ROMA– C’è voluto oltre un anno di gestazione ma alla fine il governo Monti ha partorito il decreto Digitalia previsto nell’ambito del piano di sviluppo “Crescita 2.0”.
Molte le misure previste, tra quelle principali citiamo: nuove infrastrutture e servizi digitali; nascita e sviluppo di startup innovative; strumenti fiscali per agevolare la realizzazione di grandi opere anche con capitali privati; attrazione degli investimenti esteri in Italia; interventi di liberalizzazione in particolare in campo assicurativo.
Le nuove norme puntano, in modo ambizioso, a fare del nostro Paese un luogo dove l’innovazione rappresenti un fattore strutturale di crescita sostenibile e di rafforzamento della competitivià delle imprese e costituiscono un ulteriore significativo passo in avanti dell’Agenda per la crescita sostenibile del Governo.
Il premier Mario Monti punta sulla tecnologia per il rilancio del Paese: “l’Agenda digitale è la base per recuperare il gap tecnologico del Paese, un modo per trasformarlo. Tutto ciò che va verso il digitale può far superare antichi squilibri territoriali. Queste norme puntano in modo ambizioso a fare dell’Italia un luogo in cui l’innovazione sia un elemento per la crescita”.
Dello stesso avviso il ministro per lo Sviluppo economico, Corrado Passera, che risponde in maniera concreta a chi aveva qualche dubbio sulla concreta attuazione del provvedimento: “speriamo di avere sorpreso quelli che pensavano che avremmo fatto solo una parte, siamo riusciti a fare quasi tutto. I capitoli principali del decreto sono l’agenda digitale e le start up. La gamma degli interventi tocca quasi tutti i ministeri”.
Analizzando il cuore dell’agenda digitale, gli strumenti per il cittadino saranno: la creazione di un documento digitale unico che vada a sostituire la carta di identità e la tessera sanitaria, l’istituzione dell’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR) e Archivio georeferenziato delle strade, il censimento ISTAT della popolazione , che diverra’ annuale dal 2016, e la costituzione del domicilio digitale per il cittadino e per le imprese (attraverso cui inviare e ricevere tutte le comunicazioni con la Pubblica Amministrazine)
Per quanto riguarda la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione si punterà sull’Open data con l’introduzione della definizione di dato aperto, la valorizzazione del patrimonio informativo pubblico nazionale, l’interoperabilità delle anagrafi di rilevanza nazionale, gli acquisti della PA esclusivamente via telematica, la promozione e diffusione di servizi innovativi di trasporto intelligenti (ITS) e di biglietteria automatica, la trasmissione telematica delle certificazioni di malattia nel settore pubblico. Un occhio particolare all’utilizzo di tecnologie che permettano la fruibilità per le persone con disabilità sensoriali.
L’istruzione digitale prevede dall’anno accademico 2013/2014 l’introduzione del fascicolo elettronico dello studente per una gestione più efficiente dell’intera carriera universitaria e l’adozione di testi scolastici in versione digitale a partire dall’anno prossimo.
Per la sanità ci sarà l’istituzione del fascicolo sanitario elettronico e la velocizzazione dei processi con la digitalizzazione delle prescrizioni mediche.
Previsti 750 milioni d’investimento per il superamento del divario digitale e l’agevolamento della diffusione della banda ultra larga.
Sulle startup, altro tassello principale della manovra, avevamo già scritto in precedenza. Ribadiamo le agevolazioni per le startup innovative e l’importanza della trasparenza sui dati delle società costituite. Sono previsti incentivi fiscali per privati cittadini e aziende che investono in startup. Entro ottobre è previsto un decreto ministeriale per stanziare fondi per le startup in Mezzogiorno.
Per la realizzazione di infrastrutture, viene introdotto un credito di imposta (con un limite massimo del 50%) come contributo pubblico alla realizzazione di opere strategiche e di importo superiore a 500 milioni di euro.
Sarà istituito inoltre il Desk Italia, uno sportello unico per l’attrazione di investimenti esteri in Italia. Lo sportello utilizzerà personale ministeriale, dell’ICE e dell’Agenzia Invitalia, senza ulteriori oneri per la finanza pubblica.