Mauro Locci – Network security expert

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Mauro Locci (Nickname Lox) classe 1980, laureato in scienze politiche con indirizzo economico e un master in tecnologie e gestione software. Lavora da 10 anni in ambito informatico, ha iniziato come sviluppatore applicativo e web per poi passare al networking e alla sicurezza informatica.

Ad oggi lavora per Akhela un’azienda sarda di 300 dipendenti nel gruppo Architecture & Services Design e ha lavorato come consulente per grandi clienti quali Telecomitalia, Enel, Alitalia, Ministero della Difesa, Wind, Heineken ecc.

È un super sportivo, passando dal calcio in cui ha raggiunto la categoria semiprofessionistica, al tennis, kite surf, snowboard e per ultimo il beach tennis giocato nelle splendide spiagge della Sardegna.

 

L’ultimo social post?
Ho appena creato la mia pagina su about.me

L’ultimo video che hai visto su Youtube?
On Screen Interfaces for Physical Projects (GUI with Raspberry Pi Tkinter and GPIO). Questo Matt Richardson ha molta inventiva…

Mac, Windows o Linux?
Uso Mac come notebook, Windows come desktop e Linux come vps (Virtual Private System).

L’ultimo acquisto online?
Ho acquistato dei prodotti domotici, mi sto dilettando con la domotica wireless. Sono un fan di Arduino e Raspberry Pi.

Un libro che ha segnato la tua vita?
Nessuno in particolare. Leggo principalmente riviste informatiche che…hanno segnato la mia vita.

Qual è stato il progetto lavorativo che più ti ha segnato?
Un progetto sulla sicurezza industriale in cui si operava all’interno di una raffineria. La complessità di quell’ambiente ti fa capire quanto siamo piccoli e cosa è capace di creare l’uomo.

Quando hai deciso di diventare un Network security expert?
Sono sempre stato appassionato di sicurezza informatica e dopo aver fatto un master in tecnologie e gestione software ho lavorato per un’azienda che si occupava principalmente di sicurezza. Da li in poi ho lavorato per grandi clienti seguendo attività di ethical hacking, network security e firewalling. Adesso alterno l’attività tecnica alla gestione di progetti di vario genere e consulenze presso i clienti. Lavorare nella sicurezza informatica ti aiuta a spaziare le tue conoscenze su vari ambiti dell’informatica, dai database, alle reti, ai sistemi, alle applicazioni web.

Un esempio: non puoi attaccare un DB MSSQL Server se non sai esattamente come funziona. Spesso chi attacca conosce il sistema molto meglio di chi lo gestisce quotidianamente. D’altro canto chi difende un sistema informatico deve conoscere le tecniche di attacco per poterle mitigare. Chi si appassiona di sicurezza informatica deve, come si dice in gergo, “essere sempre sul pezzo” perché nascono ogni giorno nuove tecniche di attacco e perdersi l’uscita di un nuovo exploit significa diventare vulnerabili.

Mauro Locci - Network security expertNella tua carriera, ha contato più lo studio (da autodidatta o scolastico-professionale) o l’esperienza pratica?
Sono laureato in scienze politiche quindi molta della mia conoscenza informatica deriva da studi autodidattici. Sono convinto che l’esperienze nel campo imformatico la si acquisisce principalmente con la pratica. Lo studio aiuta ad arrivare prima alla soluzione del problema.

L’esperienza lavorativa è invece importante perchè mi ha permesso di sperimentare situazioni e sistemi complessi che da autodidatta non avrei potuto incontrare. Alla base di tutto, però, ci deve essere la passione e la tenacia che ti porta a risolvere un problema anche quando sembra irrisolvibile.

Il primo colloquio non si scorda mai: hai qualche curiosità da raccontare?
Non ricordo se fosse il primo, ma durante il colloquio ho preso una penna bic sul tavolo e mentre ci giocavo ho rotto il tappo col dito facendolo volare per la stanza fino ad arrivare nella scrivania dell’esaminatore. Credo che abbiano pensato che fossi molto nervoso. Comunque si parlava di andare in Arabia Saudita in una zona desertica in delle celle multicomfort in cui si scriveva codice.

