Ennio Bruno – Security manager

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Cinquantadue anni, torinese. Laureato in lingue e letterature straniere moderne, svolge il ruolo di IT Security Advisor per conto di una società torinese di informatica. Ascolta molta musica (ha un passato da dj radiofonico e da giornalista musicale) ed è un appassionato lettore. Ama il cinema e, last but not least, tifa Toro.

L’ultimo social post?

Questa mattina all’interno del gruppo “nascosto” (e accessibile solo alle persone invitate) della società per cui lavoro all’interno di Facebook. Visto il mio ruolo, era un post sulla sicurezza informatica.

L’ultimo video che hai visto su Youtube?
Un video di presentazione di un prodotto di Mobile Device Management.

Mac, Windows o Linux?
Per motivi lavorativi Windows e Linux.

L’ultimo acquisto online?
Due biglietti aerei per andare a San Diego: un ottimo acquisto!

Un libro che ha segnato la tua vita?
Uno solo? Allora dico “Le Grand Meaulnes” di Alain-Fournier, un grande romanzo sull’adolescenza e l’amicizia.

Qual è stato il progetto lavorativo che più ti ha segnato?
Entrare nel mondo dell’informatica da ignorante assoluto.

Quando hai deciso di diventare security manager?
Non l’ho deciso, lo sono diventato in seguito ad una riorganizzazione commerciale decisa dal management della società per cui lavoro da sette anni.. Col senno di poi mi ritengo fortunato.

Nella tua carriera, ha contato più lo studio (da autodidatta o scolastico-professionale) o l’esperienza pratica?
EEnnio Bruno - Security manager‘ un mix: il fatto di essere laureato in lingue (inglese e francese) mi ha senz’altro aiutato nella prima fase del mio lavoro nel settore informatico, come broker a livello mondiale di apparecchiature IBM usate. Dopo ventiquattro anni ovviamente l’esperienza ha un ruolo importante ma continuo comunque ad usare molto le lingue che ho imparato.

Il primo colloquio non si scorda mai: hai qualche curiosità da raccontare?
E’ durato dieci minuti, il tempo di presentarmi e di ricevere le istruzioni per recarmi nell’ufficio distaccato presso l’Aeroporto di Caselle di una notà società di trasporti. Era il 1987, un secolo fa…

Hai avuto durante la tua carriera professionale un incontro particolare?
Ho avuto la possibilità di conoscere Frank Soltis, il coordinatore del gruppo IBM che ha creato l’AS/400, uno degli elaboratori IBM di maggior successo.

E un’intuizione vincente?
Magari!

Cosa consigli ai giovani che vogliono diventare security advisor come te?
Vi scontrate tutti i giorni, utilizzando i vostri laptop, tablet e smartphone, con virus, malware e quant’altro. Cercare di limitarne i danni è divertente, è un po’ come giocare a guardie e ladri. Prima, ovviamente, cercate di imparare l’architettura di una rete informatica aziendale, esercizio non banale.

Internet ha cambiato il mondo del lavoro in Italia. Come?
Per quanto mi riguarda, maggiore facilità nel reperire informazioni e nel contattare potenziali clienti, con un consistente abbattimento dei costi correlati a tali attività. Continuiamo però a scontrarci con una banda inadeguata che senz’altro penalizza le aziende italiane.

Serve un sindacato dei Networkers? Se sì, come te lo immagini?
Come un’organizzazione che dia il suo contributo a stabilire delle regole ed anche dei diritti dei networkers, al momento un po’ trascurati. Ma mi pare che siano in buona compagnia…

Ennio Bruno - Security managerDescrivi la tua professione in modo chiaro e diretto in modo che anche mia nonna possa capirla.
“Gentile Signora, tra le altre cose quelli come me evitano che i malintezionati rubino a Suo nipote le credenziali di accesso al servizio di home banking, salvaguardando così i suoi risparmi”. (Quando si nomina il portafogli in genere la gente capisce meglio e più rapidamente)

L’organizzazione ‘classica’ del lavoro (orari rigidi e cartellino da timbrare) ha senso per un networker?
E’ una scelta aziendale; io non devo timbrare il cartellino e non ho orari troppo rigidi da rispettare ma, se dovessi farlo, non lo vivrei come una limitazione della mia libertà o come scarsa fiducia nei miei confronti. E’ anche vero che uno dei prodotti di Internet è il tele-lavoro, dove cartellini ed orari hanno davvero poco senso.

Quanti sono i tuoi amici sui socialnetwork, quanti di questi conosci davvero e quanti frequenti anche “off-line”?
Un centinaio, li conosco tutti personalmente ed almeno la metà li frequento anche off-line. Ovviamente ho anche molti amici che non sono presenti sui social network.

Prima di incontrare qualcuno che non conosci fai una ricerca su Google?
Vado su LinkedIn e su Facebook.