Lavoratori ‘introvabili’: perché?

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ROMA – Sembra strano ma (forse) è vero: anche in tempi difficili come l’attuale, una parte dell’offerta d’occupazione resta inascoltata e migliaia di posti di lavoro rischiano di rimanere scoperti senza che si trovino le professionalità adatte.

Lo sostiene l’analisi 2012 di Union Camere e Ministero del Lavoro: dai progettisti ai termoidraulici gli ‘introvabili’ (come li definisce Union Camere) sarebbero circa sessantacinque mila in Italia.

Tra i professionisti difficili da trovare spiccano quelli legati al web: progettisti, analisti, sviluppatori, introvabili al pari di ingeneri e progettisti meccanici.

Una cosa che però la ricerca di Union Camere sottovaluta è il perché di queste mancanze.

In primo luogo si tratta di lavori che richiedono grandi competenze e ottima tecnica, lavori che certamente non si improvvisano.

Tale considerazione rimanda al tema annoso della formazione, troppo spesso sottovalutata in Italia e invece assolutamente necessaria, tanto più in momenti difficili come questo.

C’è poi il tema dell’apprendistato che, invece di essere considerato un momento di crescita è spesso visto dalle imprese come strumento per ridurre i costi del lavoro.

E infine la scuola che raramente offre un percorso adatto ad avviare un giovane al lavoro e propone invece una formazione tendenzialmente slegata dal mondo produttivo.

Ecco perché il fabbisogno di competenze digitali rimane (parzialmente) inevaso. Eppure si tratta di skills che potrebbero apportare un grande aiuto allo sviluppo del Paese.