Buongiorno, mi chiamo Michele, ho 49 anni, lavoro in una azienda leader del settore delle telecomunicazioni, Alcatel-Lucent. Ho iniziato nell’84 in Telettra, un’impresa totalmente Italiana, fiore all’occhiello e orgoglio di un Italia che faticosamente usciva dal dopo-guerra. La mancata realizzazione di un polo italiano delle telecomunicazioni (per problemi di natura politica), fa sì che Telettra venga venduta ad Alcatel nel ’90, che infine si fonde nel 2006 con Lucent diventando una multinazionale da 77000 dipendenti (dati del 2009) in sedi sparse in tutto il mondo.
La sede di Vimercate, con i suoi laboratori di ricerca e sviluppo, lavora principalmente a sistemi di gestione, alla realizzazione di apparati per telecomunicazioni ottiche su fibra e di apparati di trasmissione radio a microonde, e ospita circa 1250 persone. Nel 2011 ben 15 dei 34 brevetti depositati dalla divisione OPTICS di ALU sono stati ottenuti in Italia e a Vimercate.
Dopo questa breve cronistoria, vengo ai fatti che hanno portato alla manifestazione sotto il palazzo della regione Lombardia, il 14 Febbraio, e ai successivi tre giorni di sciopero del 22, 23 e 24 Febbraio.
Alcatel-Lucent, nei giorni precedenti ha presentato un pesante piano di ristrutturazione per il 2012: si tratta di 490 esuberi, di cui ben 360 nel settore ricerca e sviluppo di OPTICS. Questa attività è composta da 890 persone inclusi circa 100 contractors: si tratterrebbe quindi di tagliare una persona su tre!!! Considerando anche altre sedi, il numero totale di lavoratori che l’azienda ritiene un esubero si attesta ad oltre 700 posti di lavoro.
Dopo molti anni di lotte sindacali, scioperi e altre manifestazioni che hanno visto molto diviso e frammentario, il numero di persone aderenti, questi ultimi fatti hanno portato centinaia di lavoratori in manifestazione, fermi ai presidi e in sciopero: una grande partecipazione di persone a cui preme molto il proprio futuro…
Purtroppo quello che ho raccontato finora rispecchia la situazione in cui si trovano numerose realtà lavorative Italiane. La mia vuole solo essere la testimonianza di come un altro pezzo del tessuto sociale e lavorativo venga messo in grave pericolo, di come la perdita di cosi tanti posti di lavoro, aggiunti a quelli di altre aziende di Hi-Tech del vimercatese, come IBM Italia, Bames/Sem, Micron, ST Microelectronics, oltre ad essere un danno personale di tutti i lavoratori toccati e delle loro famiglie, porterà la provincia di Monza-Brianza ad una grave crisi sociale, perchè i posti persi saranno difficilmente ricollocati.
Cosa faranno queste centinaia se non migliaia di persone? Qualcuno se ne preoccupa? Da quello che mi risulta a parte le poche rappresentanze locali, e la visibilità che abbiamo avuto su RAI 3, e pochi minuti su l’Infedele e Porta a porta, la politica ha fatto sentire ancora una volta un silenzio assordante. Mi chiedo dove siano e se sono al corrente di quello che succede i vari: assessore alle Attività produttive, assessore al Lavoro, Presidente della Provincia, Presidente della Regione.
Ora dovremo aspettare le conseguenze dell’incontro tra l’azienda e il Ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera.
Mi chiedo: come mai nessuno in passato ha voluto dare un’ impronta Italiana a settori industriali che potevano far crescere il nostro Paese? Forse perchè è più facile svendere per ricavare subito degli utili personali a multinazionali o a paesi stranieri? (a danno di tutta la comunità). Dove sono quegli industriali, quei capitani di industria che si dovrebbero prendere la responsabilità di pensare oltre a loro (pesantemente remunerati) al bene dell’Italia? Ma sopratutto, dov’è la politica?
L’unico modo di uscire da questa impasse, è cercare di rimanere uniti, non pensare in modo individualistico, sperando che anche le persone che contano facciano lo stesso.
Vorrei chiudere questa mia lettera aperta, con un vena ironica, ma anche in fondo una speranza e un augurio:
“AAA Imprenditore italiano cercasi per azienda leader nel settore delle telecomunicazioni. Capace e serio, in cambio si offre forte motivazione, grande serietà e tanto impegno. Firmato: i lavoratori di Alcatel-Lucent”
Michele