Classe 1985, napoletano. Studente di Informatica di giorno e web developer di notte, cerca sempre nuovi modi per migliorare il suo codice, condividendo le sue conoscenze sulla rivista online Your Inspiration Web.
A volte abbandona il suo fidato Dellill (il nome affettuoso del suo portatile) per un allenamento spada e scudo insieme ai suoi compagni di scherma medievale.
L’ultimo social post?
Un post su come integrare i Custom Post Type in WordPress su YIW.
L’ultimo video che hai visto su Youtube?
Diciamo che utilizzo YouTube come libreria musicale, quindi non ricordo precisamente l’ultimo video visto. L’ultimo video che mi ha colpito è stato How to Write Clean, Testable Code, un seminario di Google su come sviluppare software testabile.
Mac, Windows o Linux?
Non sopporto le catalogazioni. Ora come ora ho Linux sul mio portatile, uso Windows per questioni di lavoro, e mi piacerebbe avere un Mac.
L’ultimo acquisto online?
Un libro: “Flatlandia. Racconto fantastico a più dimensioni”.
Un libro che ha segnato la tua vita?
Per natura sono un lettore voracissimo, e ogni libro letto mi ha trasmesso qualcosa. Se dovessi sceglierne uno riguardante l’aspetto professionale credo che “Progettare siti web standard” di Jeffrey Zeldman potrebbe essere un buon candidato.
Qual è stato il progetto lavorativo che più ti ha segnato?
Senza dubbio Your Inspiration Web. Potrebbe essere l’esempio perfetto di un progetto nato sul web per il web: tante persone dislocate su tutto il territorio nazionale accomunati dalla voglia di condividere e di essere il punto di riferimento italiano per la condivisione di conoscenze legate al web design.
Quando hai deciso di diventare web developer?
Diciamo che è stato un caso: un amico mi ha fatto vedere come scrivere del testo in HTML e mostrarlo al mondo intero in meno di dieci minuti. È stata una rivelazione.
Nella tua carriera, ha contato più lo studio (da autodidatta o scolastico-professionale) o l’esperienza pratica?
Lo studio universitario mi ha fornito un metodo e le conoscenze teoriche, lo studio da autodidatta mi ha fornito le conoscenze tecniche e la pratica mi permette di coniugare e affinare i due tipi di conoscenze.
Il primo colloquio non si scorda mai: hai qualche curiosità da raccontare?
Ero molto teso: per natura non ho molta fiducia nelle mie capacità, quindi pensavo di essere impreparato. Per fortuna mi sbagliavo.
Hai avuto durante la tua carriera professionale un incontro particolare?
Senza voler essere ripetitivo, devo molto a Nando Pappalardo e Sara Presenti, creatori di Your Inspiration Web. Grazie a loro ho imparato che con un sogno, le idee giuste e tanta passione per il proprio lavoro si può arrivare dappertutto.
E un’intuizione vincente?
Questa la sto ancora attendendo 🙂
Cosa consigli ai giovani che vogliono diventare web developer come te?
Anche se io sono ancora giovane, il consiglio che mi sento di dare a chi comincia è: “Studia e tieniti aggiornato”. È facile in questo ambito andare anche molto avanti poggiandosi sempre sulle ‘spalle dei giganti’, utilizzando software già fatto, plugin e simili. Ma con tutto questo si può arrivare solo fino ad un certo punto: lo studio e la scoperta personale sono sempre alla base della crescita del singolo.
Internet ha cambiato il mondo del lavoro in Italia. Come?
Ha consentito a menti affini, ma geograficamente distanti, di collaborare e creare tanti prodotti di successo.
Serve un sindacato dei Networkers? Se sì, come te lo immagini?
Secondo me c’è bisogno di un punto di riferimento a cui rivolgersi in caso di dubbi e/o problemi. Ad esempio, ci sono molte persone pronte a fare il passo verso il freelancing, ma non sanno da dove cominciare. L’importante è che questo sindacato si stacchi dai normali iter burocratici. Quindi la mia risposta è: sì, ma che sia formato da veri Networkers.
Descrivi la tua professione in modo chiaro e diretto in modo che anche mia nonna possa capirla.
Buonasera signora nonna. Io faccio funzionare i siti 🙂
L’organizzazione ‘classica’ del lavoro (orari rigidi e cartellino da timbrare) ha senso per un networker?
No, secondo me non ha senso imbrigliare un lavoro creativo in un orario rigido. Spesso mi capitano giorni in cui scrivo codice per 18 ore di fila ed altri invece in cui magari non riesco a scriverne una riga. Ma questo non significa che quel giorno sia stato inutile: riflettere, ragionare e poi produrre mi sembra un’ottima strategia per questo tipo di lavoro. Certo è che un po’ di organizzazione ci vuole, se non altro per separare il tempo dedicato al lavoro da quello dedicato alla vita privata.
Quanti sono i tuoi amici sui socialnetwork, quanti di questi conosci davvero e quanti frequenti anche “off-line”?
La maggior parte dei miei contatti sui social l’ho conosciuta online. Cerco però di coltivare un rapporto personale con tutti, e quando possibile organizzare anche un incontro dal vivo.
Prima di incontrare qualcuno che non conosci fai una ricerca su Google?
Sì, ma solo per cercare il sito personale, e magari leggere qualche articolo del blog. Si scopre molto di una persona da quello che scrive.
di Mario Grasso