Francesca Sanzo – Community manager

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39 anni, vive a Bologna dove si è laureata in Lettere. Ha frequentato un Master in Informatica e Comunicazione per le scienze umanistiche a Milano nel 2002 e da quel momento si è occupata – a vario titolo – di contenuti e strategie per il web e i social media.

Attualmente lavora da casa, segue progetti e profili aziendali, ha un blog dal 2005 (Panzallaria.com) da cui è stato tratto lo spettacolo “La rivincita del calzino spaiato”, scrive favole per passione (Fabularia.com), ama leggere, scrivere ed è appassionata di cultura digitale. Si occupa di formazione e in particolare di riduzione del digital divide intergenerazionale con laboratori e corsi dedicati a adolescenti, insegnanti e genitori.

 

L’ultimo social post?
Un tweet sulla diretta online dello spoglio elettorale di AltraTv.

L’ultimo video che hai visto su Youtube?
Lo scrittore Ugo Cornia che legge un racconto tratto da uno dei suoi libri.

Mac, Windows o Linux?
Un po’ Mac, un po’ Windows.

L’ultimo acquisto online?
Il libro “Stati di connessione” di Giovanni Boccia Artieri.

Un libro che ha segnato la tua vita?
Ce ne sono stati tantissimi e tuttora ce ne sono. Sicuramente “Il gioco del rovescio” di Antonio Tabucchi è stato quello che ha cambiato il mio modo di guardare alle cose.

Qual è stato il progetto lavorativo che più ti ha segnato?
Ogni progetto porta cose positive e cose negative che segnano in un modo o nell’altro, cambiano e fanno crescere. Quello che mi ha segnato negativamente: lavorare in una P.A con forti connotazioni burocratiche dove sono stata vittima di mobbing da parte del mio capo diretto. Positivamente direi che ultimamente sto collaborando con progetti interessanti (anche dal punto di vista sociale) e che mi stanno formando competenze nel settore dell’innovazione sociale e associazionismo molto forti.

Io collaboro con web agency e agenzie di comunicazione ma conduco anche molti progetti personali, attualmente sicuramente quello che mi appassiona di più è il progetto ufficioincasa.it, la community degli homeworkers italiani che nasce da una mia idea.

Francesca Sanzo - Community managerQuando hai deciso di diventare community manager?
Non l’ho deciso, è accaduto. Mi occupo di web dal 2002, volevo occuparmi di contenuti fin da allora (anche se i tempi non erano maturi e date le mie competenze doppie – laurea in lettere, master in comunicazione e informatica) mi toccava sempre produrre codice. Quando i tempi sono maturati ho cominciato solo a seguire il lato progettuale e di contenuti e grazie a una ormai lunga esperienza di blogger, diciamo che è venuto da se declinarmi anche sui social media come moderatore e sollecitatore di conversazioni.

Nella tua carriera, ha contato più lo studio (da autodidatta o scolastico-professionale) o l’esperienza pratica?
Entrambe le cose: quando mi chiedono come fare il mio lavoro, io rispondo sempre che non basta aprirsi un blog per poter affermare di poter diventare un blogger professionista, per esempio, ma che per stare in rete bene bisogna anche studiare e formarsi sempre.

Il primo colloquio non si scorda mai: hai qualche curiosità da raccontare?
Quando ho spiegato i contenuti del mio master nessuno ha capito nulla, benché si trattasse di una Agenzia editoriale anche per il web. Mi hanno presa per uno stage ma i primi tempi li ho passati in Sala Server perché non riuscivano a identificare quale fosse il mio profilo di “Informatica umanista”.

Hai avuto durante la tua carriera professionale un incontro particolare?
Ho incontrato tante persone che mi hanno aiutato molto a diventare – professionalmente – quello che sono. Una grande opportunità è stata conoscere le ragazze di GGD Bologna e i loro progetti e in particolare credo che professionalmente, Cecilia Pedroni mi abbia (e tuttora lo faccia) insegnato moltissimo.

E un’intuizione vincente?
Ne ho avute parecchie, credo di essere abbastanza vocata alle intuizioni vincenti. Purtroppo non sempre sono stata in grado di portarle a termine con costanza e l’esperienza non sempre era quella giusta per gestirle. Attualmente credo molto nel progetto Ufficio in casa, credo che parlare di telelavoro oggi sia importante e credo di avere intuito l’importanza di qualcosa che è segno del cambiamento in corso nel Mercato del Lavoro.

Cosa consigli ai giovani che vogliono diventare community manager come te?
Di studiare e contemporaneamente curare il proprio profilo digitale come fosse un bonsai: dando acqua, mettendoci pazienza e imparando a potare con delicatezza e cura dei particolari. Oltre a questo, fondamentale è tessere relazioni sane e valorizzarle.

Internet ha cambiato il mondo del lavoro in Italia. Come?
Intanto ha delocalizzato il lavoro che ora può essere compiuto da qualsiasi posto, ha reso più fluide le dinamiche dell’informazione e comunicazione e accentrato in uniche figure molte mansioni. Inoltre ha reso possibile la collaborazione e co-creazione tra persone, anche senza conoscersi.

Francesca Sanzo - Community managerServe un sindacato dei Networkers? Se sì, come te lo immagini?
Credo che serva prima di tutto una tabella chiara di qualifiche (che pullulano e spesso cambiano molto in fretta: lo stesso lavoro viene chiamato in molti modi). Serve una regolamentazione dei compensi per evitare lo sfruttamento e il proliferare di lavoratori sottopagati, ma che tuteli anche chi questo lavoro lo fa per davvero e non perché “se lo è inventato”. Un sindacato sarebbe un ottimo modo per regolamentare, dare dignità al lavoro digitale e creare parametri certi secondo cui valutare la propria professionalità.

Descrivi la tua professione in modo chiaro e diretto in modo che anche mia nonna possa capirla.
Guardo a un progetto o a un’azienda, capisco quali sono i suoi valori, la sua etica e ciò che può essere narrato in modo da interessare chi la segue e faccio in modo che questa narrazione venga portata avanti sul sito aziendale e su tutti i luoghi sociali online in cui è giusto che quel progetto stia, coinvolgendo in conversazioni interessanti le persone, per portare consenso e fare crescere quel progetto e contemporaneamente diffondere contenuti di qualità.

L’organizzazione ‘classica’ del lavoro (orari rigidi e cartellino da timbrare) ha senso per un networker?
assolutamente no, anzi credo che in alcuni casi spenga la creatività necessaria a questo lavoro.

Quanti sono i tuoi amici sui social network, quanti di questi conosci davvero e quanti frequenti anche “off-line”?
Non riesco a dare numeri certi. Diciamo che su circa 3000 contatti su fb e altrettanti su twitter, ne conosco personalmente circa un terzo. Sui social net coltivo legami deboli ma che producono contenuti interessanti e con cui sono nate collaborazioni professionali, gli amici veri li frequento al bar, o per un’uscita a cena. Dai legami deboli sono nate anche belle amicizie, diciamo circa 10.

Prima di incontrare qualcuno che non conosci fai una ricerca su Google?
Sempre.

di Mario Grasso