Il giusto profilo: competenze ICT e lavoro

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MILANO – Il lavoro nell’ambito ICT è in costante evoluzione e richiede un continuo aggiornamento professionale.

È un lavoro trasversale visto che le figure ICT lavorano negli ambiti più disparati: dalle tlc alla sanità, dalla finanza alla pubblica amministrazione.

Un lavoro che, non di rado, ha stravolto gli schemi tradizionali di sviluppo e di analisi, ribaltando alcuni dei fondamentali della cultura industriale: l’ idea della fabbrica e di grandi investimenti iniziali, il posto di lavoro fisso e, forse soprattutto, il modo di lavorare.

Basti pensare che già oggi molte aziende ICT, parlo di ‘colossi’ quali Microsoft, Cisco, Facebook, si avvalgono di professionisti che lavorano da remoto, da sedi temporanee e da casa, senza cartellini e rigidi orari; le tecnologie mobile hanno influenzato profondamente il modo di lavorare, anche in ambiti non ICT  (vedi Mediolanum o Intesa San Paolo) e in futuro, c’è da scommetterci, influiranno ancor più .

In questa situazione di cambiamento mutano anche le figure professionali: oggi quelle particolarmente spendibili sono legate alla business intelligence, ossia alla capacità di trasformare i dati in informazioni utili; chi è in possesso di queste competenze (quindi sa analizzare e ‘leggere’ i potenziali sviluppi di un mercato) è molto richiesto.

La maggior parte degli esperti poi concorda su un dato: le tecnologie ICT sono destinate a svilupparsi ancor più in un prossimo futuro focalizzandosi anzitutto nel mobile e nel cloud computing; lo conferma la ricerca “Crescita digitale” realizzata da Italia Futura, in collaborazione con Google, secondo la quale saranno premiati i lavoratori qualificati nel mobile e nel cloud, mentre i lavoratori a bassa qualifica, o con qualifiche inadeguate, diventeranno sempre più vulnerabili.

Le prospettive occupazionali maggiori saranno quindi per progettisti e sviluppatori mobile (per tablet, smartphone, applicazioni integrate); per gli esperti in cloud e in sicurezza delle reti e per figure ‘nuove’ (ora) come l’esperto nell’Internet of things.

L’evoluzione è continua, dicevamo: chi si specializza nei settori descritti potrebbe avere il futuro spianato, ma chi rimane troppo legato al mondo tradizionale ICT rischia lo stallo.

di Giuseppe de Paoli