Opera 21, fallimento o commissario in arrivo?

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MILANO – Opera 21 si trova a un bivio: commissariamento o fallimento. L’azienda ICT con 448 addetti e sedi a Roma, Milano, Genova e Napoli attende la decisione del Tribunale di Milano sull’amministrazione straordinaria.

Dopo aver acquisito nuovi documenti dal Ministero dello Sviluppo economico, il giudice ha deciso di pronunciarsi al più presto sulla possibilità di nominare un commissario o dichiarare il fallimento dell’azienda.

Sempre durante un incontro al Ministero, la direzione aziendale ha dichiarato di voler procedere al salvataggio di 143 posti di lavoro tramite un fitto di ramo d’azienda a Fesa Nv.

Il Ministero ha evidenziato comunque alcune singolarità: l’accordo coi sindacati nella procedura ex art. 47 della Legge 428/90 (che regola il trasferimento d’azienda) viene posto come vincolante. Ai lavoratori che si salvano verrebbe poi posto l’obbligo di rinunciare ad avvalersi dell’articolo 2112 del codice civile (che riguarda il mantenimento dei diritti dei lavoratori in caso di trasferimento d’azienda), in funzione del quale potrebbero rivalersi qualora l’operazione non andasse a buon fine. Incerto il destino dei 305 addetti non interessati dal fitto di ramo d’azienda.

Tra i dipendenti c’è stato di agitazione, qualcuno si avvale della facoltà di sciopero individuale ma «moltissimi – spiega Francesco Di Capua del coordinamento nazionale delle rsu – stanno continuando a lavorare senza stipendio, anticipando in alcuni casi di tasca propria le spese di trasferta. L’amministrazione straordinaria, per tutti loro, resta l’unica speranza».

Il rischio, denunciano i sindacati, è che con il passaggio di mano dell’azienda i lavoratori perdano i diritti acquisiti. In particolare i bonus e le promozioni promesse prima della cessione.