Dipendenti ICT in Italia: la mappa Excelsior

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Dipendenti ICT in Italia: la mappa Excelsior

Proviamo a tracciare una mappa del lavoro ICT in Italia rispondendo a queste domande: Chi sono e quanti sono i dipendenti ICT in Italia? Con quale contratto sono assunti? Quali sono le competenze digitali richieste?

A queste e altre domande ha risposto il Progetto Excelsior – Sistema informativo per l’occupazione e la formazione – realizzato da Unioncamere – Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2015.

Le principali evidenze

I dati sono stati raccolti grazie al Sistema Informativo Excelsior su un campione di circa 100mila imprese con almeno un addetto dipendente dei settori privati extra-agricoli.

Per il 2015 si contano oltre 910.300 contratti di lavoro ICT, il 15% in più rispetto alle previsioni fatte nel 2014.

Il mondo delle imprese ICT dell’industria e dei servizi del settore privato a fine 2014 era popolato da quasi 38.100 imprese che corrisponde al 2,5% delle imprese totali con dipendenti presenti in Italia.

Nello specifico, sono 2.600 (il 7% del totale del settore) le imprese che producono hardware (computer, unità periferiche, componenti e schede elettroniche).

Quasi 35.500 (93%) sono le aziende che forniscono servizi di telecomunicazioni, software, consulenza informatica e attività connesse, elaborazione di dati, hosting e attività connesse e portali web.

Rispetto al 2013, le imprese del settore ICT aumentano di circa 170 unità (0,4%).

Le imprese di questo settore sono perlopiù piccole imprese: il 76% ha meno di 10 dipendenti e il 16% ha una dimensione compresa fra 10 e 49 dipendenti; mentre le imprese con oltre 250 dipendenti sono solo il 3% del totale.

Queste attività sono presenti maggiormente al Nord Ovest dove si colloca un terzo del totale di settore (37,7%). Al Nord Est il 18%, il 26,9% al Centro e il 17,4% al Sud e sulle Isole.

I dipendenti ICT in Italia

Secondo lo studio Excelsior, a fine 2014 i dipendenti ICT in Italia sono 440.100, quasi il 4% del totale di occupati come dipendenti a livello nazionale (escluse agricoltura e settore pubblico).

Di questi, 60.300 lavorano nelle aziende che producono hardware, mentre 379.800 sono impiegati nella fornitura di servizi informatici e delle telecomunicazioni.

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Rispetto al 2013, c’è un leggero aumento di occupazione dipendente (+2,5%) pari a 10.700 unità. Nello specifico, sono 8.500 (+16%) nel comparto hardware e 2.200 (+0,6%) nel comparto dei servizi informatici e telecomunicazioni.

L’aumento occupazionale dal punto di vista geografico va a braccetto con la presenza di aziende presenti sul territorio nazionale. Quindi, un incremento maggiore al Nord Ovest con 165.800 (quasi 4.900 unità in più rispetto al 2013), concentrano il 37,7% del totale del settore, segue il Centro con quasi 118.200 unità (il 26,9% del totale e 4.300 unità in più).

Roma (79.900 dipendenti) e Milano (76.100 dipendenti) sono le province con una presenza maggiore e occupano oltre il 35% del totale nazionale del settore.

Questi numeri riguardano soprattutto le aziende del componente software e sono spinte dalla presenza di economie esterne e di agglomerazione che spingono i servizi del terziario avanzato.

Rispetto al 2013, Roma e Milano presentano aumenti del 4,4% la prima (pari a 3.370 unità in più) e del 3,8% la seconda (+2.800 unità).

Torino (7,3% dell’occupazione dipendente totale del settore), Napoli (4%) e Bologna (3%) seguono le due “capitali” dell’ICT italiane.

Nonostante una diminuzione di oltre 500 unità (-4,8%) Padova mantiene la sua settima posizione, davanti a Firenze che nell’anno “guadagna” più di 900 occupati, pari a un rilevante +11,8%.

L’aumento contenuto di occupati non è invece sufficiente a Catania per rimanere tra i primi 10 in classifica dove è sostituita da Genova: la città siciliana perde infatti due posizioni e scivola all’undicesimo posto della classifica nazionale del settore.

La domanda di lavoro ICT per il 2015

Secondo le previsioni Excelsior, saranno 27.440 i contratti attivati dalle imprese del settore ICT per il 2015.

