“Tutta la tecnologia del mondo non servirebbe a nulla senza qualcuno che sappia darle un senso”. Mai frase fu più azzeccata da TAG Innovation School per ragionare su come rappresentare gli informatici nelle aziende ICT italiane.
In un momento di crisi generale della rappresentanza dei corpi intermedi, un’opportunità da cogliere grazie anche ai social network sta nel fatto di andare nei luoghi dove i lavoratori dell’Information and Communication Technology condividono e discutono speranze e preoccupazioni sulla loro professione.
Così ci siamo iscritti su alcuni gruppi Facebook e su dei forum specialistici presenti online e abbiamo provato a condividere contenuti presenti sulla nostra pagina Facebook e sul nostro sito web.
Ecco quali sono stati i risultati.
Retribuzione bassa
Il commento più frequente che abbiamo riscontrato è sicuramente relativo alla retribuzione minima prevista dal contratto.
Sia sistemisti sia programmatori hanno fatto notare come sia troppo basso (quarto livello CCNL Terziario) rispetto alla media europea.
Il dato è stato confrontato da alcuni con le retribuzioni pubblicate sulla community di sviluppatori di Stack Overflow e ha, a suo modo, messo in risalto ancora una volta questo divario.
Tuttavia i numeri proposti all’interno dei gruppi Facebook dedicati ai Digital Media Specialist hanno riscontrato diverse aperture.
Soprattutto per i profili cosiddetti junior, diversi utenti hanno definito equilibrate le cifre proposte nel CCNL Terziario.
Riconoscimento professionale
Un altro tema sentito è il riconoscimento del lavoro svolto da questi lavoratori. Molti si lamentano di fare un lavoro poco valorizzato e poco riconosciuto dai vertici aziendali. D’altra parte però c’è chi riconosce, magari sotto forma di auto-appagamento professionale, i risultati di ore di lavoro davanti al pc, aldilà delle percezioni di colleghi e superiori non addetti ai lavori.
Sono interessanti i commenti relativi alle aziende che “affittano” sviluppatori all’estero per pochi spiccioli o il trattamento poco corretto in termini economici e lavorativi di alcune agenzie interinali in Italia.
Salute e sicurezza informatica
Le ore di lavoro, a volte anche fuori dall’orario di lavoro, portano con sé carichi di stress notevoli. C’è chi vorrebbe mollare tutto. C’è invece chi gode dei risultati finali nonostante sia a pezzi al termine della giornata lavorativa.
Il tema della salute e sicurezza per alcuni informatici presenti nei vari gruppi è sottovalutato. Le indicazioni di legge in materia sembrano obsolete, forse nei termini, ma non nei concetti.
A provocare ansia è anche la velocità di aggiornamento che la programmazione richiede a questi dipendenti. La nascita frequente di nuovi linguaggi da un lato preoccupa, dall’altro è vista come un esercizio positivo per il cervello.
Contratti nazionali
Argomento classico tra i lavoratori del settore. Tra chi si pronuncia libero professionista a vita e chi preferisce lavorare alle dipendenze di un datore di lavoro, il tema ha suscitato diverse reazioni.
C’è chi si lamenta del fatto che non esista un CCNL per i lavoratori ICT. Chi si vede inquadrato dall’azienda come metalmeccanico artigiano e con un profilo professionale e mansioni diverse dalle proprie. Chi non conosceva l’esistenza dei contratti nazionali e dei profili ICT presenti nel CCNL Terziario firmato a marzo 2015.
Formazione
Un altro spunto di riflessione emerso dal dibattito sui social network è legato alla formazione professionale degli informatici.
Un aspetto fondamentale è il tempo. Diversi fanno notare come in questo settore un linguaggio di programmazione o un software possa diventare obsoleto nel giro di pochissimi anni.
Altri utenti denunciano la mancanza di formazione in azienda. Le cause sono diverse: colpa dei costi, colpa delle esternalizzazioni dei servizi informatici, colpa della mancanza di conoscenza dei fondi di formazione interprofessionale.
Reperibilità
Un argomento sentito in maniera trasversale dalle diverse professionalità ICT presenti sui gruppi del social network di Zuckerberg. Dai commenti sembra esserci un interesse affinché sia regolato all’interno delle aziende ma anche per quanto riguarda il rapporto con i liberi professionisti.
Rappresentare gli informatici
A parte qualche presa di posizione nettamente contraria alle organizzazioni sindacali, forse dettata più da una visione politica radicale o di pregiudizio, una larga maggioranza degli utenti non ha rimproverato al sindacato una mancanza di azione.
Tuttavia rimane da chiedersi se questo risultato sia dovuto o meno dal fatto che gli informatici coinvolti nella discussione non vedano il sindacato come rappresentativo della categoria lavorativa o come diretto interlocutore per la tutela dei propri diritti.
Questo breve excursus non vuole essere rappresentativo in maniera scientifica di quali possano essere i temi ICT più caldi. Né vuole essere esaustivo rispetto alle azioni da intraprendere per rappresentare gli informatici.
Se hai altri temi, proposte o commenti su come rappresentare gli informatici in Italia, scrivili nei commenti qui sotto.