Valentino Muscas – Network specialist

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36 anni, residente a Villacidro in Sardegna, laureato in Ingegneria Elettronica all’Università degli Studi di Cagliari, certificato Cisco (CCNA e CCNP), dal 2003 lavora nel mondo dell’ICT.

Muove i primi passi nel campo delle reti lavorando in un’azienda che offriva un servizio di supporto tecnico per uno dei principali Provider italiani di Telecomunicazioni.

Dal 2006 lavora come Network Specialist in Akhela, un’azienda che si muove in ambito ICT e Automotive. Il gruppo di lavoro ha il compito di gestire, monitorare e garantire la continuità dei servizi di rete in erogazione, sia per l’azienda stessa, che per i clienti esterni.

L’altra sua passione è per il mondo enogastronomico: ama la buona cucina e dedica gran parte del tempo libero alla cura del suo uliveto, che produce uno strepitoso olio extra vergine d’oliva.

L’ultimo social post?
Nessuno.

L’ultimo video che hai visto su Youtube?
Food Inc, un interessante documentario sulla filiera alimentare statunitense, dove viene messa in risalto l’importanza data ai profitti economici rispetto alla salute delle persone.

Mac, Windows o Linux?
Le piattaforme sulle quali lavoro per la gestione di firewall e sistemi sono tutte Linux base, tuttavia sul mio desktop c’è Windows.

L’ultimo acquisto online?
Kindle fire hd sul sito di Amazon.

Un libro che ha segnato la tua vita?
Non c’è un libro in particolare che abbia segnato la mia vita, in quest’ultimo periodo sto leggendo “Ai Lavoratori” di Adriano Olivetti, che mi sta appassionando tantissimo. Il libro è una raccolta dei discorsi tenuti da Olivetti agli operai e impiegati nelle fabbriche di Ivrea e Pozzuoli negli anni ’50. Una sintesi molto interessante di quello che era il suo pensiero e il suo modo di fare impresa: sono certo che se oggi si riuscisse ad applicare solo la metà di quelle cose, avremmo un sistema aziendale decisamente migliore di quello attuale.

Qual è stato il progetto lavorativo che più ti ha segnato?
Sicuramente il primo lavoro che mi è stato assegnato quando ho iniziato la carriera di Amministratore di Rete. Il progetto consisteva nella progettazione e implementazione della rete WiFi per il campus aziendale, era una bella sfida, in quanto le uniche cose che avevo a disposizione erano le specifiche tecniche e un budget da rispettare. Ho avuto piena autonomia nella scelta della tecnologia e dell’hardware da impiegare e nonostante le difficoltà essendo alla prima esperienza, ho concluso il progetto nei tempi che avevo a disposizione e con un ottimo risultato.

Anche se in seguito ho partecipato a progetti sicuramente più complessi e impegnativi, questo è il progetto che ricordo con maggiore soddisfazione.

Quando hai deciso di diventare network specialist?
All’Università mi sono appassionato da subito al mondo delle telecomunicazioni. Appena conseguita la laurea in Ingegneria Elettronica, mi sono iscritto alla Cisco Academy dove ho seguito i corsi di formazione per la certificazione Cisco CCNA, ed è proprio grazie a questa specializzazione che in seguito ho trovato l’impiego come Network Specialist.

Nella tua carriera, ha contato più lo studio (da autodidatta o scolastico-professionale) o l’esperienza pratica?
Ad essere sinceri dico che lo studio (laurea e certificazioni Cisco) mi ha aperto le porte al mondo del lavoro, mentre l’esperienza pratica mi ha messo in condizioni di applicare ciò che avevo imparato per risolvere situazioni critiche reali che raramente sono descritte sui libri. Quindi direi un 50 e 50.

Valentino Muscas - Network specialistIl primo colloquio non si scorda mai: hai qualche curiosità da raccontare?
Ho un episodio che non dimenticherò mai, anche se in realtà non riguarda proprio il primo colloquio. Alla fine della discussione con le Risorse Umane mi era stato chiesto di prendere un po’ di tempo, in quanto la proposta che mi era stata fatta non prevedeva un inserimento a tempo indeterminato (come era invece la mia posizione precedente) e non c’era nessuna garanzia di riconferma.