Hai avuto durante la tua carriera professionale un incontro particolare?
Ho incontrato e incontro molte persone in gamba nella mia vita professionale ma quelle che considero più influenti sono quelle che hanno condiviso con me le loro conoscenze in maniera trasparente e disinteressata. Nell’ambito informatico ci sono tante persone gelose della propria conoscenza forse per la paura di essere sostituite. Queste, imho, sono le meno efficienti perchè sebbene riescano a fare il proprio non scambiano le informazioni con i colleghi rallentando inevitabilmente il lavoro e creando dei “punti di fault”.

Le persone più valide sono quelle che condividono il propio know how non solo perchè sono sicure del fatto proprio ma considerano gli altri delle risorse e non delle minacce. Dalla mia esperienza posso inoltre affermare che chiunque può insegnarti qualcosa anche la persona meno preparata.

E un’intuizione vincente?
Mi è capitato quando cercavo di risolvere una situazione complessa ma nella maggior parte dei casi è stata frutto dell’esperienza. Posso definire un’intuizione anche il fatto di aver introdotto degli strumenti nel mio gruppo di lavoro che ora sono diventati strumenti di lavoro quotidiani.

Una delle mie creature di cui vado fiero è un wiki di sharing utilizzato dal mio gruppo per condividere le conoscenze interne. E’ ormai ricco di informazioni e, se manca un collega che ha svolto un’attività, chi è al suo posto può semplicemente leggere come farla senza impazzire con delle ricerche su google.

Cosa consigli ai giovani che vogliono diventare Network security expert come te?
Di essere curiosi e non fermarsi al primo problema soprattutto quando manca una libreria su Linux.

Internet ha cambiato il mondo del lavoro in Italia. Come?
Lo ha cambiato ma non del tutto perchè l’Italia vive ancora nel digital divide. Siamo ancora indietro rispetto agli altri paesi più sviluppati e non solo. Credo che la velocità nello scambio di dati vada di pari passo con lo sviluppo del paese. Dare la possibilità di un accesso veloce a tutti aumenta la possibilità di crescita in termini di ricerca, sviluppo, scambio di idee.

Anche chi abita in un paesino disperso nelle montagne deve poter avere accesso alla rete anche perchè in quel paesino ci potrebbe essere una mente geniale che può dare il suo contributo al paese.

Mauro Locci - Network security expertServe un sindacato dei Networkers? Se sì, come te lo immagini?
Sicuramente un sindacato distante da quelli classici definiti nel mondo del lavoro ma orientato all’innovazione e alla divulgazione della conoscenza che fornisce gli strumenti necessari ai professionisti del settore per l’inserimento nel mondo del lavoro.

Descrivi la tua professione in modo chiaro e diretto in modo che anche mia nonna possa capirla.
Non sono ancora riuscito a spiegarlo a mia madre dopo 10 anni di lavoro, quello che le dico è che cerco di proteggere le reti e i dati dei clienti da un attacco informatico.

L’organizzazione ‘classica’ del lavoro (orari rigidi e cartellino da timbrare) ha senso per un networker?
No, il fatto di avere sistemi telematici che riducano virtualmente le distanze e l’utilizzo di software di gestione remota possono permettere di gestire il proprio tempo in maniera più flessibile e, perchè no, offrire la possibilità di effetuare interventi da casa.

Lo scopo è spesso quello di portare a termine un progetto in tempi stabiliti e se una persona lo realizza dalla propria azienda o dalla mongolia non ha importanza. Non dico di staccarsi completamente dall’azienda o di non seguire le direttive aziendali ma considero che una maggiore flessibilità negli orari possa giovare al lavoro del networker e alla stessa azienda.

Quanti sono i tuoi amici sui socialnetwork, quanti di questi conosci davvero e quanti frequenti anche “off-line”?
Sono tanti sul web ma pochi offline anche perchè non si trovano nella mia stessa città.

Prima di incontrare qualcuno che non conosci fai una ricerca su Google?
Si sempre, spesso so già chi andrò ad incontrare ancora prima di conoscerlo.

di Mario Grasso