Web graphic designer, classe ’86. Amante del disegno e della grafica si diploma come Grafico Pubblicitario, e dopo aver studiato un anno presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze (mantenendo ancora adesso contatti collaborativi con alcuni artisti e professori) si iscrive all’Università di Pisa.
Attraverso quest’ultima ha modo di coltivare maggiormente le sue passioni, e successivamente presso il King’s College, per un breve ed intenso periodo, approfondisce la sua conoscenza delle tecnologie web.
Oltre allo studio riesce ad affermarsi come freelance di piccole e medie imprese della sua regione. Successivamente si trasferisce a Novara e poi Milano dove lavora come Web graphic designer per un’azienda di siti e-commerce.
L’ultimo social post?
Ammetto che l’unica cosa che mi piace veramente postare sono foto da me realizzate, pertanto l’ultimo social post è relatvo all’ultima foto pubblicata su Flickr.
L’ultimo video che hai visto su Youtube?
I pitch finali di un precedente Startup Weekend. Ho avuto la possibilità in passato di partecipare all’evento di Milano e Torino, pertanto con piacere cerco sempre di vedere le presentazioni delle edizioni a cui non partecipo.
Mac, Windows o Linux?
Sono nato e cresciuto con Windows pur simpatizzando per Mac OS e Linux Debian.
L’ultimo acquisto online?
Giusto ieri, un certificato SSL per un piccolo progetto che conto di lanciare a breve.
Un libro che ha segnato la tua vita?
“Awareness” di “Anthony De Mello”.
Qual è stato il progetto lavorativo che più ti ha segnato?
Tre anni fa tramite uno stage universitario presso il King’s College di Londra ho avuto la possibilità di realizzare alcuni progetti. Non tanto l’esecuzione quanto il metodo di lavoro mi ha permesso di appassionarmi ulteriormente a quanto già amavo: il web.
Quando hai deciso di diventare web graphic designer?
Non c’è un momento in particolare, lo definirei un percorso, iniziato per gioco molti anni fa e in continua evoluzione. Di sicuro ho capito che il mio futuro sarebbe stato legato al web nel 1995 circa: mettere online una semplice pagina e sapere che quest’ultima è visibile in tutto il mondo è stato l’inizio di una lunga storia d’amore con il web.
Nella tua carriera, ha contato più lo studio (da autodidatta o scolastico-professionale) o l’esperienza pratica?
Indubbiamente lo studio ha la sua rilevanza, mi ha permesso di raffinare, razionalizzare e standardizzare un metodo, ma l’esperienza pratica, a mio parere, è quella che conta davvero.
Il primo colloquio non si scorda mai: hai qualche curiosità da raccontare?
Il giorno dopo la laurea avevo un colloquio presso una Startup di Milano. Apprezzarono molto che non avessi voluto perdere un attimo per lavorare con loro.
Hai avuto durante la tua carriera professionale un incontro particolare?
Tre anni fa, presso l’Ilas di Napoli ho assistito ad un seminario di Stefano Scozzese… fu molto educativo e motivante. Nello stesso anno partecipai all’ottava edizione del Premio Web Italia la quale mi permise di conoscere i migliori professionisti web del panorama italiano.
E un’intuizione vincente?
Durante la mia formazione e carriera ho ricevuto e continuo a ricevere feedback, avere intuizioni, delusioni e soddisfazioni; il tutto procede delineando un cammino. Non voglio e non posso parlare di intuizione vincente fintanto che non lo riterrò concluso.
Cosa consigli ai giovani che vogliono frontend web graphic designer come te?
Provare, cadere, rialzarsi, e dove il proprio lavoro non lo consenta, non smettere mai di fare ricerca tramite progetti personali.
Internet ha cambiato il mondo del lavoro in Italia. Come?
Comunicazione, informazione, commercio.. devo aggiungere altro? 😉
Serve un sindacato dei Networkers? Se sì, come te lo immagini?
Non sarebbe male avere un punto di riferimento per tutte quelle incertezze e dubbi che talvolta “germogliano” proprio in rete ma ammetto di non riuscire a immaginarmelo.
Descrivi la tua professione in modo chiaro e diretto in modo che anche mia nonna possa capirla.
Lo ammetto, in passato avevo già “tentato” di spiegarlo a mia nonna… pertanto, molto brevemente: la mia figura professionale è quella che mette in collegamento il programmatore e l’utente finale, colui che crea l’interfaccia grafica uomo-macchina, disegnandola e “assemblandola”.
L’organizzazione ‘classica’ del lavoro (orari rigidi e cartellino da timbrare) ha senso per un networker?
Ha senso pianificare scadenze e consegne, ma il contesto aziendale dove si “impone” di essere creativi in orari prestabiliti, a mio parere, uccide la creatività stessa.
Quanti sono i tuoi amici sui social network, quanti di questi conosci davvero e quanti frequenti anche “off-line”?
Ad esclusione di Flickr, solitamente gli utenti che aggiungo sono persone che ho conosciuto o conosco personalmente nella vita reale, di questi frequento offline meno del 10%.
Prima di incontrare qualcuno che non conosci fai una ricerca su Google?
Si, preferibilmente su Linkedin, anche se farsi un’idea affidandosi al proprio intuito è decisamente la scelta che reputo migliore.
di Mario Grasso