GENOVA – iCub, il “cucciolo”, il robot dalla faccia da bambino che recentemente ha spopolato al science Museum di Londra, è l’ultima creatura, tutta italiana, che ha preso vita all’ Istituto Italiano Tecnologia (IIT), centro ricerca con sede a Genova, vicino all’aeroporto: un centro particolare che riunisce allo stesso tavolo ingegneri, informatici, chimici, neuro scienziati, psicologi.
L’IIT attualmente dà lavoro a circa 900 persone, tra ricercatori, tecnici, personale amministrativo, dirigenti e studenti di dottorato.
Il personale e’ suddiviso in quattro aree d’attività: robotica, neuroscienze, nanotecnologie e farmaceutica. L’Istituto, dal 2009, lavora in collaborazione con altri nove centri di ricerca in Italia, che sviluppano parti specifiche del programma scientifico 2009-2011.
GIOVANI TALENTI – “L’età media di chi lavora all’IIT è trentatre anni. Gli italiani sono due terzi -una buona parte dei quali ha lavorato all’estero-, l’altro terzo e’ composto da stranieri” spiega il direttore scientifico Roberto Cingolani.
L’Istituto, giuridicamente una fondazione, dipende dal ministero dell’Economia e da quello della Ricerca. E’ stato istituito nel 2003 – con decreto legge firmato da Giulio Tremonti – con l’obiettivo di promuovere l’eccellenza nella ricerca di base e favorire lo sviluppo dell’economia nazionale. Ha uno statuto particolare e, differentemente da altri enti pubblici, non deve sottostare a una quantità abnorme di regole e leggi: ha quindi meno problemi di burocrazia e una maggiore elasticità, per esempio, nelle assunzioni.
LE POLEMICHE SUPERATE DAI FATTI – Fin dalla sua nascita l’IIT ha dovuto fare i conti con l’antipatia di una parte della comunità scientifica italiana, che lo accusava di ricevere un trattamento di favore e di produrre pochi risultati in relazione ai soldi investiti.
Polemica che aveva trovato spazio anche sull’autorevole rivista Science ma riguardava soprattutto i primi due anni di vita dell’Istituto. Oggi la situazione è cambiata: “Abbiamo all’attivo duemila pubblicazioni, 65 brevetti e oltre 50 progetti finanziati dalla Comunità europea – dice il direttore scientifico dell’ IIT Roberto Cingolani – il nostro iCub è diventato una piattaforma europea e stiamo partecipando allo spin off di nuovi importanti progetti’’
I PROFILI ICT – Il settore dell’Information and Communication Technology di IIT è caratterizzato dalla presenza di profili professionali di diverso livello che spaziano dal tecnico al ricercatore. I background formativi comprendono sia discipline con “focus” specifico su informatica e scienze computazionali, sia discipline – come l’elettronica e l’ingegneria elettronica – correlate allo sviluppo di tecnologie avanzate.
Complessivamente le professionalità Ict sono quasi il 10% delle circa 600 persone (non conteggiando gli studenti di dottorato) che compongono lo staff tecnico-scientifico di IIT.
CARATTERE INTERDISCIPLINARE– Rispecchiando il carattere fortemente interdisciplinare dell’Istituto, gli esperti dell’ICT sono ampiamente distribuiti tra i vari dipartimenti, oltre che nei centri di ricerca italiani collegati all’ Istituto.
L’impiego di queste professionalità è prevalentemente nei dipartimenti e nei centri che si occupano di robotica e computer imaging (per es. i dipartimenti di Advanced Robotics, di Robotics Brain and Cognitive Sciences e di Pattern Analysis & Computer Vision, a Genova; il Center for Space Human Robotics di IIT@Polito a Torino).
Il personale con una formazione in ICT opera anche nei dipartimenti e nei centri la cui attività è orientata alle scienze della vita in particolare allo studio del cervello e della cognizione umana (per es. il dipartimento Neuroscience and Brain Technologies, sempre a Genova), lo sviluppo di farmaci e dispositivi per la diagnosi avanzata di malattie (per es. i dipartimenti Drug, Discovery and Development e Nanophysics di Genova; il Center for Advanced Biomaterials for Health Care@CRIB di Napoli).
ALTRE PROFESSIONALITA’ INFORMATICHE – collaborano con le attività di ricerca orientate all’invenzione di materiali intelligenti e di tecnologie per l’energia (per es. il dipartimento Nanostructures a Genova; il Center for Biomolecular Nanotechnologies@Unisalento a Lecce; il Center for Nano Science and Technology@Polimi a Milano).
Infine, figure professionali dell’ICT trovano impiego all’interno del Nucleo Reti e Telecomunicazioni che gestisce la rete fisica telematica e la connettività dell’Istituto fornendo supporto alle unità di ricerca.
L’ultima creatura di casa IIT e’ il cucciolo iCub, un robot munito di sensori ultrasensibili e learning algorithms, in grado di inserirsi nel mondo e apprendere in situazioni non programmate a priori.
Un piccolo gioiellino che fa ben pensare per gli sviluppi futuri.
di Giuseppe de Paoli