Ruben Vezzoli è nato il 22 marzo 1996 in provincia di Bergamo.
Nel 2010 inizia ad interessarsi al mondo social e del web marketing , grazie ad un corso seguito a scuola.
Attualmente frequenta il quarto anno all’istituto “Andrea Fantoni” di Clusone. Oltre a studiare Social Media Marketing, SEO e ad aggiornare il suo blog.
Nel tempo libero ama anche giocare a calcio.
L’ultimo social post?
Un tweet al ministro dell’istruzione Carrozza, sul fatto che non è possibile avere strumenti digitali obsoleti a scuola! Spero che mi risponda.
L’ultimo video che hai visto su Youtube?
L’ultimo che ho guardato è stato davvero interessante. Social Media Marketing: 10 esempi virtuosi di aziende italiane e estere.
Mac, Windows o Linux?
Ho sempre usato Windows, per sé il Mac OS è bello quanto iOS, sceglierei Mac… Dovrei provarlo.
L’ultimo acquisto online?
Una app sull’Apple Store non mi ricordo quale.
Un libro che ha segnato la tua vita?
Direi il Mein Kampf di Adolf Hitler. Un libro che mi ha fatto pensare molto. Soprattutto mi sono detto che se qualche capo di Stato dell’epoca l’avesse letto molto probabilmente certi fatti molto negativi della storia dell’uomo non sarebbero accaduti.
Cosa ti ha fatto appassionare al mondo ICT?
Quattro anni fa, a scuola ho partecipato a un corso su come costruire siti web con Joomla, e da li ho iniziato a leggere e a provare.
Quanto ti sta aiutando il percorso di studi che stai facendo nella creazione del tuo futuro profilo professionale?
Adesso non so ancora dire cosa farò “da grande” . Attualmente sono al quarto anno di Ragioneria. Si vedrà.
Qual è stato il tuo primo progetto lavorativo?
È stato un blog in cui parlavo di storia (l’altra mia grande passione) e che adesso ho chiuso.
Che cosa consigli ai giovani che vogliono diventare Web Content Specialist come te?
Leggete, leggete tanto, libri, riviste e blog. Però è altrettanto importante fare esperienza. Perciò bisogna anche cercare di mettere in pratica ciò che si impara.
Internet ha cambiato il mondo del lavoro in Italia. Come?
Leggevo proprio ieri che è in forte aumento il tele-lavoro. Beh, si dice anche che il digitale sia uno dei pochi settori in cui i giovani riescano a trovare lavoro facilmente.
E quello della scuola?
Le possibilità e i modi di insegnamento sono aumentati, solo che la mentalità dei professori non si è adattata e quindi li sfruttano poco.
Come immagini un sindacato dei Networkers?
Beh, un luogo dove tutti i networkers possano trovare un aiuto. Dove ci si possa confrontare con altri del settore, riguardo a problemi riguardanti il settore del web.
Descrivi la tua professione in modo chiaro e diretto in modo che anche mia nonna possa capirla.
Innanzitutto non mi definisco ancora un professionista. Comunque il mio obbiettivo è quello di aiutare le aziende a promuoversi al meglio sul web.
L’organizzazione ‘classica’ del lavoro (orari rigidi e cartellino da timbrare) ha senso per un networker?
La vedo un po’ dura. Un networker è difficile che abbia orari fissi e rigidi. Dipende un po’ da lavoro da fare e da altri fattori. Questo non vuole dire che un networkers lavora 20 ore ogni giorno.
Come immagini il settore ICT fra 10 anni?
Io penso che sia difficile immaginarlo. Tra 10 anni magari Facebook e altri social saranno solo un antico ricordo. L’innovazione dell’ICT è troppo veloce per poterla prevedere.
Quanti sono i tuoi amici sui social network, quanti di questi conosci davvero e quanti frequenti anche “off-line”?
Una cinquantina anche offline e qualche migliaia solo online.
Prima di incontrare qualcuno che non conosci fai una ricerca su Google e/o sui social network?
Si. Può capitare che cerchi informazioni riguardo una persona che devo incontrare.
A cura di Mario Grasso