Lavorare in Italia? Ci vorrebbe un amico

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Milano – Gli italiani hanno scarsa fiducia negli annunci di lavoro e preferiscono rivolgersi ad amici e conoscenti, magari familiari, per ottenere una occupazione. É quanto rileva il rapporto condotto dall’Eurostat, l’Istituto di Statistica della Commissione Europea.

L’analisi prende in considerazione il modo in cui le persone si muovono per trovare lavoro e rileva che in Italia ben il 76,9% degli interpellati si rivolge direttamente a chi già conosce: amici, amici di amici, parenti più o meno vicini. Un dato notevolmente superiore alla media europea, che è del 69,1% (del 68,9% nei paesi aderenti all’Eurozona).

L’attitudine a rivolgersi a conoscenti e amici ci avvicina, un po’ sinistramente, alla Grecia dove il passaparola per il lavoro (che non si trova) è usato dal 92,25% delle persone. E mentre nei paesi Ue si fa molta pubblicità del proprio curriculum (lo usa il 71,5% di chi cerca lavoro), in Italia il ‘metodo’ ha meno successo: lo usa solamente il 63,9%.

Sono soprattutto gli annunci sul web però a essere considerati meno validi da chi cerca occupazione: solo il 31,4% degli intervistati dice di essere disponibile a guardare le offerte di impiego proposte dalla rete.

Gli italiani prediligono gli approcci diretti, meglio se informali, e quando si rivolgono ad operatori istituzionali – per esempio i centri pubblici per l’impiego – hanno una delle medie più basse in Europa: il 31,9%, dato molto lontano da quello della Germania (82,8%).

La popolazione italiana che si rivolge alle agenzie del lavoro private è ancor più minoritaria: il 18% degli interpellati rileva Eurostat.

É meglio insomma – almeno così dichiara la maggior parte degli intervistati italiani – chiedere direttamente agli amici e/o conoscenti, e magari allo stesso datore di lavoro: secondo Eurostat infatti, oltre sei persone su dieci in Italia si rivolgono direttamente al datore di lavoro, una modalità favorita dalla struttura produttiva del Paese, fatta soprattutto di piccole e medie aziende.