Le premesse non erano delle più rassicuranti, ma era il lavoro che volevo, quindi la mia risposta fu molto secca e decisa nel ribadire che se mi fosse stata data una possibilità avrei sicuramente raggiunto l’obbiettivo di una riconferma. Ad oggi posso dire di aver avuto ragione!

Hai avuto durante la tua carriera professionale un incontro particolare?
Nella mia carriera ho avuto modo di incontrare alcune persone importanti legate l’ambito lavorativo in cui opero, però nessuno che abbia lasciato impresso ricordi o situazioni particolari.

E un’intuizione vincente?
Una mia convinzione che alla lunga si è rivelata vincente e di cui vado fiero, è la fondamentale importanza della condivisione delle informazioni e del confrontarsi tra colleghi. Troppo spesso infatti si sacrificano queste buone abitudini per mancanza di tempo o di fiducia nei propri collaboratori, con risultati che quasi sempre sono al di sotto delle aspettative.

Cosa consigli ai giovani che vogliono diventare network specialist come te?
Per prima cosa avere un forte interesse per il mondo delle reti, in secondo luogo avere passione e curiosità per quello che si fa, così da spingersi oltre la consuetudine e scoprire una realtà davvero affascinante che all’inizio è difficile immaginare!

Internet ha cambiato il mondo del lavoro in Italia. Come?
Dal mio punto di vista Internet non ha ancora cambiato radicalmente il modo di lavorare in Italia. Oggi siamo ancora in una fase embrionale di questo nuovo sistema, quando l’accesso alla rete sarà alla portata di tutti e quando concetti come il telelavoro saranno parte integrante di un nuovo modo di concepire il lavoro, allora potremo dire che Internet avrà veramente cambiato il mondo del lavoro.

Serve un sindacato dei Networkers? Se sì, come te lo immagini?
Per rispondere a questa domanda bisognerebbe capire cosa si intende per sindacato dei Networkers, se lo si intende come sindacato simile a quelli che esistono oggi nel mondo del lavoro, a mio giudizio credo che sia poco utile.

Se invece dovessi pensare a un sindacato dedicato al mondo dell’ICT, lo vedrei come un sistema innovativo capace di promuovere e divulgare la potenzialità della rete per l’accesso alla conoscenza, con l’obbiettivo di migliorare lo stato sociale delle persone.

Descrivi la tua professione in modo chiaro e diretto in modo che anche mia nonna possa capirla.
Ci provo di continuo con i miei nipotini, ma spesso mi rendo conto di non essere molto convincente. Per farla semplice diciamo che il mio obbiettivo è quello di garantire a chiunque abbia la necessità di accedere alla rete, di farlo in modo semplice e sicuro!

L’organizzazione ‘classica’ del lavoro (orari rigidi e cartellino da timbrare) ha senso per un networker?
Con l’evolversi della rete il concetto di presenza fisica in un certo luogo e in un certo orario non ha più molto senso, l’obiettivo di un networker è quello di garantire la disponibilità di un servizio che sia l’accesso a un database piuttosto che l’accesso alla mail, non è importante da dove io controllo e garantisco questi accessi ma è importante che questi accessi siano disponibili.

Quanti sono i tuoi amici sui socialnetwork, quanti di questi conosci davvero e quanti frequenti anche “off-line”?
Credo qualche centinaia, però frequento abitualmente solo alcuni di loro, gli altri purtroppo non riesco ad incontrarli spesso a causa della distanza geografica e stili di vita differenti. In questo senso penso che i social network possano dare una grossa mano per tenersi in contatto.

Prima di incontrare qualcuno che non conosci fai una ricerca su Google?
Dipende, se si tratta di un incontro di lavoro raccolgo qualche informazione, però in generale preferisco fidarmi del mio intuito, anche perché di solito mi basta poco tempo per capire che tipo di persona mi trovo davanti.

di Mario Grasso