Economia digitale, l’OCSE si fa il selfie

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Economia digitale, l'OCSE si fa il selfie

Lo studio dell’organizzazione internazionale fa un’instantanea sull’ICT a 360 gradi ponendo diversi interrogativi in vista del rinnovo dell’Internet Governance Forum di fine annoOggi, l’economia digitale permea innumerevoli aspetti dell’economia mondiale, esercitando un impatto su diversi settori come quello bancario, la vendita al dettaglio, l’energia, i trasporti, l’istruzione, l’editoria, i media e la sanità. Le tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni (le cosiddette TIC o, più comunemente, con l’acronimo inglese: ICT) stanno trasformando il modo di gestire le interazioni sociali e le relazioni personali, attraverso la convergenza di reti fisse, mobili e di radiodiffusione e la crescente messa in connessione di apparati e oggetti, per realizzare l’Internet delle cose.

Come possono i Paesi dell’OCSE e le economie partner massimizzare il potenziale dell’economia digitale quale motore dell’innovazione e della crescita inclusiva? Quali sono le evoluzioni dell’economia digitale che i responsabili governativi devono esaminare e le sfide emergenti cui devono far fronte?

Il report mostra come i Paesi possano massimizzare il potenziale dell’economia digitale e farlo diventare un volano per l’innovazione e la crescita inclusiva. Discute le evoluzioni nell’economia digitale che la politica deve considera oltre alle sfide emergenti che devono considerare come parte delle strategie digitali nazionali.

Lo studio include una panoramica della situazione attuale e uno sguardo sull’economia digitale, i trend principali nel settore ICT e i relativi sviluppi nelle politiche di comunicazione e regolamentazione. La ricerca ospita anche i risultati relativi alla domanda di ICT, la sua adozione e gli effetti dell’economia digitale sulla crescita e lo sviluppo. Un capitolo a parte ospita invece gli aggiornamenti sulla fiducia nell’economia digitale e sull’emergente Internet of Things.

Il potenziale dell’economia digitale non è stato ancora pienamente sfruttato.

Il valore mondiale degli scambi nel settore delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione, a livello industriale, ma, soprattutto, dei servizi per l’ICT continua a crescere.

La spesa delle imprese per la Ricerca e Sviluppo e il recente aumento dei brevetti ICT evidenziano il ruolo chiave svolto da questo settore per l’innovazione.

I mercati della banda larga stanno crescendo, con un aumento degli abbonamenti alla banda larga wireless‑ prossimi a un miliardo di unità nell’area dell’OCSE – che compensano la diminuzione degli abbonamenti alla rete telefonica fissa.

Le prestazioni delle reti di comunicazione stanno migliorando con lo sviluppo della fibra ottica e del 4G, mentre i prezzi stanno diminuendo, in particolare per i servizi di comunicazione mobile.

  • Vi è un notevole potenziale di ampliamento della copertura e di miglioramento della qualità delle infrastrutture fisse e mobili della banda larga. La nuova metodologia dell’OCSE per misurare la velocità dichiarata della banda larga fissa faciliterà il cammino dei Governi verso l’Internet delle cose.
  • La complementarietà tra reti fisse e mobili sarà essenziale per venire incontro alla crescente domanda di capacità sulla rete fissa e di risorse spettrali per la rete mobile. Le infrastrutture fisse sono fondamentali per l’offloading e il backhauling del traffico wireless e per favorire un migliore utilizzo dello spettro disponibile. I responsabili governativi stanno collaudando schemi innovativi di autorizzazioni all’uso dello spettro, per aumentarne l’efficienza.
  • Il potenziale di crescita e innovazione nelle imprese, legato ad una maggiore adozione e0 uso delle ICT è enorme, in quasi tutti i settori. Sebbene la maggior parte delle aziende nei Paesi dell’OCSE utilizzi un collegamento a banda larga – il 95% del totale delle imprese con più di 10 dipendenti nel 2014 – poche utilizzano dei software di pianificazione delle risorse imprenditoriali (31%), servizi di cloud computing (22%) o ricevono ordinazioni elettroniche (21%). Le differenze tra Paesi e tra le piccole e grandi imprese restano notevoli.
  • Nuovi modelli imprenditoriali basati su metodi di produzione collaborativi, come le piattaforme di crowdfunding e le nuove piattaforme di sharing economy, sfidano le regole esistenti dei mercati consolidati e richiedono risposte ponderate al fine di consentire lo sviluppo dell’innovazione, proteggendo nello stesso tempo l’interesse pubblico.
  • Anche per le singole persone il margine di manovra per un’ulteriore diffusione delle ICT è ampio. I consumatori rappresentano una piccola parte degli utenti del commercio elettronico, il 90% delle transazioni di e‑commerce riguarda, infatti, gli scambi tra imprese. Nonostante un’ampia diffusione, l’intensità dell’utilizzo d’Internet continua a essere variabile, in particolare per attività che richiedono un livello d’istruzione più alto quali l’e‑government; l’e‑commerce ed i servizi bancari online.

Far aumentare la crescita economica e sociale attraverso programmi nazionali che promuovono l’economia digitale.

