MILANO – Mentre l’impronta del segretario PD Matteo Renzi sembra essere sempre più presente nelle dinamiche del nuovo governo, cerchiamo di capire quali saranno gli scenari per il futuro dell’ICT in Italia.
A guardare il documento firmato per le primarie del centrosinistra nel dicembre 2013 dovrebbe trattarsi di una rivoluzione digitale. Soprattutto nella Pubblica Amministrazione.
Per il sindaco di Firenze l’Italia deve riscoprire la “semplicità” nel sistema fiscale, amministrativo e normativo.
“La rivoluzione digitale e l’accessibilità alla rete possono essere una parte della soluzione, solo a condizione di modificare la mentalità dei dirigenti pubblici – spiega Renzi nella mozione presente sul suo sito web -. Mettere online tutte le spese dello Stato e di tutte le amministrazioni locali consente un controllo costante dell’opinione pubblica. Per essere credibili, però, dobbiamo iniziare da noi stessi. Dai nostri comuni, dalle nostre amministrazioni. Inseguire la semplicità significa che il Pd proporrà progetti di riforma sul fisco, sulla giustizia e sulla pubblica amministrazione, discussi in tempi certi con i circoli, con gli amministratori, con i parlamentari e aperti alla discussione tramite vecchi canali e nuove tecnologie”.
Insomma, sembra più una rivoluzione culturale, prima che digitale. Almeno nelle intenzioni. Comunque non sarebbe una cosa sbagliata, visti i ritardi italiani nell’utilizzo delle nuove tecnologie (ricordiamo che 3 persone su 10 non hanno mai avuto accesso a internet, secondo AGCOM).
All’interno della bozza di Jobs Act, l’ICT ha uno spazio dedicato nella “Parte A – Il Sistema”. Renzi punta a concretizzare alcune azioni dell’Agenda digitale.
In particolare, fatturazione elettronica, pagamenti elettronici, investimenti sulla rete.
Giustamente Renzi ha finora puntato all’ascolto di idee, critiche e commenti per migliorare la sua proposta. Se dovesse andare a Palazzo Chigi, dalla consultazione bisognerà passare obbligatoriamente all’azione. E in tempi abbastanza brevi.
Bisognerà trasformare le idee astratte in azioni concrete. Dalla gestione dei fondi per le infrastrutture, ai rapporti con le aziende TLC. Dalle soluzioni per rilanciare le aziende del settore a quelle per la mancanza di competenze digitali e dei ritardi nella formazione scolastica. Dalla competizione europea in ambito tecnologico alla sicurezza informatica.
Le sfide ICT per il nuovo governo non mancheranno. A partire dalla velocità che oggi ha assunto la politica con l’uso dei mezzi di comunicazione che fanno del botta e risposta con i cittadini-elettori il proprio pane quotidiano.