare a studiarlo.
Cosa consigli ai giovani che vogliono diventare digital media specialist come te?
Il mio consiglio è quello di iniziare subito, dedicare tempo allo studio della teoria ma sperimentare continuamente, abituarsi a prediligere l’azione, fare, disfare e riprovare, sarà la pratica costante a farvi crescere e soprattutto a incuriosirvi e a portarvi a studiare nuove tecniche, in poche parole mettetevi alla prova continuamente.
Internet ha cambiato il mondo del lavoro in Italia. Come?
Secondo me si, ha cambiato le prospettive lavorative ed economiche di coloro che hanno saputo coglierne i vantaggi, parlo sia di aziende che di persone; oggi con internet possiamo conoscere eventuali collaboratori, trovare inspirazione guardando cosa viene sviluppato a livello mondiale quindi capire il trend delle nuove tendenze; possiamo comunicare senza limiti di tempo e di spazio, imparare attraverso corsi online, scambiarsi ed inviare documenti, consegnare lavori, evitare lunghe file in banca o alla posta, insomma direi proprio di si.
Serve un sindacato dei Networkers? Se sì, come te lo immagini?
Si, serve, lo immagino molto partecipativo, utilizzando il canale internet, immagino principalmente un sindacato che oltre a fornire supporto e consulenza, riesce a dare un po’ di forma e regolamentazione su alcune situazioni che purtroppo oggi sono lasciate al libero arbitrio.
Descrivi la tua professione in modo chiaro e diretto in modo che anche mia nonna possa capirla.
Cara nonna, la mia professione è di fabbricante di storie, aiuto le aziende a raccontare, attraverso le diverse tecniche di animazione disponibili l’importanza dei loro prodotti o servizi. Oggi grazie alle mie storie animate e a internet, milioni di persone nel mondo possono conoscere tutto quello che vogliono sapere su di un prodotto o servizio che stavano cercando.
L’organizzazione ‘classica’ del lavoro (orari rigidi e cartellino da timbrare) ha senso per un networker?
Secondo me il tipico cartellino da timbrare non ha senso, credo che la miglior cosa è lavorare a obiettivi e a scadenze. L’ideale, ma non sempre possibile, sarebbe dividere i progetti a step con scadenze di consegna in questo modo si riesce a tenere sotto controllo anche le tempistiche lavorative e soprattutto si evita il fattore stress.
Quanti sono i tuoi amici sui social network, quanti di questi conosci davvero e quanti frequenti anche “off-line”?
Amici virtuali ne ho molti, la maggior parte sono colleghi con cui mi confronto e condivido esperienze, consigli pratici e gestionali. Insomma credo che i social network siano un valido supporto per pubblicizzarsi e condividere la propria esperienza, purtroppo offline non riesco a frequentare tutti anche perché molti sono sparsi per il mondo.
Prima di incontrare qualcuno che non conosci fai una ricerca su Google? Se no, perché?
Si, assolutamente si, faccio sempre una ricerca su Google per valutare la persona che andrò a conoscere, non solo sull’aspetto lavorativo ma anche sugli studi fatti e la realtà dove opera e vive.
di Mario Grasso