Antonio Volpon è consulente e aiuta le grandi aziende a progettare e realizzare la corretta strategia online. Per Arnoldo Mondadori Editore ha progettato i siti delle riviste donnamoderna.com e panorama.it, oltre che della libreria online bol.it.
In YOOX Group ha coordinato le attività di progettazione di yoox.com, lo store virtuale di moda e design multi-brand leader nel mondo, oltre che degli store mono-brand.
E’ digital e web project manager con più di 10 anni di esperienza. Ha lavorato per H-art (azienda del gruppo WPP) coordinando gruppi di lavoro interni e in outsourcing, per alcuni clienti italiani e internazionali.
Si occupa anche di formazione e tutoring. Giornalista, scrive di user experience e project management per alcune testate cartacee e online. Nel 2002 ha fondato Fucinaweb, il primo sito web in Italia a occuparsi di questi temi.
L’ultimo social post?
“Dietro le quinte di un progetto“, in cui suggerisco di tenere d’occhio il blog Internet della BBC, una ricca miniera di informazioni per chi voglia capire nel dettaglio come si svolge la progettazione di un sito web complesso.
L’ultimo video che hai visto su Youtube?
“A day made of glass“, realizzato da un’azienda per cui lavora un amico. Interessante esplorazione di cosa potrebbe riservare il futuro prossimo, anche se probabilmente un po’ di privacy in più non guasterebbe.
Mac, Windows o Linux?
Agnostico.
L’ultimo acquisto online?
Un biglietto aereo.
Un libro che ha segnato la tua vita?
“Le fantastiche avventure di Kavalier e Clay” di Michael Chabon.
Qual è stato il progetto lavorativo che più ti ha segnato?
La progettazione e gestione del sito web di una delle realtà di e-commerce più grandi in Italia. Un progetto molto bello perché ha modificato anche il modo di lavorare di centinaia di dipendenti in Italia e all’estero.
Quando hai deciso di diventare project manager?
Quando ho capito che non sarei mai diventato un buon programmatore e soprattutto che più della tecnica mi interessava lavorare a contatto con i diversi protagonisti di un sito o applicazione web.
Nella tua carriera, ha contato più lo studio (da autodidatta o scolastico-professionale) o l’esperienza pratica?
Serve un buon mix delle due cose e la vera sfida per chi si trova a lavorare con i ritmi che richiedono certi progetti web è quella di riuscire a ricavarsi tempo da dedicare alla formazione.
Il primo colloquio non si scorda mai: hai qualche curiosità da raccontare?
Penso non dimenticherò mai questa frase pronunciata dall’intervistatore: “A dirla tutta, vista l’esperienza che farai qui dentro, dovresti essere tu a pagare noi.”.
Hai avuto durante la tua carriera professionale un incontro particolare?
Quello con il direttore di PC Professionale che con la sua frase “Scriveresti qualcosa per noi?” mi ha aperto la strada alla collaborazione giornalistica.
E un’intuizione vincente?
Aver intrapreso la carriera da consulente solo dopo 10 pazienti anni da dipendente in cui ho avuto la fortuna di lavorare per alcune tra le realtà più interessanti in Italia, come Mondadori, YOOX Group e H-art.
Cosa consigli ai giovani che vogliono diventare project manager come te?
Essere pronti a cogliere le opportunità anche se sono distanti da casa. Nei colloqui a cui ho partecipato come esaminatore, almeno 1/3 dei giovani candidati ha rifiutato perché avrebbe dovuto cambiare casa.
Internet ha cambiato il mondo del lavoro in Italia. Come?
Internet ha modificato il mondo del lavoro fin dal momento dell’assunzione, permettendo di raggiungere candidati che normalmente non sarebbe stato possibile contattare. In alcuni casi ha favorito la concorrenza, in altri ha permesso di creare reti di comunicazione prima impensabili.
Serve un sindacato dei Networkers? Se sì, come te lo immagini?
Non serve un sindacato, serve la consapevolezza che l’Italia produttiva non è solo industria manifatturiera, ma anche servizi innovativi.
Descrivi la tua professione in modo chiaro e diretto in modo che anche mia nonna possa capirla.
Nonna, il web project manager è la figura che si preoccupa di gestire e coordinare la creazione di un progetto web, dal suo concepimento fino alla consegna al cliente.
L’organizzazione ‘classica’ del lavoro (orari rigidi e cartellino da timbrare) ha senso per un networker?
Dipende dal ruolo. Un professionista che si trovi a realizzare progetti per conto terzi è tenuto a essere raggiungibile nei classici orari di lavoro. Per una startup invece questo vincolo non esiste.
Quanti sono i tuoi amici sui socialnetwork, quanti di questi conosci davvero e quanti frequenti anche “off-line”?
In Facebook ho meno di 200 amici, quasi tutti sono lettori di Fucinaweb che non ho mai incontrato.
Prima di incontrare qualcuno che non conosci fai una ricerca su Google?
Se si tratta di lavoro, sicuramente. Ne parlo approfonditamente nell’intervento “Recruitment 2.0“.
di Mario Grasso