La STMicroelectronics “licenzia” 118 lavoratori in somministrazione

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AGRATE BRIANZA – La STMicroelettronics “licenzia” 118 lavoratori. E’ quanto si apprende da un comunicato stampa diramato dalle organizzazioni sindacali. Le dismissioni in questione riguarderebbero solo lavoratori con contratto di somministrazione. In sostanza, allo scadere della missione, non scatterà il rinnovo del contratto. La causa dei licenziamenti, a quanto si apprende dal comunicato, sarebbe da attribuire al protrarsi del calo dei volumi di produzione quindi: a 181 lavoratori “interinali” non verrà rinnovato il contratto -in scadenza a febbraio 2012- mentre ad altri 63 addetti il contratto verrà prorogato solo fino al 31 marzo, poi si vedrà.

I lavoratori coinvolti hanno una media di 30 anni. Sono tutti addetti alla produzione dei wafer di silicio, ovvero la materia prima dei microchip. Molti di loro avevano gia’ subito crisi aziendali e si erano ricollocati tramite le agenzie per il lavoro. Ora sono di nuovo di fronte all’incertezza.

La STMicroelettronic è uno dei più grandi produttori al Mondo di semiconduttori e di componenti elettronici soprattutto per l’elettronica di consumo e per il settore industriale. E’ una società italo-francese sorta dalla fusione, nel 1987, tra l’italiana Società generale di semiconduttori (dell’IRI) e la divisione  semiconduttori della francese Thomson. E’ presente in Italia tramite la consociata STMicroelettronics srl che ha oltre 8 mila dipendenti: i principali stabilimenti sono ad Agrate Brianza e a Catania.

Il ragionamento del management aziendale sulla questione, all’apparenza, non fa una piega: l’azienda ha assunto dei lavoratori con contratti a tempo parziale (in somministrazione) per far fronte a dei picchi di produzione che nella fase di calo produttivo non è in grado di rinnovare. Del resto la funzione formale di questo tipo di contratti di lavoro è temporanea. In realtà la situazione è più complessa. Secondo i sindacati, infatti, per far fronte al temporaneo calo della produzione “si potrebbero seguire strade alternative in cui la distribuzione dei sacrifici fra tutti i lavoratori consentirebbe di non perdere posti di lavoro ed essere pronti per affrontare la ripresa delle produzioni”.

Già nel recente passato si è fatto ricorso a soluzioni non “drastiche” per far fronte a cali produttivi, come l’utilizzo di una serie di stop produttivi previsti dai contratti nazionale e aziendali, estesi contemporaneamente a tutti i dipendenti. Questa via “alternativa e temporanea” permetterebbe di usufruire delle ferie non godute, di utilizzare la quota di permessi aziendali retribuiti non utilizzati e delle ore di riposo compensativo accumulate in modo, sostanzialmente, da evitare la cassa integrazione e di conservare il lavoro per almeno altri 3 mesi. Questa via ‘alternativa’ e’ stata proposta dai sindacati ai quali, tuttavia, l’azienda ha risposto con un secco ‘no’.

C’è da dire, per contro, che la ST di Agrate, attraverso un accordo con i sindacati, lo scorso anno aveva trasformato 350 contratti in somministrazione in contratti a tempo indeterminato. Evidentemente, oggi, tira un’altra aria.

La reazione dei sindacati, comunque, è stata decisa: nei prossimi giorni sarà dichiarato uno sciopero di 8 ore.

 

di Filippo Di Nardo