Poco più di 20.500 saranno assunzioni dirette (il 75% delle assunzioni totali), altri 2.230 saranno contratti di lavoro interinale (8%), altri 4.710 posti di lavoro sono suddivisi tra 2.900 come collaboratori a progetto (10,6%) e 1.800 come lavoratori autonomi (6,5%).

Rispetto al 2014 c’è un incremento di contratti (+28%) e soprattutto per quanto riguarda il tempo pieno (+33,2%). In calo invece gli altri tipi di assunzioni.

Secondo i ricercatori è un segno di ripresa del settore e di una stabilizzazione dei lavoratori. Tuttavia, bisogna considerare anche gli effetti del Jobs Act e degli sgravi fiscali alle aziende. Sarà in tal senso valutare questo andamento nel medio-lungo periodo e al termine degli incentivi per le aziende.

L’incremento di contratti attivati si ha nel comparto hardware con un +11,3% rispetto all’anno precedente.

Nei servizi informatici e delle telecomunicazioni si è avuto un aumento del 7%. Variazioni superiori alla media si sono avute nel Nord Est (+9,8%) e nel Mezzogiorno (+13%).

L’ultima edizione dell’indagine Excelsior ha evidenziato, per il 2015, una percentuale di imprese dell’industria e dei servizi disponibili a nuove assunzioni pari a circa il 16,5% del totale e una previsione di domanda di lavoro dipendente stagionale e non stagionale che, a livello nazionale, si attesta intorno alle 721.700 unità.

Anche nel 2015 la propensione ad assumere è molto più alta e di gran lunga superiore alla media del settore tra le imprese di maggiore dimensione che prevedono nuove assunzioni in oltre il 97% dei casi, a fronte del 13% delle imprese con meno di 10 dipendenti.

Questo aumento è previsto per le aziende di entrambi i comparti e va di pari passo con l’aumento del fatturato.

Assunzioni ICT previste: quale tipo di dipendente e difficoltà

Tra le assunzioni previste, il 74% interessa le professioni intellettuali e scientifiche e quelle tecniche, con una prevalenza (quasi il 40%) per le prime; le figure professionali comprese in questi gruppi sono naturalmente più apprezzate nel comparto dei “servizi” dell’ICT e, soprattutto le professioni intellettuali e scientifiche, interessano oltre la metà delle imprese di maggiore dimensione.

Nel comparto hardware sono invece più richiesti gli operai specializzati e i conduttori di impianti e macchine.

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La richiesta di esperienza specifica è poi espressa in misura maggiore dalle imprese del Sud e Isole dove interessa il 70% delle assunzioni previste. Numeri leggermente inferiori alla media si hanno invece nelle imprese del Nord Est e del Centro.

Alla maggior richiesta di esperienza corrisponde una difficoltà nel reperimento delle figure professionali desiderate che condiziona circa 5.230 delle assunzioni programmate, oltre un quarto delle richieste totali e in aumento rispetto allo scorso anno: 25,5% contro 24,2% nel 2014.

Per le imprese dell’ICT, soprattutto di grandi dimensioni, le difficoltà di reperimento continuano a essere ben superiori a quelle evidenziate dal totale delle imprese extra-agricole che faticano a trovare le figure  ricercate nel 10,6% dei casi.

Sono soprattutto le imprese del comparto servizi informatici e delle telecomunicazioni ad avere maggiori difficoltà nel reperire le figure ricercate che rendono difficile il 26% delle assunzioni programmate. La corrispondente quota per il comparto “industriale” dell’ICT è inferiore al 18%.

A livello territoriale i problemi di reperimento segnalati dalle imprese dell’ICT sono maggiori in tutte le regioni settentrionali, dove la quota di imprese che incontrano difficoltà nelle assunzioni è superiore alla media del settore, con punte del 27% nel Nord Est e del 28% nel Nord Ovest.

Nelle regioni del Centro e del Sud e Isole la quota è invece inferiore alla media e intorno al 23%.

Formazione ICT

Di fronte a tali difficoltà, le imprese tendono in primo luogo a fare affidamento sulla capacità di formare in azienda una figura con competenze simili (49% dei casi), salvo estendere la ricerca della figura in altre province (42%) o utilizzare modalità di ricerca non seguite in precedenza (24%).

La necessità di una ulteriore formazione è una problematica ben nota alle imprese dell’ICT. La ritengono indispensabile per l’85% delle oltre 20.500 assunzioni previste nel 2015, senza rilevanti distinzioni tra i comparti né a livello territoriale.

Un ulteriore segnale della presenza di attività formative è dato dall’orientamento ad ospitare in azienda persone per periodi di tirocinio formativo o per lo svolgimento di stage, anche con la finalità di valutare “sul campo” possibili candidati all’assunzione.

