ROMA – L’ultima parola é toccata ai lavoratori FastWeb: è loro il si definitivo all’intesa siglata qualche giorno fa, dopo una trattativa “lunga e difficile’’ tra Azienda e Sindacati.
L’accordo permette la cessione di alcuni rami d’azienda della FastWeb alla società milanese Visiant e alla multilazionale Huawei e il conseguente passaggio alle stesse aziende di 700 dipendenti Fastweb (su un totale di 3400).
Un sì sofferto, quello dei lavoratori, visto che le voci critiche verso l’intesa non sono certo mancate: in particolare quelle dei lavoratori delle sedi di Torino e Napoli secondo i quali l’accordo “non si doveva fare” perché “aumenta il precariato” e dei lavoratori della sede di Bologna in maggioranza contrari all’accordo. Poi l’intesa è passata anche perché non si intravedevano altre alternative.
LE PREOCCUPAZIONI – riguardavano soprattutto i 600 lavoratori dei settori Customer Care & Customer Base management, che dovranno, dal primo luglio, andare a lavorare alla Visiant di Concorezzo, in provincia di Milano: la società, controllata dalla Visiant SpA, risulta infatti esser stata in amministrazione giudiziaria e non offre molte garanzie di solidità.
Diversa la situazione per i 100 lavoratori delle divisioni “Field network & creations & operations” e “Network integration” (dedicate allo sviluppo delle reti) che andranno nelle sedi lombarde della Huawei: una multilazionale non priva di problemi ma certamente più solida di Visiant.
Per entrambe le società comunque i sindacati hanno ottenuto la cosidetta ‘clausola sociale’ cioè garanzia che la commessa duri almeno 5 anni, per Huawei e 7 per Visiant. Inoltre l’intesa prevede che in caso di scioglimento anticipato dell’appalto, o di problemi della società (fallimento, etc) i dipendenti vengano reintegrati in Fastweb.
Il personale ‘appaltato’ inoltre manterrà lo stesso trattamento economico che aveva con Fastweb e avrà la garanzia di poter lavorare entro 15 km da quella che era la loro precedente sede di lavoro.
LA VENDITA – Rimane il netto ridimensionamento di Fastweb, notizia che, stranamente, non ha avuto grande eco sui media nazionali: forse perché l’ipotesi di una possibile vendita della società è nota da mesi e già la scorsa estate Vodafone arrivò a un passo dal concluderne l’acquisto (che invece sfumò per un disaccordo sulle cifre) forse perché a questo genere di notizie, sempre più frequenti, stiamo tristemente facendo l’abitudine.
di Giuseppe de Paoli