A scuola di e-learning con Insegnalo.it

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MILANO – Insegnare online è un’arte. Questa frase riassume l’idea di Insegnalo.it, progetto di social learning creato da Luca Vanin e Fabio Ballor che si occupano di formazione online da parecchio tempo. Luca ha iniziato dal 2003 e ha appreso al meglio le pratiche riguardanti lo sviluppo della formazione online. Fabio, formatore da 15 anni, è tuttora docente di metodi e tecnologie per l’e-learning all’Università di Firenze. Si sono incontrati poco prima dell’estate durante un webinar (neologismo dato dalla fusione dei termini web e seminar, ovvero un seminario online) su come si fa un webinar.

L’INIZIATIVA – Per Vanin è stata un’occasione concreta per mettersi alla prova: “Il progetto nasce dalla precedente esperienza di Fabio con exelearning.it, un software che permette di creare learning object cioè corsi online”. Ballor intanto aveva fondato una community online italiana sull’e-learning che dopo un periodo di alti e bassi ha portato nell’autunno del 2011 a insegnalo.it. Il sito web prende spunto anche dall’interesse da parte degli utenti di produrre contenuti online. A tal proposito, ci confermano i due ideatori del progetto: “Stiamo lavorando alla stesura finale del progetto per venire incontro alle richieste sia dei formatori che dei fruitori dei corsi”.

TUTTI DOCENTI – “Insegnalo.it vuole mettere chiunque – precisa Vanin – nelle condizioni di insegnare online. Molte persone fanno e-learning in modo approssimativo”. Ma i fondatori del progetto ci raccontano la loro idea di e-learning: “L’e-learning prevede tre dimensioni, secondo noi: il contenuto, fatto di webinar, corsi e video-tutorial, la relazione con gli utenti che usufruiscono del materiale multimediale e il social learning, ovvero l’apprendimento sociale dato dall’interazione tra il formatore e chi segue il corso”. Ma non solo quantità. Infatti gli autori tengono a precisare come siano importanti gli aspetti qualitativi: “Per un e-learning di qualità intendiamo mettere in atto i processi suddetti. In Italia si fa molto in ambito Business to Business. Ci sono materiali stupendi ma spesso non si lavora sul coinvolgimento”.

I CORSI – L’obiettivo prefissato da Vanin e Ballor è quello di toccare qualsiasi argomento nel giro di pochi anni. “Oggi puntiamo su mercati ben definiti – aggiunge Vanin – come lavoro e business”. Se da un lato “c’è una career coach che sta organizzando un corso su come trovare e mantenere il proprio lavoro, dall’altro lato abbiamo intercettato l’esigenza di mettersi in proprio e quindi incontrare il mondo delle startup”. Non finisce qui. Sempre nell’area business sono in fase di attivazione dei corsi di vendita sia vis-à-vis sia online e tutta una serie di funzioni strumentali legati all’ambiente business. Oltre al mondo del lavoro, Insegnalo.it punta sul benessere: stress, motivazione, autostima, gestione del tempo, gestione delle riunioni sono solo alcuni degli esempi di corso disponibili sul sito web. E poi non mancano i corsi più tradizionali come quelli legati all’utilizzo di diversi software: dal powerpoint alla grafica, dal fotoritocco alla grafica web passando per strumenti minori come l’organizzazione di presentazioni con Prezi.

I NUMERI – “Dal lato B2B – commenta Ballor – esistono una serie di realtà che prendono in considerazione l’elaborazione di elearning dal punto di vista tecnico”. Tra queste l’associazione italiana dei coach e la community dei Business to Consumer. E Luca Vanin non nasconde un certo piacere nel veder realizzare la propria idea: “Progettare l’iter per la costruzione di una piattaforma sta diventando anche divertente soprattutto per alcune associazioni o partner con cui stiamo ottenendo grosse soddisfazioni”.

E-LEARNING DAL BASSO – Un altro scopo dei due ideatori di Insegnalo.it è quello di creare una cultura dell’e-learning “dal basso”. Come spiega Ballor: “Da parte degli utenti non c’è una vera e propria cultura di mettere a disposizione le proprie conoscenze. In tal senso vorremmo semplificare la vita di questo parte di mondo digitale”. La situazione attuale in ambito C2C (Consumer to Consumer) si scontra con l’esigenza di formare le persone a capire cos’è l’e-learning. “Il problema – aggiunge sempre Ballor – nasce dal fatto che molti partono dal concetto che l’e-learning si fermi solo alla pubblicazione di contenuti online”. Sempre Ballor ci tiene a precisare come i social network e, in particolare, le community siano utili “come punto di incontro tra chi si avvicina adesso alla materia e chi non è proprio all’oscuro di tutto”.

CORSI FUORI DAL COMUNE – Ovviamente non mancano le proposte particolari: “Ci sta capitando di tutto – afferma Vanin -. Dalla cucina, un corso stupendo ma molto complicato dal punto di vista dell’e-learning alla didattica museale che logisticamente è forse un po’ scomodo”. C’è chi va oltre con proposte di corsi per la grammatica italiana, l’uso dei mondi virtuali nella didattica delle lingue e il giardinaggio applicato. Insomma, non resta che decidere se mettere i panni del docente oppure star dietro i banchi digitali di questa nuova scuola online.

 

di Mario Grasso