Nel corso del 2014, il 25% delle imprese del settore ICT ha ospitato personale per tale finalità.

Quota decisamente più alta del 14% circa che si registra nella media generale; inoltre, nel 63% dei casi lo stage ha avuto durata superiore al mese.

Un ultimo aspetto connesso al tema della formazione è la necessità di ulteriore formazione post-assunzione.

Quest’ultima è da effettuarsi attraverso corsi interni ed esterni o con altra modalità  compreso l’affiancamento a personale esperto), indicata dalle imprese per le figure in entrata.

L’analisi dell’evoluzione della domanda di lavoro per grandi aggregazioni professionali evidenzia, infatti, che le imprese del settore ICT sono prevalentemente orientate verso professioni di alto profilo.

La quota di dipendenti high-skilled sul totale delle assunzioni passa dal 68% del 2011 all’attuale 74%, recuperando anche 5 punti percentuali rispetto allo scorso anno.

Tipo di contratto e livello di istruzione dei dipendenti ICT in Italia

Considerando le tipologie contrattuali proposte dalle imprese, il 55%, ovvero 11.250 dei 20.500 neoassunti nelle imprese dell’ICT, viene inserito con un contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti.

Un’incidenza maggiore di ben 8 punti percentuali rispetto allo scorso anno e superiore di quasi 20 punti rispetto al 34,5% che si registra nella media di tutte le imprese private dell’industria e dei servizi.

I contratti a tempo determinato interessano invece quasi 6.000 unità.

Il 29% delle assunzioni del settore, quota decisamente inferiore al 38% del 2014 e ben lontana dalla media generale (59%): rispetto ad altre attività, il settore dell’ICT ha dunque una maggiore propensione a dare stabilità ai nuovi assunti.

Le altre tipologie contrattuali che comprendono, fra l’altro, l’apprendistato e i contratti “a chiamata”, incidono per quasi il 16%, quota in linea con lo scorso anno.

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Per quanto riguarda il livello di istruzione il 53% delle assunzioni programmate dalle imprese dell’ICT nel 2015 è rivolto a persone in possesso di un diploma di laurea, richiesto invece solo all’11,5% dei candidati ricercati dal totale delle imprese.

Un diploma di scuola superiore è necessario per il 43% delle assunzioni nell’ICT e per poco più del 38% (42% nel 2014) delle assunzioni previste dalle imprese di tutte le attività.

Risulta poco significativa e residuale la richiesta di qualifica regionale di istruzione o formazione professionale che interessa solo il 2% delle assunzioni nell’ICT, mentre nell’insieme di tutte le attività questo livello di istruzione è richiesto in oltre il 20% dell’assunzioni.

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Nell’ICT raggiungono solo il 2% anche le richieste di personale senza alcuna qualifica professionale (30% la media generale).

Le competenze richieste ai dipendenti ICT in Italia

Per il settore dell’ICT, la competenza ritenuta più importante, o comunque più diffusa nelle indicazioni espresse dalle imprese, è quella che si riferisce alla “capacità di risolvere problemi”, requisito che viene indicato come “molto importante” per oltre il 47% delle assunzioni programmate nel corso del 2015.

Fondamentale per le imprese dell’ICT è anche la “capacità di lavorare in gruppo”, indicata come “molto importante” per quasi il 45% delle figure di cui è stata prevista l’assunzione.

Capacità di lavorare in autonomia e di comunicare sono poi ritenute importanti in quasi il 42% delle assunzioni programmate, con una incidenza maggiore, in entrambi i casi, tra le attività dei servizi informatici e delle telecomunicazioni.

Anche le indicazioni di elevata importanza per la “flessibilità e adattamento” superano il 41%, con una frequenza di richieste leggermente superiore per le assunzioni previste dalle attività software.

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Per le imprese dell’ICT risultano invece molto distanziate altre due competenze rilevate in sede di indagine. Vale a dire le “capacità di pianificare e coordinare” che si ferma al 22% e l’“intraprendenza, la creatività e l’ideazione” segnalate come rilevanti per poco più di un quinto delle figure da assumere, con valori però diversi tra i due comparti del settore.

Infine, dal punto di vista dimensionale, capacità di lavorare in gruppo, di risolvere i problemi e la flessibilità/adattamento sono le competenze ricercate con maggiore frequenza dalle imprese dell’ICT di maggiore dimensione per le quali sono competenze “molto importanti” per almeno il 60% delle assunzioni.

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