I Governi dei Paesi dell’OCSE sono sempre più consapevoli della necessità di sviluppare l’economia digitale in modo strategico, per aumentarne i benefici e rispondere a sfide fondamentali come la riduzione della disoccupazione e le diseguaglianze e aiutare la gente a uscire da condizioni di povertà. Le attuali strategie digitali nazionali vertono su questioni che vanno dalla creazione di un’impresa e crescita della produttività all’amministrazione pubblica, l’occupazione e l’istruzione, la salute e l’invecchiamento, l’ambiente e lo sviluppo. Nel complesso, i governi sono sempre più consapevoli che “l’elaborazione delle politiche per Internet” dipende da un insieme di strumenti d’intervento coerenti che deve comprendere tutti i livelli di governo:

  • Le infrastrutture – che rappresentano un elemento di base per i nuovi modelli di business, per il commercio elettronico e per le nuove reti collaborative, scientifiche e sociali– devono essere di elevata qualità, accessibili a tutti e disponibili a prezzi competitivi.
  • Laddove la concorrenza nell’economia digitale è continuamente sottoposta a sfide importanti, come ad esempio la convergenza delle tecnologie o l’integrazione dei modelli imprenditoriali tra i fornitori di telecomunicazioni e nuovi attori di Internet, i Governi devono impegnarsi a tutelarla, diminuendo le barriere artificiali all’ingresso dei mercati e rafforzando la coerenza regolamentare. Il consolidamento dei mercati della telefonia mobile non può ridurre l’innovazione o la capacità di altri attori a competere.
  • Incoraggiare un maggiore utilizzo delle ICT è essenziale, specie nell’amministrazione pubblica e nelle imprese, comprese le PMI.
  • Occorre garantire la fiducia nell’attendibilità e sicurezza delle reti, dei servizi e delle applicazioni online e gli utenti devono essere sicuri che la loro privacy e i diritti dei consumatori siano protetti. L’OCSE ha invitato i leader e i responsabili delle politiche governative a integrare la gestione dei rischi per la sicurezza informatica e la privacy negli ambiti più generali dei rischi economici e sociali, piuttosto che trattare questi problemi separatamente come particolari difficoltà tecniche e legali. Le strategie per la sicurezza informatica dovrebbero essere integrate con strategie nazionali per la privacy, per far sì che i problemi di protezione dei dati personali siano trattati con un approccio coordinato e olistico e per individuare le restrizioni che la società è pronta ad accettare, per servire gli interessi pubblici collettivi.
  • Con l’istruzione, la formazione e l’aggiornamento delle competenze, gli individui devono acquisire le capacità adeguate per utilizzare le ICT e per gestire i rischi legati alle loro attività sociali ed economiche online; ciò permetterebbe di incoraggiare l’imprenditorialità, l’occupazione e l’inclusione verso il mondo digitale.
  • Riconoscere gli effetti dirompenti della digitalizzazione è fondamentale. I Governi dovranno facilitare la transizione dei lavoratori verso nuove tipologie di “lavori digitali”.

Governance di Internet: una priorità delle politiche governative per i prossimi anni La comunità Internet sta sviluppando una proposta per il passaggio della vigilanza delle risorse tecniche di Internet da parte dell’amministrazione statunitense alla comunità multi‑stakeholder globale.

A settembre 2015, le Nazioni Unite avvieranno il programma per lo sviluppo post‑2015, fissando obiettivi di sviluppo sostenibile che dovrebbero prevedere un maggiore accesso alle ICT e a Internet per creare un’economia digitale globale e inclusiva. Nel dicembre 2015 il mandato dell’Internet Governance Forum (IGF) terminerà e dovrà essere rinnovato.

Queste iniziative sono motivate dalla necessità fondamentale di preservare l’apertura di Internet. La concezione di Internet come piattaforma aperta nella quale le imprese, i cittadini e i governi possono liberamente innovare e sviluppare applicazioni e servizi, ha consentito di sviluppare numerose innovazioni dell’economia digitale.

Negli ultimi anni, tuttavia, sono emerse preoccupazioni circa la possibilità che i benefici economici e sociali creati dall’architettura aperta e decentrata di Internet e dal libero flusso di dati transfrontalieri possano essere condizionati, direttamente o indirettamente, da questioni relative a routing territoriale, vincoli per i contenuti locali o lo stoccaggio di dati, neutralità della rete, accettazione universale dei nomi di dominio multilingue e creazione di reti alternative.

I benefici e i rischi legati ad una “open Internet” saranno discussi dai ministri e dalle altre parti interessate, ad alto livello, in occasione della prossima riunione ministeriale dell’OCSE, nel 2016, che verterà altresì su questioni chiave concernenti la connettività globale, Internet delle cose, iniziative sul fronte della domanda per incoraggiare l’innovazione e la fiducia nell’economia digitale e metodi per favorire la creazione di posti di lavoro e sviluppare le competenze necessarie per massimizzare i benefici dell’economia digitale.

Link al documento completo (in inglese): Prospettive dell’economia digitale, OCSE, 2015