Dopo il liceo sperimentale (dove non si facevano le “interrogazioni” bensì i confronti), si è formata con lo stesso approccio metodologico per la laurea in Scienza della Formazione. Le esperienze con il CNR di Genova, il Centro E-Learning di Reggio Emilia e Modena e la collaborazione con pnlpolis.it le hanno innescato la passione per l’e-elearning.
Sfociata nella costituzione di Manta, piccola società cooperativa che vanta dal 2001 un discreto fatturato annuo e una serie di storici clienti. Al di là dell’acronimo – deciso in 2 minuti netti ed è l’incastro dei nomi dei fondatori – Manta significa: professionisti che fanno dell’impegno e della passione per questo lavoro la loro mission.
L’ultimo social post?
Sono onesta: sul lavoro ho chi lo fa per me! Ultimo ultimo il blog di Manta (la mia società cooperativa).
L’ultimo video che hai visto su Youtube?
Per lavoro: un video che parla di sicurezza e di soccorso in caso di incendio. Adoro il fatto di poter trovare di tutto.. Youtube è la memoria storica del pianeta (nel bello e nel brutto).
Mac, Windows o Linux?
Negli anni provati tutti e 3 e scelgo sempre e comunque Linux.
L’ultimo acquisto online?
Un buffo auricolare formato gigante (Hi-Fun) blu elettrico che riprende le forme della vecchia cornetta telefonica, very cool!
Un libro che ha segnato la tua vita?
Tanti, tantissimi e in certo senso mai abbastanza …ora sono su “L’arte della guerra” di Sun Tzu…intrigantissimo e profondo, ma amo Benni, Pennac, Hesse, Eric-Emmanuel Schmitt e naturalmente il fantasy!
Qual è stato il progetto lavorativo che più ti ha segnato?
10 anni fa un “progettone” finanziato dalla comunità europea che aveva come tema centrale la formazione a distanza come area di sviluppo di 3 grandi aziende della GDO: meglio di un master. E’ da lì che è nata la mia passione per l’elearning.
Quando hai deciso di diventare e-learning manager?
Quando ne ho capito i vantaggi: la flessibilità, la dinamicità, la versatilità, la velocità, la comodità e tutto il resto.
Per la verità non ho proprio scelto… però tutti i lavori che si presentavano sulla mia strada avevano l’elearning come fil rouge…e siccome credo nel motto “Il caso non esiste” ho accettato di buon grado questo ruolo.
Nella tua carriera, ha contato più lo studio (da autodidatta o scolastico-professionale) o l’esperienza pratica?
Un mix tra le due cose, ma niente è come l’esperienza diretta sul campo.
Il primo colloquio non si scorda mai: hai qualche curiosità da raccontare?
Si un aneddoto carino: al primo colloquio presso un’azienda di settore abbastanza rinomata alla domanda “Se potesse scegliere che lavoro le piacerebbe fare?” io ho risposto senza indugi “La libera professionista!”. Puoi ben immaginare l’esito del colloquio… Però dal quel momento ho capito cosa non volevo: “timbrare il cartellino”, stare in un ufficio quando ho terminato da ore il mio lavoro solo perchè “arrivi l’ora X”, fare sempre le stesse cose, gli stessi progetti.
E allora ho creato un impresa mia (per quanto piccola sempre mia).
Hai avuto durante la tua carriera professionale un incontro particolare?
Si, una persona davvero forte che mi ha in segnato il valore della lungimiranza: senza di lui non farei ciò che faccio. Guardare avanti appena un po’ più degli altri…differenza che fa la differenza.
E un’intuizione vincente?
Oltre a quella che sto vivendo? Per essendo donna sulla soglia degli “anta” faccio un lavoro stimolante, ben retribuito, dove non devo rendere conto a nessuno tranne a me stessa e alle 16.00 riesco -spesso- ad andare a prendere le mia figlie a scuola.. credo che non sia così male come intuizione. Quanto meno è per me, alta qualità di vita.
Di fatto al momento ho almeno altri 2 progetti che sono partiti da intuizioni…vincenti o no come faccio a saperlo se non provo?
Cosa consigli ai giovani che vogliono diventare e-learning manager come te?
L’e-learning manager è già una figura inflazionata: fate altro, immaginatevi di più salvaguardando i vantaggi che l’e-learning porta con sé. C’è posto per tutti! Ma andate avanti!
Internet ha cambiato il mondo del lavoro in Italia. Come?
Sono sincera direi sta cominciando a cambiare il mercato del lavoro: ogni giorno incontro persone che faticano ad approcciarsi ad Internet. Ti faccio un esempio pratico: il 2012 ha visto una svolta nella formazione sulla sicurezza attraverso l’e-learning che è stato sdoganato e ritenuto metodologicamente ok rispetto al passato; peccato che l’Accordo che lo regolamenta sostiene che tutto il corso sia fruibile a distanza, tranne il test finale che deve essere fatto in presenza! assurdo no?
Serve un sindacato dei Networkers? Se sì, come te lo immagini?
Facile da contattare anche via web, veloce nelle risposte e disposto alla negoziazione.
Descrivi la tua professione in modo chiaro e diretto in modo che anche mia nonna possa capirla.
Ma è proprio questo che faccio di lavoro: spiego alle persone in modo semplice e con tanti esempi materie e contenuti difficili! solo che lo faccio attraverso il computer e immagini e video e suoni affinché il messaggio arrivi forte e chiaro e sopratutto cercando di non annoiare nessuno…In più le persone che seguono i miei corsi non sono obbligate a spostarsi da casa loro o dal lavoro e possono imparare quando sono più disposte a farlo (meno costi, meno inquinamento, meno stress!) .
L’organizzazione ‘classica’ del lavoro (orari rigidi e cartellino da timbrare) ha senso per un networker?
Vedi sopra: è una rigidità antidiluviana e non solo per i networker. Credo che in molti percepiscano il valore aggiunto di lavorare per progetto e per efficacia dei risultati.
Ho letto da qualche parte che Google Italia è strutturata così (aperta anche di notte… non si sa mai un’illuminazione notturna) e riceve una cosa come 200 curricula al giorno. Direi che l’idea della flessibilità oraria è azzeccata.
Quanti sono i tuoi amici sui socialnetwork, quanti di questi conosci davvero e quanti frequenti anche “off-line”?
Meno di quanto vorrei, ma devo fare i conti con il mio essere molto riservata.
Prima di incontrare qualcuno che non conosci fai una ricerca su Google?
No. La rete è un filtro relazionale troppo potente: ho bisogno del vìs-à-vìs per fidarmi del mio istinto.
di Mario Grasso