L’11 marzo 2016 alle ore 17.30 si terrà a Milano hotel Concorde via Monza 132 la presentazione del libro Digital RenzAkt – 5 anni di cronaca delle politiche digitali, di Giuseppe Mele con introduzioni di Davide Giacalone, Maurizio Matteo Dècina ed Alessandro Cucchi.
Il panel di relatori – con il patrocinio della Fondazione Buozzi – prevede la partecipazione della Uil Milano Lombardia, Maurizio Matteo Decina, esperto digitale, Antonio Romano ex IDC, Angelo Crespi direttore Giornale Off oltre l’editore Luca Rampazzo e di Mario Grasso di Sindacato Networkers UILTuCS.
Il libro verte attorno agli ultimi 5 anni di politiche digitali e degli eventi che hanno avuto protagonisti l’Agid, l’Agcom, l’Antitrust, Telecom e le altre Telco, le Emittenti televisive e l’impatto degli Over the top con particolare attenzione al lavoro digitale. Un punto di vista spesso sottovalutato, che l’autore, cui si devono le tesi sul Digitale dell’ultimo congresso Uil e UilCom, ha maturato dalla posizione di notista e rappresentante sindacale di società Tlc, e di referente UilCom e Uil per i gruppi di lavoro Agid.
Digital RenzAkt è un volume per buddies, bandìti, bandisti e bànditi sul perché e come l’Italia resti, a prescindere dagli investimenti materiali, digitalmente divisa. Più, che nei fatti, nella testa. Il digital divide è ben poca cosa rispetto alla divisione netta e sempre più peggiorata esistente materialmente nel territorio.
Raccolta di articoli tra cronaca e vicenda politica, il volume conta su due sezioni, “digitale” e “stampa”, nel tentativo di interpretare la politica digitale nel periodo 2010-4 come parte della normale contesa economica e sociopolitica senza soggiacere alla consueta tentazione di vedere la tematica dell’innovazione digitale, come neutra tecnologia o pratica di una logica efficienza. Una spiegazione.
Comunque ne è conseguenza inevitabile. La crescita non è quella del numero dei click. Il digitale in Italia ha vissuto una sua vicenda particolare, subendo la Rottamazione teorizzata dal Premier digitale, molto prima del suo avvento.
Così gli ultimi e prossimi flop, da Digital Venice a Venaria Reale, dall’Italia log in, allo Spid che non è una malattia, alle nomine ed alle contorsioni dell’Agenzia Digitale, fino ai miliardi per la banda larga, stanziati sempre a due anni, non hanno toccato troppo gli attori di un settore abituato anche a peggio.
Fondamentale ad esempio nella storia della tecnologia contemporanea l’impatto giudiziario, all’estero concentrato sul problema dei diritti, in Italia sulla lotta della politica per mentite spoglie.
Quando le due cose si incontrano, si realizza il terremoto del 2013 tra Telco francesi, spagnole e italiane. Cadono molti miti a partire dalla bontà intrinseca di Internet, dall’importanza delle competenze, dall’insistenza europea da Delors in poi nel credere alle favole, dalla democraticità delle Consultazioni on line, interattive come il marmo, la cui reale rappresentanza e rappresentatività sono nulle; o dalla capziosa propaganda senza dati di fatto dell’infoproviding.
Foto: Palazzo Chigi