Agile: 817 Networkers di nuovo al lavoro, forse, entro il 2014. E gli altri?

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ROMA –E’ stata raggiunta l’ipotesi di accordo per la vertenza di Agile, societa’ Ict ad alta tecnologia, già parte della storica Eutelia. E’ un’ accordo che rida’ qualche prospettiva ai 1285 lavoratori da oltre due anni in amministrazione straordinaria e lascia aperte tante incertezze.

La bozza d’intesa -siglata dopo una nottata di trattative al Ministero dello sviluppo economico- deve ora passare il ‘vaglio’ dei lavoratori: e’ un accordo in due parti che prevede, anzitutto, la conferma delle assunzioni promesse dalla Tbs, la società di Trieste, specializzata in ingegneria clinica che ha acquisito parte di Agile

Tbs (controllata dalla britannica Tbs Group) assumerebbe 217 lavoratori entro febbraio, altri 255 entro il 2013 e 355 entro il 2014, assunzioni che sono però correlate al raggiungimento di certi risultati sul mercato.

Per gli altri lavoratori, ed e’ la seconda parte dell’accordo, si farebbe ricorso agli ammortizzatori sociali; a percorsi di prepensionamento agevolato, per i piu’ anziani e a progetti di formazione volti al reimpiego professionale, grazie all’utilizzo dei soldi provenienti dal Feg, il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione.

Il piano di formazione coinvolgerà (in cofinanziamento) anche le regioni in cui sono ubicate le sedi rimaste di Eutelia: Piemonte, Lazio, Campania, Sicilia, Toscana e Calabria.

Gran parte delle amministrazioni regionali coinvolte si sono impegnate in tal senso e l’adesione dovrebbe diventare totale grazie anche al ‘pressing del Ministero del lavoro.

Il prossimo ‘tavolo’ a cui parteciperanno i rappresentanti delle regioni e’ già programmato per il 2 febbraio al Mise (Ministero Sviluppo Economico) di Roma.

L’intesa stabilisce infine di ridar vita alla filiera industriale nell’ambito Tlc, sempre con l’ausilio fondi europei: per questo è stato costituito un ‘bacino’ relativo alle attività di tecnologia informatica di cui servirsi sia per le attività di Eutelia, sia per quelle delle aziende di settore interessate.

Si tratta di un accordo non del tutto risolutivo, che lascia grande incertezza per molti lavoratori e però permette di riprogrammare il futuro e segna comunque una nuova ‘fase’, visto che la prospettiva sembrava il fallimento, in cui sarà fondamentale l’impegno continuativo di tutte le istituzioni, affinché il lavoro torni ad essere davvero Lavoro.

 

di Giuseppe de Paoli