Un occasione mancata – Il censimento 2011 versione on line, ha mostrato subito molti limiti: disservizi, scarso coordinamento, il sito Istat in tilt, già dal primo giorno sopraffatto dal prevedibile picco di traffico. Una brutta partenza! Poi la situazione è cambiata e alle 11 di oggi risultano censite online oltre 2 milioni di persone.
Archiviata la brutta partenza rimangono aperte alcune considerazioni: in particolare quella che non s’è trattato di un semplice – seppur significativo- problema tecnico, in questo caso di un server ‘sovraccarico, bensì di qualcosa più di sostanziale.
La sfiducia nelle tecnologie digitali – É il vero problema: Molti esponenti del Governo proclamano l’egovernement ma non ci credono fino in fondo, anzi faticano a considerarlo tra le buone pratiche. La crescita digitale è frenata, prima ancora che dai problemi economici, da riserve mentali: buona parte dei nostri politici non crede al digitale, o ne sottovaluta le potenzialità.
É anche vero – Che alcuni servizi digitali, come quelli riguardanti il Fisco e la Previdenza, stanno dando buoni risultati, anche superiori a quelli di altri paesi europei, ma troppi altri servizi della pubblica amministrazione non funzionano o funzionano male. E’ il caso delle ricette mediche on line introdotte, oltre un anno fa, dal codice dell’amministrazione digitale: dopo mesi e mesi di promesse e polemiche il servizio oggi funziona solamente a metà, anche per la mancanza del decreto attuativo promesso dal Ministro Tremonti. Eppure l’attuazione piena delle ricette on line potrebbe produrre un risparmio di ben 2 miliardi di euro!
Il caso dei Cup – É emblematico: sono Centri Unici di Prenotazione on line degli esami medici, a suo tempo annunciati come una ‘rivoluzione’ ma, a tutt’oggi, attivi solo nelle Asl di 4-5 regioni. Troppo pochi davvero! Sono insufficienti anche gli uffici Asl in grado di fornire i referti medici on line: appena il 29% del totale, secondo i dati provenienti dal Ministero della Salute.
Eppur si sa – La costruzione di un nuovo rapporto telematico tra cittadini e Istituzioni farebbe risparmiare parecchi soldi allo Stato: almeno 43 miliardi di euro ogni anno, secondo un recente studio del Politecnico di Milano. Gli interlocutori per dialogare non mancano: già oggi, nonostante i noti limiti infrastrutturali della rete italiana, sono 26 milioni gli italiani che navigano (+9% rispetto al 2010), una media inferiore a quella di altri paesi europei ma pur sempre considerevole. Gli italiani con il computer lavorano, condividono, giocano, apprendono. Un approccio che contrasta nettamente con la scarsa attenzione alla tecnologica di molti rappresentanti delle Istituzioni.
di Giuseppe de Paoli