Giuseppe Fava – Systems Administrator

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Giuseppe Fava è nato a San Donà di Piave (Ve) il 7 aprile 1974. Con le mani sul suo primo computer all’età di 8 anni, nel ’93 si diploma come perito informatico presso l’Istituto Tecnico Industriale Vito Volterra di San Donà di Piave.

Dopo il diploma inizia la sua esperienza lavorativa nel campo dell’ICT dapprima come sistemista presso un’azienda del territorio, poi con Alpha-Centauri società di cui è cofondatore, dove si occupa di progettazione e realizzazione di sistemi software, web e telefonia VoIP con software OpenSource.

Specializzato in networking in ambiente Linux, ha progettato, realizzato e gestito negli ultimi 10 anni, reti di grandi dimensioni presso amministrazioni pubbliche e aziende locali consolidando la propria esperienza sui sistemi Linux, Windows e Bsd.

Attualmente lavora come Assistente di laboratorio informatica presso lo stesso istituto dove ha conseguito il diploma.
Nel tempo libero gioca coi i suoi due figli, scrive sul blog www.giuseppefava.com, studia pianoforte moderno e dal 2010 si esibisce con il suo trio nel litorale delle spiagge venete.

L’ultimo social post?
Un tweet su un articolo del mio blog in cui scrivo come cambiare hosting può cambiare la vita!

L’ultimo video che hai visto su Youtube?
Il chitarrista Andy McKee mentra suona Africa dei Toto.

Mac, Windows o Linux?
Tutti… senza tralasciare i vari bsd! Personalmente peferisco Linux per versatilità e per questioni etiche, ma uso im maniera proficua tutti gli altri quando il contesto lo richiede.

L’ultimo acquisto online?
Un nuovo smartphone dualsim.

Un libro che ha segnato la tua vita?
“L’arte dell’inganno” di Kevin Mitnick – un libro sull’ingegneria sociale che sotto certi aspetti mi ha fatto riconsiderare il concetto di sicurezza informatica.

Qual è stato il progetto lavorativo che più ti ha segnato?
In egual misura due progetti. Il primo è un progetto che è durato diversi anni… lavorando per un’amministrazione pubblica da solo ho progettato, realizzato e gestito una rete con più di 350 computer e 12 server. E’ un progetto che mi ha permesso di acquisire e consolidare conoscenze e competenze che difficilmente avrei potuto acquisire in altro modo.
Il secondo progetto prevedeva la realizzazione di un call center completamente basato su tecnologia voip e software opensource con sistemi diskless.

Quando hai deciso di diventare Systems Administrator?
A 13 anni quando al termine delle scuole medie mi hanno chiesto “cosa vuoi fare da grande?” la risposta è stata “voglio diventare un programmatore esperto”. All’epoca non sapevo cosa fosse un System Administrator e forse non esisteva nemmeno una figura di questo tipo, ma il percorso è iniziato li… a distanza di quasi 30 anni ricordo ancora la faccia della persona che me lo ha chiesto!

Nella tua carriera, ha contato più lo studio (da autodidatta o scolastico-professionale) o l’esperienza pratica?
Entrambe le cose. Lo studio, che non finisce quando si finisce la scuola, è importantissimo e senza una solida base scolastica è difficilissimo fare bene questo lavoro, ma l’esperienza insegna cose che non sono scritte nei libri, specialmente in un campo in continua evoluzione come questo.

Giuseppe Fava - Systems AdministratorIl primo colloquio non si scorda mai: hai qualche curiosità da raccontare?
Si, la prima azienda per la quale ho lavorato era un’azienda locale il cui titolare non aveva molta competenza informatica, ma era presente nel territorio da anni e aveva fiutato il business… Credo mi abbia assunto prevalentemente perché non capiva nulla di quello che dicevo, ma per la sicurezza con cui l’avevo detto!

Hai avuto durante la tua carriera professionale un incontro particolare?
Ho incontrato persone più competenti di me che mi hanno insegnato quello che sapevano, e per me sono stati tutti incontri importanti.

E un’intuizione vincente?
Si tante, ma purtroppo scopro sempre che qualcuno le ha avute prima di me 🙂

Cosa consigli ai giovani che vogliono diventare Systems Administrator come te?
Non stancatevi mai di studiare e non pensate mai di avere la soluzione giusta… Siate avidi di conoscenza e mettetevi sempre in discussione. In ultima allenatevi ad imparare velocemente.

Internet ha cambiato il mondo del lavoro in Italia. Come?
Certamente, come in tutto il mondo ha creato figure nuove e ha invaso ogni settore portando un modo nuovo di comunicare. La rivoluzione però è ancora all’inizio perchè non c’è stato ancora un ricambio generazionale completo e talvolta ai vertici delle aziende c’è ancora chi non ha una reale percezione di cosa internet significhi.

Serve un sindacato dei Networkers? Se sì, come te lo immagini?
Si, me lo immagino con l’obbiettivo principale di creare una sorta di albo professionale che permetta di certificare le competenze.

Descrivi la tua professione in modo chiaro e diretto in modo che anche mia nonna possa capirla.
Schiaccio pulsanti per far funzionare bene su una scatola che va a corrente, che serve alle persone per fare il loro lavoro velocemente.

L’organizzazione ‘classica’ del lavoro (orari rigidi e cartellino da timbrare) ha senso per un networker?
Assolutamente no! Credo che sia una figura che debba agire in totale autonomia e libertà da questo tipo di vincoli. Un networker bravo è uno che se c’è necessità lavora anche alle 3 del mattino se deve garantire un servizio in funzione 24 ore al giorno.

Quanti sono i tuoi amici sui social network, quanti di questi conosci davvero e quanti frequenti anche “off-line”?
Sul profilo personale di Facebook ho circa 400 amici e l’80% sono persone che conosco personalmente e di queste frequento “offline” un 20%. Ma gestendo anche un blog ad oggi ho circa 2000 persone tra follower di twitter e fan della pagina pubblica di facebook… credo di conoscerne personalmente meno di un centinaio.

Prima di incontrare qualcuno che non conosci fai una ricerca su Google?
Ultimamente si, e su facebook e Linkedin… in fondo i profili sono li per questo no?

di Mario Grasso