Formazione: una sfida in tempi di crisi

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MILANO– La riqualificazione e specializzazione del personale sono particolarmente necessari in un momento difficile come quello attuale.

L’apprendimento e l’aggiornamento continuo delle competenze infatti giocano un ruolo decisivo per la competitività delle imprese e non considerare questo dato, ma ‘tagliare’ le spese sulla formazione, come si fa “d’istinto” in momenti di crisi, è poco lungimirante.

Tanto più considerando che esistono molte risorse per la formazione finanziata che non sono utilizzate o lo sono solo in parte.

Secondo l’Isfol i fondi a disposizione per la formazione continua dei lavoratori in Italia sono pari a 5 miliardi (circa) di euro l’anno: cifra che comprende i soldi provenienti dal Fondo Sociale Europeo, dal governo italiano (tramite le leggi 236/93 e 53/00) e dai Fondi Paritetici Interprofessionali.

Questi ultimi – che contano oltre 740 mila imprese e 8 milioni di lavoratori circa – usano una possibilità che la legge ( 388/2000) fornisce alle imprese: destinare la quota dello 0,30% dei contributi versati all’INPS per la disoccupazione involontaria alla formazione dei propri dipendenti.

Un’opportunità da non trascurare tanto più ora che la disoccupazione e la cassa integrazione sono in netto aumento (per usufruirne è sufficiente che l’impresa segnali la volontà di aderire a uno o più dei Fondi e l’Inps dovrà versare al Fondo prescelto il contributo che verrà quindi ‘girato’ alle attività di formazione).

Una possibilita’ usata anche dal For.Te , fondo paritetico per la Formazione Continua, che proprio in questi giorni ha dato via ad un ‘tour’ nelle regioni italiane volto a fornire una presentazione pratica alle imprese interessate alla Formazione  e a supportarle nei loro sforzi di riqualificazione e specializzazione del personale.

Le prossime tappe sono domani a Genova (Camera di Commercio dalle ore 10 alle 12), il 5 novembre a Napoli, l’8 a Bari, il 12 a Trieste, il 13 a Venezia Mestre, il 14 Ancona, il 15 a Perugia.