Giovanna Cartolari – Social media specialist

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33 anni, nata e cresciuta a Verona, dove vive ancora, si è laureata in Scienze dell’Educazione al corso di Laurea per Educatori Professionali.

Si è avvicinata al Web grazie alla sua passione per la musica underground e la street art, e da quello ha esteso la sua conoscenza anche ad altri settori.

Attualmente lavora da casa come freelance in qualità di Social Media Manager con un’ottica di comunicazione sul web a 360 gradi (non solo Social ma anche consulenze web in ambito SEO e SEM). Ha un sito personale (giovannacartolari.com) e sta iniziando a collaborare con le Girl Geek Dinner di Verona.

Solare e grintosa, ama la musica underground (Rap, Hip Hop, Elettronica, Dubstep) e la black music (jazz, soul, funk, blues). Ama ballare e le culture di strada, elementi questi che caratterizzano anche il suo modo di pensare e vivere la vita.

 

L’ultimo social post?
L’ultimo post che parlava di Social sul mio sito è stato: “ShinyNote: un social per il sociale”. Altrimenti su Twitter ho condiviso un articolo che parlava della posizione mondiale dell’Italia in campo Comunicazione Digitale.

L’ultimo video che hai visto su Youtube?
Il trailer di presentazione del disco dei Daft Punk di prossima uscita, con l’intervista a Giorgio Moroder.

Mac, Windows o Linux?
Windows.

L’ultimo acquisto online?
“Midnite”, l’ultimo album di Salmo (artista sardo che fa rap).

Un libro che ha segnato la tua vita?
Non sono una grande lettrice. Il Piccolo Principe diciamo che è un tassello importante (anche se forse sembra banale come citazione). Probabilmente esco un po’ dal seminario: se siete appassionati di Street Art e Graffiti, consiglio Graffiti World e Graffiti Woman, due libri di Nicholas Ganz sul mondo della street art, al maschile e al femminile.

Qual è stato il progetto lavorativo che più ti ha segnato?
La vita è uno sviluppo di progetti continuo… forse al momento non ho ancora trovato IL progetto che mi ha segnato. Ma sono giovane, sono sicura arriverà.

Quando hai deciso di diventare social media specialist?
Veramente “mi ci sono ritrovata”, se così si può dire. E’ stato un percorso… alla fine del quale sono arrivata a identificarmi con la figura di Social Media Manager. Le mie capacità con il web, il mio interesse verso la comunicazione on line e la mia passione nel comunicare con le persone, soprattutto quando si tratta di condividere interessi comuni. È così che ho cominciato. E non penso che lascerò facilmente.

Nella tua carriera, ha contato più lo studio (da autodidatta o scolastico-professionale) o l’esperienza pratica?
Lo studio è importante, fornisce le basi. Ma se non si riesce a mettere in pratica quello che si ha studiato è quasi tutto tempo sprecato. Dall’altra parte però, se non hai una base teorica alle spalle, fai fatica. Al di là delle capacità. Quindi ritengo che le due cose debbano compensarsi. Io ho studiato e imparato da autodidatta, non è necessario a mio avviso avere una formazione in ambito comunicazione. Se c’è la passione, quella compensa il gap.

Il primo colloquio non si scorda mai: hai qualche curiosità da raccontare?
Veramente nessuna curiosità in particolare.

Giovanna Cartolari - social media specialistHai avuto durante la tua carriera professionale un incontro particolare?
Ho avuto l’occasione di collaborare per qualche mese con Vittorio Sgarbi e la Fondazione a suo nome, curando i progetti del Laboratorio della Creatività del Comune di Salemi (TP) nel periodo in cui Vittorio Sgarbi era sindaco del paese.

E un’intuizione vincente?
Non ancora.

Cosa consigli ai giovani che vogliono diventare social media specialist come te?
Consiglio di non limitarsi al solo Social, ma di avere uno sguardo d’insieme su tutto quello che riguarda il WEB. Dal SEO, al SEM, alla comunicazione online (oltre che valutare e tenere in considerazione anche gli aspetti offline). Puntarsi solo su una cosa fa diventare miope qualsiasi progetto in ambito di comunicazione 2.0. La comunicazione integrata è fondamentale, oggi come oggi.

