Elezioni europee 2014, cercasi Presidente digitale

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MILANO – Il 25 maggio si vota per il rinnovo del Parlamento europeo. Le questioni riguardanti il settore ICT sono rilanciate dagli addetti ai lavori al futuro “presidente digitale” della Commissione europea.

I “Digital Champions”, gli ambasciatori della cultura digitale nominati dai singoli governi, di 19 Paesi europei hanno scritto una lettera ai 5 candidati al vertice della Commissione (Jean-Claude Juncker, Martin Schulz, Guy Verhofstadt, Ska Keller, Alexis Tsipras) sugli impegni più importanti da assumere per quel che riguarda lo sviluppo tecnologico del Vecchio Continente.

In particolare, i 4 punti dell’agenda dei Digital Champions sono i seguenti:

1) Non esiste una ‘digital economy’ – l’economia è digitale. Internet e le comunicazioni digitali hanno trasformato le nostre economie in maniera analoga alla locomotiva a vapore nel 18esimo secolo e all’elettricità nel 19esimo. Il prossimo leader della Commissione europea è dunque chiamato a ‘razionalizzare il portfolio digitale e tutti i dossier fondamentali’ – e, infine, a prendersi la responsabilità del successo in questo settore.

2) Solo accelerando le performance digitali dell’Europa si potrà crescere e creare occupazione. Tra il 2004 e il 2009, internet e le tecnologie digitali hanno contribuito a oltre il 20% della crescita economica dei paesi avanzati e, per il futuro, il settore digitale dovrebbe crescere sette volte più velocemente del PIL europeo. È altresì essenziale risolvere il problema della disoccupazione giovanile. Nonostante il numero record di persone che non lavorano, le imprese faticano a trovare candidati dotati delle adeguate competenze digitali. L’Europa non può permettersi di non colmare questo gap ed è per questo che come digital champion incoraggiamo il prossimo presidente della Commissione europea a rafforzare la Grand Coalition for Digital Jobs.

3) Un’economia dinamica e competitiva in grado di operare ai vertici delle tecnologie digitali non può basarsi su infrastrutture obsolete. Stime conservative parlano di investimenti per 200 miliardi di euro per raggiungere gli obiettivi fissati per la banda larga al 2020. Questo investimento è alla base della crescita futura e della creazione di posti di lavoro e non può più essere rimandato. Deve essere la priorità per il prossimo leader della Commissione europea, che dovrà lavorare in tandem con gli Stati membri e gli stakeholder per realizzare un calendario convincente con risultati e scadenze concrete.

4) Gli imprenditori del settore tecnologico giocheranno un ruolo fondamentale per la ripresa economica e la creazione di posti di lavoro. Secondo l’OECD, la maggior parte dei posti di lavoro saranno creati da aziende create da 5 anni o poco più. Solo la cosiddetta app economy creerà 4,8 milioni di posti di lavoro entro il 2018 (da 1,8 milioni nel 2013) e triplicherà il fatturato da 17,5 miliardi a 63 miliardi. Il potenziale è, quindi, enorme e sarà compito della politica riconoscerne e valorizzarne l’importanza per creare economie moderne e dinamiche. E’ per questo che chiediamo di sostenere lo Startup Manifesto e di inserire le raccomandazioni in esso contenute nel vostro programma politico.

Tra le firme dei “campioni digitali” manca quella italiana poiché non è stata ancora nominata una persona per tale ruolo dopo l’uscita di scena di Francesco Caio.

Intanto Marianna Madia, ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione, è stata delegata per il coordinamento dell’agenda digitale italiana. A fine maggio si presenterà al Formez il testo con le linee guida sulla cultura digitale a opera dell’Agenzia per l’Italia Digitale.

Non resta che augurare buon voto a tutti!