Ingegnere informatico classe 1983. Nato e residente a Cosenza. Si occupa di programmazione web, SEO, SEM, SMM, Social API, Applicazioni Mobile, Website revenue strategies, Web Analytics. Attualmente collabora a un progetto come sviluppatore con www.echopress.it e a titolo di libero professionista con Arturo Salerno come Web Strategist. Cura un network di siti web, dal punto di vista tecnico/commerciale a quello editoriale.
La sua passione più grande è la musica Jazz. Ha conseguito la Laurea in Chitarra Jazz al conservatorio della sua città, e pratica sport come il nuoto, lo snowboard e il golf. Ama gli origami, la lettura e la poesia.
L’ultimo social post?
Il mio ultimo social post riguarda Pinterest, uno dei fenomeni social più in voga ed emergenti degli ultimi mesi. L’ultimo articolo ha affrontato il tema dei migliori e più attuali tools per monitorare la propria attività su Pinterest.
L’ultimo video che hai visto su Youtube?
L’ultimo video che ho visto è stato un brano di Wayne Shorter che ho avuto la fortuna, l’onore ed il piacere di vedere pochi giorni fa al Pescara Jazz.
Mac, Windows o Linux?
Nasco con windows, ma ho adottato da alcuni anni Linux. Per quanto riguarda il mio lavoro Ubuntu, in particolare, è l’ambiente che mi sta dando tutto ciò di cui ho bisogno. Una scelta arrivata un pò tardi nella mia vita, consigliatami in più battute, l’unico rammarico è aver attuato tutto ciò con ritardo. Con Ubuntu sarei dovuto assolutamente nascere, informaticamente parlando!
L’ultimo acquisto online?
Effettuato su ebay.it uno di quei piccoli aspirapolvere che rilevano l’area del vano che stanno pulendo.
Un libro che ha segnato la tua vita?
“Un altro giro di giostra” di Tiziano Terzani. Libro che sto attualmente leggendo e rileggendo.
Qual è stato il progetto lavorativo che più ti ha segnato?
Il progetto lavorativo che più mi ha segnato in realtà lo sto vivendo. Sono web developer presso lo spin-off Echopress e partecipo al laboratorio di Arturo Salerno. Questo è un progetto di vita che mi sta permettendo di crescere professionalmente con due contesti e due gruppi di lavoro eccezionali.
Lavorativamente parlando mi ha colpito l’esperienza di realizzazione di un software di booking interamente sviluppato in php+ajax con l’architetto Alessandro Mariani grazie al quale abbiamo stretto un ottimo rapporto di collaborazione e col quale sono cresciuto sotto il profilo dello sviluppo web nei mesi di collaborazione.
Quando hai deciso di diventare web marketing manager?
La decisione è arrivata quanto ho compreso che il mio modo di essere e le mie capacità erano volte all’ecosistema del web e il mio background universitario, all’epoca ancora in essere poiché ho iniziato a lavorare ancor prima di conseguire la laurea in ingegneria informatica, così come l’aver percepito ed essere invogliato sulla strada del web, come nuova prospettiva lavorativa quale poi si sta rivelando essere.
Nella tua carriera, ha contato più lo studio (da autodidatta o scolastico-professionale) o l’esperienza pratica?
Sebbene non sia un’espressione felice, sotto certi punti di vista, nella mia carriera ha contato solo ciò che sono riuscito a maturare con le mie forze. Di contro lo studio universitario mi ha formato sotto altri aspetti che talvolta tiro fuori dal cappello. Però è anche vero che in parte l’Università se intesa come fine o “pass” per il mondo del lavoro si commette un errore, nel quale ognuno di noi, più o meno giovani, laureandi o neo laureati, possiamo incorrere. Oggi più che mai è la persona al centro: proprio nel momento di crisi, deriva morale e lavorativa. In tal senso lo studio ha formato quella persona che sono e che ha capito che doveva andare oltre, completarsi cercando nuovi cammini ed esperienze per completarsi. Attività che, dopotutto, non cessa mai nella vita di ciascuno di noi.
Il primo colloquio non si scorda mai: hai qualche curiosità da raccontare?
Il primo colloquio l’ho avuto con un’azienda che mi ospitava come studente tirocinante, nell’ambito del tirocinio universitario. E’ stato un po’ imbarazzante a dire il vero. Mi rendevo conto che avevo tanto, troppo da imparare, ma nonostante ciò gli ingegneri e i professionisti mi hanno accolto e hanno saputo innescare in me la miccia della ricerca e del lavoro sul web.
