Agenda digitale: fiducia e attesa nei cittadini

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MILANO – L’approvazione del decreto “Crescita 2.0” da parte del governo Monti, suscita ‘fiducia e attesa’ nei cittadini, anche se in tema di digitalizzazione del Paese, e d’informazione sul progetto, rimane ancora molto da fare. Le nuove norme infatti non sono conosciute da due terzi dei cittadini e sono poco note persino al campione di opinion maker (giornalisti, opinionisti, esperti)che dovrebbe influenzare l’Italia

Lo rileva una ricerca commissionata da Cisco, colosso mondiale nella fornitura di soluzioni di rete, alla società ISPO .

La ricerca, presentata stamane al Museo nazionale della scienza e della tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano, evidenzia come gli italiani abbiano una grande fiducia nell’impatto positivo del digitale sulla loro vita.

La digitalizzazione del Paese è percepita come ‘importante’ ed in grado di creare importanti implicazioni culturali e sociali -oltre che economiche- ma rimane molto da fare per mandare avanti il progetto, in particolare, appunto, per quanto riguarda l’ informazione e la condivisione.

David Bevilacqua, AD di Cisco Italia, ha sottolineato quanto sia importante il ruolo della comunicazione, in particolare di quella fatta attraverso la rete e le TV, per la digitalizzazione del Paese. “Bisogna creare gli italiani digitali” ha esortato.

“Questa ricerca -ha proseguito l’Ad di Cisco Italia- ci dice che c’è negli italiani un patrimonio di fiducia e aspettative verso il digitale che occorre saper cogliere e soddisfare: c’è però un problema oggettivo di carenza di informazione del cittadino che tutti gli stakeholder coinvolti devono contribuire a risolvere. È un passo importantissimo, senza il quale rischiamo di vanificare gli sforzi che Istituzioni, aziende e singoli cittadini stanno facendo!”.

Gli ha fatto eco Fiorenzo Galli, Direttore Generale del Museo “Leonardo da Vinci” che ha posto l’accento sulla formazione: “Bisogna investire sul capitale umano per ottenere risultati migliori”.

Renato Mannheimer di ISPO ha evidenziato ulteriormente la scarsa conoscenza e il bisogno d’informazione da parte degli italiani, seppur con grandi attese sugli impatti positivi che la digitalizzazione del Paese può avere nella vita quotidiana.

Secondo i dati del campione – 800 casi rappresentativi della popolazione con un approfondimento quantitativo-qualitativo basato su 100 opinion maker- gli italiani non sono refrattari verso l’adozione di tecnologie, ma non hanno a disposizione sufficienti strumenti e indicazioni per servirsene in modo diffuso e sistematico.

Il tema dell’Agenda Digitale è, per ora, appannaggio di una minoranza informata: se l’85% degli opinion maker intervistati ne ha sentito parlare, solo il 66% di questi dichiara di sapere bene di cosa si tratta; l’83% degli opinion maker ritiene che la questione digitale sia di primaria importanza per la modernizzazione del Paese, ma una buona parte della popolazione ammette di non averne mai sentito parlare.

Più della metà dei cittadini (il 52%) si sono dichiarati sicuri che la digitalizzazione cambierà in meglio la loro vita, citando tra gli ambiti che potranno migliorare: la comunicazione (67% degli intervistati), la scuola (65%), l’accesso alle informazioni e ai contenuti culturali (64%), la modalità di interazione con la Pubblica Amministrazione (61%), il Servizio Sanitario (60%).

David Bevilacqua ha fatto alcune considerazioni a margine della presentazione dei risultati dello studio: “Grazie ai dati della ricerca, risulta chiaro che bisogna lavorare sugli anziani per trasferire il concetto di agenda digitale”.

L’Ad di Cisco Italia -e vice presidente di Cisco South Europe- ha poi puntato il dito sul problema delle infrastrutture: “Gli investimenti dall’estero sulle infrastrutture sono in calo nel nostro Paese”.

A tal proposito Bevilacqua ha lanciato un messaggio chiaro al ministro Profumo, presente all’evento, e agli altri personaggi politici in sala: “Occorre dire basta ai progetti pilota. Sono utili per andare sui giornali ma non migliorano l’Italia”.