Il diavoletto del risparmio e l’ICT come strumento anticrisi

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LA TENTAZIONE – Tagliare i costi in momenti di crisi è una delle risposte più comuni per difendere la propria posizione sul mercato. Una risposta apparentemente facile che però inevitabilmente, anche quando non grava direttamente sui lavoratori, penalizza la capacità delle aziende di produrre e competere. Una tentazione da evitare quindi, anche se non è facile.

ERRORI CHE SI RIPETONO – Uno degli errori che ha coinvolto anche l’ICT quando la crisi s’è rivelata, qualche anno fa, é stato quello di guardare esclusivamente o quasi al risparmio, sottovalutando che il ‘guadagno’ del momento si sarebbe trasformato velocemente in ulteriore problema con effetti spesso deleteri sulle persone e sulle aziende. E cosi’ e’ avvenuto.

Gli investimenti in ICT invece sono utili, e necessari non solo per il settore bensì per l’intera economia, vista la potenzialità delle tecnologie nello stimolare la crescita economica.

UNA POTENZIALITÀ – che si vede bene, ad esempio, nell’ambito del Commercio dove l’ICT è in grado di rendere la supply chain (gestione delle catene di distribuzione) più efficiente, le operazioni finanziarie più veloci, i prezzi più competitivi, le operazioni finanziarie più pratiche, velocizzando inoltre il flusso di beni e servizi tra i confini nazionali. Non è cosa da poco!

È anche per queste potenzialità che il Commissario Ue per l’Agenda Digitale Neelie Kroes, ha parlato dell’ICT come del “nuovo petrolio” per l’economia. Frasi reboanti a parte, è certo che in tutti i campi della nostra vita (dalla salute, alla vivibilità delle città, alla cultura) l’evoluzione verso l’era digitale andrà avanti, comunque.

Tutto sarà connesso a banda larga e chi non partecipa a questa fase di creazione, dovrà poi usare le tecnologie prodotte da altri.

Per questo, anche per questo, è urgente che il governo Monti recuperi i ritardi storici nel settore usando di più i fondi Ue (come aveva suggerito la stessa Kroes) e sfruttando meglio le potenzialità dei suoi ricercatori.

GLI OBIETTIVI – L’esecutivo deve insistere per l’alfabetizzazione digitale; per diffondere i servizi pubblici on line (l’uso dell’e-government è ancora tra i più bassi in Ue); per continuare il lavoro volto a rendere le città più “intelligenti”.

È essenziale, naturalmente, l’intervento sulle infrastrutture che certamente vanno migliorate: in troppe aziende manca la connessione veloce (e spesso si tratta di aziende operanti in settrice chiave come design, commercio, turismo) e alcune zone del Paese sono tuttora sconnesse.

L’obiettivo finale è l’accesso libero alla rete, per tutti, ovunque.

Forse possiamo pensare che le tecnologie ci creino anche una vita migliore, ma questa possibilita’ dipende in realta’ da tanti altri fattori.

 

di Giuseppe de Paoli