E-skills, il gap si supera con la cooperazione globale

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BRUXELLES – Continua l’impegno della Commissione Europea e di altri stakeholder per le politiche sulle competenze digitali.

Lo scorso 26 marzo si è tenuta nella capitale belga la conferenza “The International Dimension of e-Skills and the Impact of Globalization” con diversi esponenti europei del mondo accademico, imprenditoriale, delle parti sociali e governative.

L’obiettivo dell’iniziativa è di migliorare la comprensione della dimensione internazionale delle competenze digitali per far fronte al meglio, attraverso la cooperazione e l’impegno per sviluppare le e-skills in Europa, alla transizione verso l’economia digitale.

Aldilà dell’importanza centrale e dell’influenza che può avere la professione ICT, resta ancora un profilo immaturo rispetto a professioni come quella legale, medica o ingegneristica.

Questo si manifesta in vari modi: da una scarsa percezione dell’opinione pubblica delle professioni ICT se paragonato al numero di occupati che svolgono questa professione al tasso preoccupante di fallimenti legati a progetti ICT.

Tanto più se questi timori riguardano anche l’Italia. Come dimostra uno studio del Boston Consulting Group attraverso l’uso del ”e-intensity index”, un indice che misura il tasso di maturità dell’economia digitale di diverse nazioni. Il nostro Paese si piazza tra i cosiddetti “Laggards”, ovvero i Paesi ritardatari.

Tuttavia, un’indagine svolta da IVI (Innovation Value Institute) ci consegna un dato incoraggiante, almeno sulla carta: il 70% degli intervistati è d’accordo sul fatto che lo sviluppo delle e-skills possa aiutare lo sviluppo del business.

Anche se Gabriella Cattaneo, Vicepresidente di IDC Italia avvisa: “Va bene l’interesse per le competenze digitali ma al momento quello che manca spesso è la possibilità delle aziende di investire sulla formazione”.

John Higgins, Direttore Generale di DigitalEurope, durante il suo intervento (il primo della giornata) dal sapore di conclusione dei lavori, è andato al sodo: “Far incontrare i vari portatori d’interesse e scambiare le buone pratiche è sicuramente utile ma il lavoro più importante è quello di condividere queste conoscenze a livello locale”.

Werner Korte, direttore della società di ricerca tedesca Empirica è stato altrettanto pragmatico, in tal senso: “Se non cominciamo a identificare e specificare le richieste del settore in base alle skill richieste sulla base del risultato dei nuovi trend globali del settore ICT (Mobile, cyber sicurezza, big data, social business, cloud, “bring your own device”, giusto per citarne alcuni) confrontandole con gli esperti e il mondo accademico, l’Europa si ritroverà a essere tra poco incapace di competere”.

Il rapporto finale, denominato ‘E-skills: the international dimension and the impact of globalisation’, sarà disponibile alla fine di aprile 2014 e raccoglierà tutti i contributi dei vari incontri svolti a Bruxelles a partire da gennaio 2013.

di Mario Grasso