Diritto alla disconnessione, pronti per una legge?

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Diritto alla disconnessione, pronti per una legge?

In Francia, il governo guidato da François Hollande sta cercando di porre rimedio a questo problema per la prima volta con una legge sul diritto alla disconnessione.

D’altronde, il rischio da burnout digitale è un tema principale per chi lavora con computer, tablet e smartphone e ha accesso a internet 24 ore al giorno, 7 giorni su 7.

La proposta, inserita nel Jobs Act francese del ministro per il lavoro Maryam El Khomri, parte dal problema che la connessione permanente sia ormai universale e in continua crescita e necessita di un intervento legislativo.

«Tutti gli studi mostrano – secondo le parole del parlamentare socialista francese Benoit Hamon – come ci sia un maggiore stress lavoro correlato oggi rispetto al passato e questo stress sia costante».

«Gli impiegati lasciano fisicamente l’ufficio – prosegue il politico francese – ma non lasciano il loro lavoro. Rimangono attaccati a una sorta di guinzaglio elettronico, come un cane. I testi, i messaggi, le email, invadono la vita di ogni individuo in maniera assillante».

Nonostante la nuova legge sul lavoro sia al centro delle proteste, questa clausola sul diritto alla disconnessione sembra avere un ampio consenso.

Se l’iniziativa diventerà legge, vedrà coinvolte le aziende con più di 50 dipendenti che saranno obbligate a scrivere un accordo aziendale che preveda i periodi – in generale, di sera e nei fine settimana – in cui i lavoratori non siano soggetti a inviare o a rispondere alle email aziendali.

Questa legge sul diritto alla disconnessione funzionerà? C’è chi ha qualche dubbio sugli effetti della proposta contro il digital burnout.

Olivier Mathiot, responsabile di PriceMinister – un mercatino online che opera dal centro di Parigi – ha istituito il “no-email Fridays” (venerdì senza e-mail) per incoraggiare i dipendenti a fare meno ricorso di servizi di messaggeria digitale (WhatsApp, Telegram, per intenderci, ndr).

Tiphanie Schmitt, responsabile delle vendite, vede bene l’iniziativa – aiuta le persone a parlare tra di loro – ma non vede di buon occhio un’interferenza del governo sul modo in cui lavora.

«Vendo, mi piace vendere. Questo significa che uso l’email fino a tardi e nei week end. Non voglio – dice Schmitt – che l’azienda mi impedisca di usare la mia casella di posta elettronica per colpa di qualche legge».

Opinioni simili si possono sentire al pub Bowler, vicino gli Champs-Élysées, un ritrovo di lavoratori informatici e finanziari.

«Penso – Gregory, sviluppatore software – che il diritto alla disconnessione sia ottimo per migliorare la condizione umana ma totalmente inapplicabile».

«Nella mia azienda – prosegue il developer – siamo in competizione con sviluppatori indiani, cinesi e americani. Abbiamo bisogno di parlare con le persone in giro per il mondo fino a notte fonda. I nostri competitors non hanno le stesse restrizioni. Approvando questa legge ci spariamo sui piedi».

Secondo Olivier Mathiot di PriceMinister il problema andrebbe affrontato più dal punto di vista culturale che legislativo: «in Francia siamo campioni nel far passare le leggi che non sono sempre d’aiuto quando ciò di cui abbiamo bisogno è una maggiore flessibilità nei luoghi di lavoro».

Secondo Linh Le, partner della società di consulenza parigina Elia, la legge sarà velocemente obsoleta: «nel giro di pochi anni le email cesseranno di esistere. Andremo verso qualcos’altro».

Anche i sostenitori di questa proposta come il parlamentare Benoit Hamon ammettono che gli effetti della legge non siano così esagerati. Nella bozza presentata non c’è una pena per chi la vìola. Le aziende possono rispettarla in maniera volontaria.

Tuttavia quasi tutti in Francia concordano sul fatto che il sovraccarico di comunicazioni sia uno dei temi da discutere per quanto riguarda la tutela dei lavoratori.

Negli Stati Uniti esiste una polizza assicurativa aziendale che fornisce ai dipendenti un dispositivo di controllo del sonno e l’azienda paga un bonus al lavoratore che riposa bene per 20 notti consecutive.

L’approccio innovativo alle “holiday email” adottato invece dall’azienda automobilistica tedesca Daimler potrebbe essere una soluzione. Provate a inviare un’email a un lavoratore Daimler in vacanza e riceverete un messaggio del genere: “Sono in ferie. Non riesco a leggere la vostra email. Il vostro messaggio sarà cancellato. Per favore, contatta Hans o Monika se è veramente importante o invia nuovamente l’email quando torno in ufficio. Danke Schoen (Grazie)”.

Articolo ripreso e tradotto da bbc.com.