Professionisti e ICT: mancano gli investimenti sul mobile

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MILANO – I professionisti sono sempre più operativi in mobilità, ma non investono abbastanza in innovazione tecnologica. Questo quanto emerge dai dati dell’edizione 2014 dell’Osservatorio ICT & Professionisti School of Management del Politecnico di Milano.

Avvocati, commercialisti e consulenti del lavoro conquistati dunque da pc portatili, smartphone, tablet e relative app dedicate alla professione.

Nel dettaglio, i professionisti che lavorano in mobilità, quindi fuori dai propri studi, sono il 42% con il 46% degli avvocati, il 38% dei commercialisti e il 33% dei consulenti del lavoro.

Sono sempre gli avvocati a mostrarsi più sensibili alle opportunità di “mobile working” con il 29% di utilizzo di app per l’attività professionale contro il 23% dei consulenti del lavoro ed il 21% dei commercialisti.

Le attività svolte in mobilità sono principalmente leggere le email, navigare in Internet, lavorare sui documenti e consultare i dati dello studio.

Ma, al di là della diffusione della tecnologia mobile, ci sono molte ombre nell’uso dell’ICT da parte dei professionisti.

Sembra che l’interesse degli studi professionali sia concentrato sull’hardware, mentre si trascura la componente software, si archiviano ancora le email in formato cartaceo, non si conoscono e dunque non si sfruttano le opportunità fornite dai sistemi di CRM, dai portali o siti web, dalla business intelligence.

Claudio Rorato, responsabile della ricerca, afferma: “non servono solamente bonus finanziari per investimenti tecnologici, ma è necessario accrescere l’alfabetizzazione digitale della categoria. Perché solo con una nuova visione sistemica si può attivare il circolo virtuoso dell’innovazione che lega professionisti e imprese”.

di fiscopiu.it