Daniele Rutigliano – E-commerce Specialist

0
1317
Daniele Rutigliano E-commerce Specialist

Classe ‘83, vive e lavora a Bari. Laureato in “Informatica e Comunicazione digitale”, da 10 anni guida la sua web agency: Aproweb. Autore del libro “Ecommerce vincente” con la Hoepli.

Tra le altre cariche: due anni nel consiglio direttivo della Unicom di Milano, mentre da più di un anno è referente pugliese per l’IWA Italy.
Tiene workshop e corsi sul digital marketing e sull’e-commerce in tutta Italia.

La sua unica droga è la musica pop: la sente e la suona (piano). Nel tempo libero, quando il lavoro non lo blocca, nuota. Ama leggere romanzi e disegnare a matita ma il tempo che dedica a questi altri miei hobby è veramente poco ormai.
Ha un legame speciale con la città di Vienna con la quale spera di realizzare qualcosa di concreto.
L’ultimo social post?
Una foto di due magliette prese al MagDay di Parma!

L’ultimo video che hai visto su Youtube?
Vado a memoria: il mago Forest e il primo appuntamento con una donna. Ho appreso nuovi trucchetti!

Mac, Windows o Linux?
Windows ma solo per abitudine. Presto però passerò al Mac (visto che ho iPad e Iphone).

L’ultimo acquisto online?
Libri ma questa estate mi sono divertito acquistando le action figure di Steve Jobs! Ora sono in una vetrinetta invidiata da tutti i clienti che vengono in agenzia…

Un libro che ha segnato la tua vita?
Non hai specificato il verbo… Quindi potrei dirti “il mio” (“E-commerce vincente”, Hoepli, 2013) visto che mi sta portando notorietà e lavoro… Libri letti “speciali” ne ho diversi ma nessuno mi ha segnato la vita.

Qual è stato il progetto lavorativo che più ti ha segnato?
Direi la realizzazione del sito web di Christian Abbiati, portiere del Milan. Ero un suo fan a 18 anni. Realizzai per gioco una pagina non ufficiale, poi piacque così tanto che il suo agente mi chiamò per renderlo “ufficiale” (ero in piena maturità scientifica, lo ricordo ancora!). Con quel sito sono cresciuto e ho fatto tantissima esperienza… Il mio nome arrivò anche a Walter Zenga: realizzai anche il suo sito ufficiale per 4 anni. Direi che da lì è partita la mia agenzia!

Quando hai deciso di diventare e-commerce specialist?
Quando la casa editrice Hoepli mi ha chiesto di scrivere un libro sull’ecommerce dopo un mio workshop a Smau Milano 2012.

Nella tua carriera, ha contato più lo studio (da autodidatta o scolastico-professionale) o l’esperienza pratica?
Domanda difficile: di impulso ti direi lo studio e la pratica da autodidatta ma l’università mi ha insegnato molte cose, non tanto pratiche quanto concettuali che mi hanno aiutato a lavorare meglio e in maniera più professionale.

Il primo colloquio non si scorda mai: hai qualche curiosità da raccontare?
Hai ragione… Peccato che abbia iniziato a lavorare in proprio da subito, senza altre esperienza! Non ho mai sostenuto un vero e proprio colloquio “classico”…

Hai avuto durante la tua carriera professionale un incontro particolare?
Alieni veri non ne ho mai incontrati (purtroppo!)… Gente strana a buttare. Persone che hanno segnato il mio percorso lavorativo parecchie. In realtà credo che ogni incontro sia determinante. Poi spetta a te prendere il meglio dall’altro. C’è chi mi ha sostenuto, chi mi ha incoraggiato, chi mi ha ripreso, chi mi ha consigliato, chi mi ha corretto, chi mi ha amato e chi mi ha odiato. La lista sarebbe lunga!

E un’intuizione vincente?
Penso di sì anche perché se ho costruito qualcosa di concreto in questi 10 anni (la mia web agency) non sarà certo per caso… Sono fiero anche di aver creato business a molti clienti. Per il resto tante idee e progetti ma che non sono mai usciti dal cassetto.

Cosa consigli ai giovani che vogliono diventare e-commerce specialist come te?
Di studiare (leggete ad esempio tutti i libri sull’ecommerce presenti sul mercato!), di seguire gli eventi più importanti (Smau, Ecommerce Forum e i convegni dell’Osservatorio.net) e di avvicinarsi il più possibile alle vendite online, anche aprendo un negozio su eBay!

Internet ha cambiato il mondo del lavoro in Italia. Come?
Internet ha cambiato il mondo. Non solo sul lavoro, non solo in Italia. Il nostro paese è famoso per il numero di smartphone venduti e posseduti da ogni persona (quasi due a testa). E i risultati si vedono: siamo tutti sempre su Facebook. Nel mondo del lavoro sono nate nuove professioni, legate in qualche modo al mondo ICT. Molti ragazzi non lo hanno capito e continuano a fare percorsi “classici”. L’esempio più banale che mi viene in mente è l’avvocato. Tutti sono legali, nessuno (o solo pochissimi) però decide di specializzarsi nell’informatica giuridica e di comprendere gli SLA, le problematiche della privacy nell’era del cloud, i server, le condizioni di vendita nell’online, gli attacchi e i reati informatici, ecc…

Serve un sindacato dei Networkers? Se sì, come te lo immagini?
State percorrendo la strada giusta!

Descrivi la tua professione in modo chiaro e diretto in modo che anche mia nonna possa capirla.
Cara nonna di Mario,
ogni giorno aiuto professionisti e aziende a vendere “qualcosa” tramite Internet e i computer.

L’organizzazione ‘classica’ del lavoro (orari rigidi e cartellino da timbrare) ha senso per un networker?
Dipende. Siamo in Italia dove vige una burocrazia lenta e vecchia. Non siamo in America o in Germania, le nostre aziende non si chiamano Google o Microsoft. Non è facile replicare la “easy economy” adottata da Elke Frank. Nei miei 10 anni ho provato a seguire una gestione aziendale all’americana ma non siamo pronti. L’intero team deve essere pronto. Qui mancano molte cose: dalle motivazioni personali ad un enorme business che ti permetta di crescere velocemente, dal vero spirito collaborativo alla correttezza. Con questo non voglio dire che è necessario essere rigidi: sono flessibile con il mio team ma spesso delle regole servono. In tutto ciò è necessario considerare il tipo di lavoro svolto dall’azienda: noi dobbiamo lavorare insieme, non potremmo fare orari differenti…

Quanti sono i tuoi amici sui social network, quanti di questi conosci davvero e quanti frequenti anche “off-line”?
Ho 1414 amici su Facebook, 1562 su Linkedin e 694 follower su Twitter. Su FB conosco personalmente molte persone mentre su Twitter e Linkedin molti sono contatti virtuali. Il bello è che in ogni città (arrivo anche a Vienna!) conosco qualche collega con cui fare networking…

Prima di incontrare qualcuno che non conosci fai una ricerca su Google?
Non con Google, sui social prima (Facebook e Linkedin). Dopo Google.