Rapporto ITU, l’Italia resta alle spalle delle big

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MILANO – L’ultimo rapporto sulle telecomunicazioni della Commissione Onu – Itu (International Telecommunication Union) conferma i segnali negativi che già a livello locale erano evidenti.

Due gli aspetti più preoccupanti secondo lo studio: aumenta il divario tra i Paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo e un accesso alla rete prevalentemente maschile.

In Italia, come si può immaginare, le cose non vanno granché bene. Il rapporto presentato a New York ha dimostrato come l’Italia sia in una posizione di secondo piano rispetto ai temi centrali sviluppati dalla Brodband Commission.

Se va meglio sulle connessioni mobile, dove il nostro Paese si piazza al 28° posto, con 51,8 abitanti su 100 connessi in mobilità (smartphone, tablet e laptop). In testa alla classifica troviamo Singapore con più di una connessione per abitante (123 su 100). Seguono Giappone, Finlandia, Corea e Svezia.

Nella classifica dell’utilizzo di internet l’Italia si è piazzata nel 2012 al 57esimo posto in classifica con il 58% di persone connesse.

I Paesi scandinavi come l’Islanda, la Norvegia, la Svezia e la Danimarca dominano la classifica in tal senso. Mentre per quel che riguarda la penetrazione di banda larga fissa è la Svizzera il Paese da imitare: 41,9 su 100 persone hanno una connessione di questo tipo in casa o in ufficio. Gli italiani si fermano a 22,1 e al 38° posto, superati da paesi come l’Ungheria e la Slovenia.

In generale dal rapporto Itu risulta una crescita notevole della banda larga mobile: le connessioni che permettono agli utenti di accedere al web tramite smartphone, tablet e laptops collegandosi con il wi-fi aumentano del 30% su base annua.

Alla fine del 2013, sottolinea ancora il rapporto, la penetrazione globale della banda larga raggiungerà il 38,8% ma più dei due terzi delle persone residenti nei Paesi in via di sviluppo resteranno ancora tagliati fuori dalla rete.

Oltre al digital divide, c’è un problema di genere come scritto prima. Una sottocommissione delle Nazioni Unite ha calcolato che nel mondo vi sono ora 1,5 miliardi di maschi connessi e 1,3 miliardi di femmine, per un totale di circa 2,8 miliardi di utenti.

Il gap di genere è ancora più evidente nei Paesi meno sviluppati, dove la tecnologia, il suo uso e il possesso di dispositivi di ultima generazione è riservato solo ai più ricchi.

“Internet e in particolare la banda larga è diventato uno strumento essenziale per lo sviluppo socio-economico e deve essere considerato come una priorità, anche nei paesi più poveri del pianeta”, ha sottolineato il segretario generale Itu, Hamadoun Touré, ricordando che “mentre aumenta di giorno in giorno il numero delle persone connesse, oltre il 90% della popolazione dei 49 paesi meno sviluppati restano totalmente disconnessi”.