Accenture Outsourcing, la protesta social dei lavoratori

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PALERMO – Dietro l’iniziativa social #262acasa c’è il dramma di altrettanti lavoratori dell’Accenture Outsourcing di Palermo che rischiano di restare senza lavoro dal prossimo 31 ottobre.

“Abbiamo apprezzato molto l’interesse dell’onorevole Davide Faraone – dice Claudio Bonfiglio, assistente tecnico di II livello, palermitano di 35 anni, padre di due figlie e sposato con un’altra dipendente di Accenture Outsourcing – e del sindaco di Palermo Leoluca Orlando che è venuto nella nostra sede a dimostrare vicinanza”.

“Dietro la rescissione del contratto di customer care British Telecom con Accenture – continua Bonfiglio -non c’è una reale motivazione visto che il lavoro non manca. Ci chiediamo se dietro ci sia una lite tra i manager vista l’accusa di scarsa qualità del servizio (negata in seguito sui tavoli istituzionali) ai manager Accenture rei di non fare bene il proprio lavoro”.

I lavoratori non sono rimasti a guardare e hanno lanciato su Facebook, Twitter, Youtube e Instagram l’hashtag #262acasa e relativi account social gestiti da un gruppo di lavoratori. Ed è stato subito un boom di condivisioni dal mondo della spettacolo, della musica e dello sport siciliani e nazionali.

“Sono molto importanti sia i vip sia le persone normali che stanno sostenendo l’iniziativa – racconta Claudio. Il principio dell’azione svolta sul web è di far vedere che dietro il nome di Accenture e BT c’è il nostro lavoro. Un lavoro che sta alla base dell’eccellenza e della qualità dei manager”.

I lavoratori Accenture hanno già fatto sacrifici in passato. Nel 2010 l’azienda ha ridotto lo stipendio di circa 500 euro a dipendente per tenere il lavoro a Palermo, rischio il decentramento in Romania.

In tutto questo il ruolo dei sindacati è stato importante. Grazie ai sindacati, infatti, la disdetta è stata posticipata perché altrimenti la rescissione sarebbe già avvenuta lo scorso 31 agosto.

Il 21 luglio Accenture aveva già portato delle proposte di accordo al tavolo con i sindacati che BT tuttavia non ha accettato.

La protesta così non si è fatta attendere. Il 22 luglio inizia l’agitazione dei lavoratori e dei sindacati. L’8 agosto invece si è svolta una manifestazione sotto gli uffici della Regione Siciliana.

Oltre all’impegno dei segretari sindacali del contratto telecomunicazioni, che ha avuto il suo primo passo nello sciopero, i lavoratori hanno deciso di imbattersi anche in una protesta musicale realizzando un video sulle note di “Vaffanculo” di Marco Masini.

“Siamo disposti ad andare ovunque per lavorare ma è anche vero che se andiamo via da Palermo non rimane più nessuno sia in Sicilia sia in Italia” commenta con tono amaro Claudio.

Le prossime mosse? “Il 10 settembre – dice Claudio – è previsto un tavolo al Ministero dello Sviluppo Economico con Accenture, British Telecom, il Ministro Federica Guidi, l’assessore regionale al Lavoro Giuseppe Bruno, l’assessore Giovanna Marano del Comune di Palermo”.

Le cose non sembrano andare per il verso giusto, secondo Claudio. “L’azienda continua con un silenzio assordante” commenta il lavoratore Accenture. “Non abbiamo risposte né da BT né da Accenture che sembra non avere un piano B”.

Dubbi anche sui reali interessi delle aziende in Sicilia e sui rapporti con la Regione Siciliana. “Accenture era partner al 49% con Engineering all’interno del progetto regionale Sicilia e Servizi – spiega Claudio. La partnership è finita con l’insediamento di Crocetta. Non ci interessano i giochi di potere o i giochi al ribasso dei costi del personale”.

Vista la grave situazione e la fase di stallo, a fine intervista il giovane lavoratore palermitano dimostra tutta la sua preoccupazione sul suo futuro e della sua famiglia: “Non escludiamo nulla – commenta Claudio. Siamo pronti a tutto, a qualsiasi azione eclatante per far parlare di questa situazione. In questo momento si parla del nostro pane e del futuro dei nostri figli”.

di Mario Grasso