La tecnologia cambia i mestieri

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MILANO –  La tecnologia ha avuto, negli ultimi anni, un impatto dirompente sulle professioni e sul mondo del lavoro. Ha cambiato le modalità di lavoro tradizionali e ha introdotto una miriade di nuove professioni. Intorno al tema hanno ragionato in questi giorni, in una tavola rotonda a Milano, alcuni rappresentanti di associazioni professionali, esperti del marketing, della pubblicità, dell’attività commerciale oltre a consulenti di management e, ovviamente, professionisti informatici.

Cosa vuol dire il cambiamento e quali sono le opportunità professionali che l’innovazione tecnologica offre? Le trasformazioni intervenute sono evidenti, e tuttavia il punto, sottolineato da tutti i partecipanti, rimane l’inadeguatezza culturale del nostro Paese rispetto alle opportunità del digitale.

QUANDO UNA GOOGLE ITALIANA? – “Siamo al terzo posto nel mondo come utenti di mobile – afferma Antonella Ferrari di ClubIT, il Club della tecnologia dell’informazione di Milano – e se andiamo a vedere le liste delle aziende vendor che si occupano di sviluppare queste tecnologie, non compare nemmeno una azienda italiana”.

Il tema, sottolinea Antonella Ferrari, non è tanto di natura tecnologia ma umano: “quello che ci dobbiamo domandare non è quanto l’innovazione tecnologia contribuisca all’innovazione, ma quanto contribuisca ad innovare i processi mentali della persone. Noi abbiamo un approccio artigianale alla gestione dei processi decisionali aziendali, ci affidiamo all’inventiva, alla intuizione soggettiva e casuale di qualche illuminato ma siamo carenti dal punto di vista oggettivo, quello dell’organizzazione capace di produrre innovazione in modo sistematico e non casuale”.

LE POTENZIALITA’ – Se non siamo capaci di capire pienamente le potenzialità della tecnologia, che cosa ce ne facciamo della tecnologia? E’ la domanda che molti si pongono. La necessità -sottolineata da molti intervenuti, e’ investire in cultura digitale, e quindi nelle persone. Nella tavola rotonda sono emersi, tra l’altro, diversi temi correlati all’introduzione delle nuove tecnologie e al loro impatto con il mondo delle professioni: la questione del rapporto tra relazione e tecnologia, nel senso che le nuove potenzialità high tech sono di natura anche relazionale e sociale; la facilità dell’accesso ad una enorme mole di informazione e quindi una sorta di democratizzazione dell’accesso alle conoscenze anche di tipo professionale; la disponibilità di tecnologie avanzate utili alle professioni e a basso costo. Tutti elementi che hanno comportato un cambiamento del mondo del lavoro.

Qualcuno dei partecipanti ha anche sottolineato come la rivoluzione digitale abbia fatto male, anche “fisicamente” a molti professionisti. Gli stessi infatti sono stati ‘travolti’ e costretti a cambiare, anche pesantemente. Ovviamente, questo malessere ha riguardato principalmente coloro che sono più avanti dal punto di vista anagrafico (che, per inciso, erano la maggioranza dei relatori e partecipanti alla tavola rotonda) mente per i cosiddetti nativi digitali, lo sconvolgimento sarebbe lavorare secondo le vecchie regole!

Interessante anche la questione di come stanno cambiando le professionalità informatiche.

PROFILI ICT CHE CAMBIANO – Il peso della tecnologia nella società e nei mestieri è ormai prevalente e il professionista informatico deve essere in grado di dialogare e comprendere i diversi e più ampi aspetti di un progetto di lavoro. “I profili degli informatici stanno cambiando molto – spiega Roberto Bellini dell’AICA (Associazione italiana per l’Informatica ed il Calcolo Automatico) – e le capacità professionale saranno sempre più trasversali, nel senso che non basta più avere consocenze molto approfondite dal punto di vista tecnologico e ignorare nozioni di marketing, di logistica o di altre funzioni aziendali.

Questo non vuol dire – chiarisce Bellini – che l’informatico deve diventare marketing manager, ma sicuramente deve avere anche delle nozioni di base di più discipline aziendali”. Bellini, infine, parla di “granularità professionale” fatta di conoscenze, ovvero quelle che si apprendono a scuola, all’università e nei percorsi di formazione professionale, e di competenze, ovvero il “saper fare” necessario in ogni professione.

Il ‘MIX’ DELL’ INFORMATICO – Competenze trasversali e aggiornato continuo, questo le parole chiave delle professioni informatiche 2.0. “Aggiornarsi, tuttavia – precisa Bellini – non vuol dire modificare il profilo professionale: il cloud per esempio, non modifica il profilo dell’IT System Architet ma modifica le sue competenze specifiche”.

Qualcuno, a proposito, ha aggiunto un inciso colorito: “aggiornarsi è come radersi, se non ti aggiorni tutti i giorni diventi un barbone”.

 

di Filippo Di Nardo