Tecno-stress. Connessi anche in spiaggia

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MILANO – Finalmente la vacanza: qualcosa di fresco al bar, l’ ambiente è rilassante e tutto è rallentato ma.. di colpo, succede qualcosa! La mano scivola sul tablet o sullo smartphone e si è automaticamente precipitati nel baratro e nella frenesia di mail, contatti e chiamate alle quali occorre rispondere.

La vacanza non doveva servire a “staccare la spina”?  A quanto pare non quella del web che resta sempre ben inserita per alimentare gli strumenti che ci permettono di restare collegati con il mondo.

La ‘connessione continua’ sembra essere diventata una vera e propria sindrome : sempre più persone, anche in vacanza, continuano a manovrare instancabilmente raffinate “attrezzature da web”.

La colpa non è solamente di chi utilizza questi dispositivi che sono stati pensati, progettati, costruiti, proprio per essere portatili, facili da usare, accattivanti. E poiché le nostre giornate ormai sono scandite dalle tecnologie da rete, anche le vacanze non ne sono immuni. È una vera e propria dipendenza che è diventata oggetto di studio da parte di psicologi e sociologi: non possiamo più fare a meno di essere connessi con il mondo.

A questo punto la domanda da porci è: “Il mondo può fare a meno di noi per qualche giorno?”

La risposta – che può intaccare quel piccolo delirio di onnipotenza nascosto in ciascuno di noi – è sicuramente affermativa. Una risposta che non vorremmo sentire tanto piu’  in tempi di crisi come quelli attuali quando qualcuno, magari più bravo di noi, potrebbe portarci via il lavoro approffitando della nostra assenza.

Almeno questo e’ il timore: infatti non si usa piu’ come un tempo la capacita’ di delega che ci faceva rivolgere a qualcuno di fiducia per farci sostituire.

La libertà è un dono prezioso e poter gestire il nostro tempo è una conquista: la vacanza dovrebbe essere questo: la riconquista dei propri spazi da poter riempire con ciò che più ci aggrada.

In vacanza la mente può staccar la spina e lasciar spazio al riposo, o alla curiosità di visitare un museo o una città, mentre tutto trascorre lento intorno a noi per permetterci di riconoscerci umani.

La questione quindi non è solo se essere costantemente presenti in rete oppure no, ma l’evitare di farci distrarre costantemente “da altro”. Da sempre la vacanza è uno spazio per ritrovare le relazioni, vivere la famiglia e gli amici: se non riusciamo a stare lontano da un sito o un social network anche solo per un breve periodo significa che siamo intossicati.

Non sono io a dirlo, ma gli psichiatri, gli psicologi, i sociologi che parlano di questo fenomeno in libri e ricerche.

Sia chiaro: non rimpiango il vecchio gettone telefonico e le cabine gialle con la teleselezione però… tutto ha un limite e il rapporto che abbiamo con gli strumenti del web deve essere funzionale: proprio perché sono strumenti, devono esserci di aiuto e non dobbiamo diventare loro schiavi.

È importante che il cervello trovi uno spazio per pensare liberamente, per agire spensieratamente e, perché no? anche per vivere la pigrizia.

Quando torneremo le nostre mail, saranno ancora lì ad aspettarci e i nostri contatti nel social network non saranno fuggiti: potremo riprendere il controllo delle nostre situazioni come e più di prima, con una marcia in più.

È sera. La giornata lavorativa è conclusa e credo di meritarmi un bel giro in bicicletta. Mi preparo e mi accorgo che, automaticamente, stavo per mettere in tasca il mio blackberry, ma siccome voglio essere coerente con quello che ho detto lo spengo: il telefonino resta sulla scrivania, io esco.

 

di Paolo G. Bianchi
Esperto in processi formativi e in counseling aziendale e personale
www.formazionezero.blogspot.com; www.brainfactor.it