Hai avuto durante la tua carriera professionale un incontro particolare?
In realtà di particolare c’è stato un non incontro. Ovvero: grazie al lavoro svolto via web negli anni passati ho intrapreso un cammino di collaborazione con un’azienda di Udine, distante geograficamente se consideriamo che io attualmente e all’epoca risiedevo in Calabria. Beh, pur non essendoci visti di persona, il rapporto si è svolto e, tutt’ora si svolge, in una comunione di intenti ed in una reciprocità di stima che rappresenta per me un porto sicuro tanto professionale che umano.
E un’intuizione vincente?
La mia personalissima intuizione vincente non riguarda qualcosa di meramente tecnico. Effettivamente non ho ancora creato una killer-app o un progetto di successo, ma se mi è concesso la mia intuizione vincente è la filosofia e l’etica che cerco di mettere in campo qualsiasi sia l’attività in cui venga coinvolto e il pensiero che ogni giorno si può imparare, da tutti.
Cosa consigli ai giovani che vogliono diventare web marketing manager come te?
Consiglio di non pretendere risultati immediati, grande umiltà e grande dedizione. Essendo calato in un contesto che mi ha permesso di notare alcune sfaccettature ritengo che il modello di lavoro che bisognerebbe seguire sia quello cinese. Ecco cosa intendo per modello cinese rivolgendolo ai giovani e a me stesso: dobbiamo scegliere il percorso che ci consenta di fare ciò che ci piace, sicuramente, ma allo stesso tempo individuare tutte quelle risorse e quegli strumenti che possano renderci competitivi e sempre aggiornati. Nell’ambito del web, individuare siti di notizie attinenti la nostra sfera e una sana lettura quotidiana è il giusto punto di partenza.
Internet ha cambiato il mondo del lavoro in Italia. Come?
Lo ha cambiato in meglio ed in peggio. In meglio perché l’introduzione di strumenti che abbattessero costi e tempi di trasferte o di relazioni lavorative a distanza, altrimenti impraticabili, è sicuramente un vantaggio che consente a ciascuna azienda di affacciarsi a prospettive nuove o rivalutarle considerando i progressi che il web fa periodicamente.
In peggio perché a volte mi sono trovato a discutere o chiudere dei rapporti con realtà che cogliendo solo la semplicità d’uso di alcuni strumenti e facendo valutazioni superficiali hanno discusso in modo negativo tempi, modi e costi del mio lavoro.
Serve un sindacato dei Networkers?
Sicuramente un’organizzazione che regoli certe professioni e che ne tuteli la previdenza non può che essere una buona intenzione. Semplicemente immagino che, come all’università o in altri contesti, siano necessari dei passaggi per certificare determinate competenze e l’appartenenza meritata ad una categoria.
Descrivi la tua professione in modo chiaro e diretto in modo che anche mia nonna possa capirla.
Il mio lavoro consiste nel far sì che quanto tu produci venga visto e acquistato da più persone possibile. Le persone che comprano da te devono essere soddisfatte e trovarti facilmente sia prima che dopo l’acquisto, in modo da stringere con loro un rapporto genuino, personale.
L’organizzazione ‘classica’ del lavoro (orari rigidi e cartellino da timbrare) ha senso per un networker?
Di base risponderei di no. Però è anche vero che delle regole vanno imposte e autoimposte affinchè si possano raggiungere gli obiettivi prefissati. Essendo anche uno sviluppatore, però, ritengo che il lavoro di programmazione svolto durante il pacifico silenzio della notte è qualcosa di impareggiabile per la concentrazione. L’organizzazione classica del lavoro deve necessariamente, se presa in considerazione, valutare degli extra positivi e negativi in termini di orari per garantire al lavoratore un’ora d’aria in più in un giorno.
Quanti sono i tuoi amici sui socialnetwork, quanti di questi conosci davvero e quanti frequenti anche “off-line”?
Non ho una cerchia estremamente ampia di amici sui social network, perchè cerco di far coincidere le cerchie online a quelle offline. Non per questo però sulla base di specifici interessi stringo amicizie virtuali, rivalutandole e rinfrescandole periodicamente. Non me ne voglia nessuno, ma la quantità non mi interessa. Detto ciò posso dire che frequento offline il 10% di tutti i miei contatti social.
Prima di incontrare qualcuno che non conosci fai una ricerca su Google?
Assolutamente si. Anzi, anche dopo e anche altrove!
di Mario Grasso