Internet ha cambiato il mondo del lavoro in Italia. Come?
Di sicuro ha delocalizzato il lavoro. Posso lavorare da casa a Verona per un cliente di Bari, comunicando comodamente tramite Skype. Inoltre offre la possibilità di creare un network con persone che condividono i tuoi interessi o che fanno il tuo stesso lavoro ma che magari abitano lontano da te, entrando così in contatto con persone con cui scambiare opinioni, informazioni preziose, trovare opportunità lavorative, e perché no… anche amici.

Nonostante questo però, Internet per il mondo del lavoro in Italia deve fare ancora tanto. Il lavoro 2.0 è indietro rispetto a realtà europee oltre che mondiali. Si potrebbero sfruttare molte più occasioni. E soprattutto, cosa che mi sta molto a cuore, le aziende dovrebbero essere meno restie ad utilizzare la comunicazione digitale per le loro attività.

Serve un sindacato dei Networkers? Se sì, come te lo immagini?
Serve più che altro maggiore informazione rispetto alle professioni del Web. Un sindacato riconosciuto certo, dovrebbe esserci. Per tutelare ma anche per fornire informazioni, aiuto o assistenza a chi (lavoratori e non) magari ha bisogno di informazioni in merito ad una particolare professione. Serve una regolazione dei compensi e dei profili, altrimenti si rischia di avere un marasma generale di cui non si capisce nulla. Penso che comunque molto sia stato fatto con il documento approvato definitivamente il 14 febbraio 2013, comprende 21 figure professionali attualmente riconosciute ufficialmente.

Descrivi la tua professione in modo chiaro e diretto in modo che anche mia nonna possa capirla.
Aiuto le aziende a farsi conoscere con internet, uno dei principali luoghi di informazione al momento. Come con giornali e televisione, grazie a Internet racconto quello che l’azienda fa e parlo dei suoi prodotti, e faccio in modo che le persone alla ricerca di un prodotto o di un servizio possano trovarlo facilmente.

Giovanna Cartolari - social media specialistL’organizzazione ‘classica’ del lavoro (orari rigidi e cartellino da timbrare) ha senso per un networker?
Assolutamente no. Non ha senso parlare di orari rigidi o di cartellino da timbrare in un contesto in cui il cambiamento, l’interattività e la creatività sono all’ordine del giorno. È un continuo sviluppo delle relazioni e quando si tratta di relazioni, non ci sono limiti di tempo o cartellini di timbrare. È un po’ anche come vivi la tua vita, un’evoluzione a 360 gradi. Parlare di organizzazione “classica” del lavoro in ambito web, social o di networking, non ha senso.

Quanti sono i tuoi amici sui socialnetwork, quanti di questi conosci davvero e quanti frequenti anche “off-line”?
È difficile quantificare. Facendo un esempio, su più di 1300 amici che ho su Facebook, offline ne frequento circa un terzo (Facebook lo uso prevalentemente per uso privato, non professionale, anche se poi comunque le due cose sono legate). Sui social in generale sono riuscita a creare dei rapporti di collaborazione/lavorativi che si sviluppano online (molti contatti vivono distanti da dove abito io, quindi è una scelta obbligata), e che riesco a coltivare “offline” in occasione di vari eventi o manifestazioni di settore (social media week, corsi SEO, Social o di Web Marketing… incontri Girl Geek Dinner, ecc.)

Prima di incontrare qualcuno che non conosci fai una ricerca su Google?
Se si tratta di incontro di lavoro, più che cercare su Google cerco sui Social, per vedere che tipo di interessi questa persona possa avere, capire che specializzazioni abbia, dove lavori, le sue esperienze pregresse e che tipo di figura professionale stia ricercando, in modo da prepararmi adeguatamente all’incontro.

Dal punto di vista della vita privata, assolutamente no. Cerco più che altro di chiedere a conoscenze in comune.

di Mario Grasso