Olandesi perditempo a lavoro? Colpa dell’ICT

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MILANO – L’Olanda è un Paese di perditempo a lavoro? No, è colpa della mancanza di competenze informatiche e della formazione professionale.

Nel 2012, l’Università olandese di Twente ha realizzato uno studio sulla perdita di produttività a causa di problemi legati all’Information Technology e alle inadeguate competenze informatiche nei luoghi di lavoro.

CTRL ALT DELETE”, questo è il titolo della ricerca realizzata, ha dimostrato come in media gli impiegati olandesi perdano il 7,6% di tempo produttivo a causa proprio dei due problemi suddetti.

Difficoltà che sembrano sfuggite all’attenzione sia dei lavoratori sia dei datori di lavoro ma che hanno diverse soluzioni.

Il ricercatore Alexander van Deursen e il professore Jan van Dijk dell’università olandese hanno intervistato 2.004 persone, al netto dei questionari compilati male e dei lavoratori che usano il computer per meno di 12 ore a settimana per un totale di 10.136 e-mail inviate.

Il risultato è in media una perdita di tempo vicino alla mezz’ora (27 minuti e 37 secondi) al giorno e una perdita fino al 10% di tempo produttivo nei casi peggiori.

Le cause sono le più disparate: dai tempi di attesa per l’avvio del sistema operativo, ai problemi legati al server della posta elettronica o l’impossibilità di accedere al sistema aziendale da una postazione remota.

Secondo gli studiosi, i problemi sono ancora più gravi per i lavoratori con un basso livello di educazione e con ruoli inferiori in azienda.

Ammettono anche la difficoltà nel quantificare un valore economico preciso. Secondo i calcoli dei due accademici, aiutati da uno studio condotto nel 2009 dalla Netherlands Organisation for Applied e dai numeri forniti da Statistics Netherlands nel 2011, la cifra totale ammonterebbe a 19,3 miliardi di euro l’anno.

Quello che colpisce di più è il mancato riconoscimento del problema da parte degli interessati. I lavoratori hanno sopravvalutato il proprio livello di competenze informatiche. La maggioranza degli intervistati non ha fatto corsi di aggiornamento in ambito IT negli ultimi tre anni. Secondo molti la formazione è inutile perché le competenze richieste dal proprio lavoro sono già sufficienti per il livello richiesto.

Ancora più preoccupante per i ricercatori è che l’azienda abbia fatto davvero poco per migliorare le competenze informatiche dei propri dipendenti. Gli intervistati hanno confermato che più del 75% delle loro competenze è stato acquisito in maniera indipendente più che dalla formazione aziendale. Fenomeno ancora più accentuato per il gruppo di intervistati appartenenti al senior management.

Le soluzioni sembrano comunque essere a portata di mano. La prima può essere – secondo gli studiosi – fornire una formazione migliore e più frequente. Solo il 22% degli intervistati ha fatto un corso di formazione ufficiale negli ultimi tre anni. Anche perché secondo lo studio, questo potrebbe far guadagnare 33 minuti di tempo produttivo giornaliero.

La seconda soluzione sarebbe quella di migliorare l’efficacia delle funzioni svolte dall’helpdesk. I risultati dimostrano come i dipendenti cercano le soluzioni per un problema attraverso altri metodi prima di rivolgersi allo staff di IT helpdesk.

Una terza potenziale soluzione sarebbe quella di istituzionalizzare le reti informali tra colleghi di lavoro utili a scambiarsi le informazioni relative ai problemi tecnologici e sviluppare le necessarie competenze informatiche.

Nulla di nuovo sotto il sole? Forse. Sarebbe interessante fare uno studio comparato anche in Italia per capire quali possono essere le competenze informatiche da sviluppare nei luoghi di lavoro dove l’utilizzo della tecnologia è centrale o fa parte di un determinato ramo d’azienda.

Questo comunque conferma ancora una volta l’importanza della formazione in azienda e dell’acquisizione di competenze informatiche.

di Mario Grasso