Francesco Napoletano – Web developer

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Nato nell’anno di grazia 1980 in provincia di Milano. Non ha mai finito l’Università e oggi è socio della Piko Design che vanta tra i suoi clienti aziende come eBay. Collabora con diverse testate che trattano di web e programmazione e scrive sul suo blog dal 2006.

 

L’ultimo social post?
Boh, un tweet, non ricordo 😛

L’ultimo video che hai visto su Youtube?
Ultimate Battlefield Simulator
 ad avere una casa grande e i soldi per comprarlo 😛

Mac, Windows o Linux?
Mac, anche se lavoro tutti i giorni con Linux e mi tocca lavorare su Windows più spesso di quanto vorrei.

L’ultimo acquisto online?
La biografia di Steve Jobs (scontato, lo so).

Un libro che ha segnato la tua vita?
Non ho un libro preferito. Diciamo che molti libri hanno segnato la mia adolescenza.

Quale è stato il progetto lavorativo che più ti ha segnato?
Lavoravo come consulente. Il progetto era confuso, l’azienda cliente ancorata al passato e molto diffidente verso le nuove tecnologie. Come ciliegina sulla torta l’ufficio dove lavoravo era davvero triste. Non sono durato 2 mesi.

Quando hai deciso di diventare sviluppatore web?
Durante l’università. Mi sembrava un ottimo sbocco lavorativo.

Nella tua carriera, ha contato più lo studio (da autodidatta o scolastico-professionale) o l’esperienza pratica?
L’esperienza pratica, assolutamente, anche se non ho concluso gli studi universitari posso dire che l’università mi ha dato un metodo, ma non mi ha preparato per nulla alla vita lavorativa.

Il primo colloquio non si scorda mai: hai qualche curiosità da raccontare?
Primo colloquio in assoluto. Una webagency di Milano, che esiste ancora, arrivo al quarto piano di questa palazzina e l’ufficio era uno sgabuzzino di 20mq in cui erano stipate 4 scrivanie. Chissà se sono ancora là.

Hai avuto durante la tua carriera professionale un incontro particolare?
Una volta ho conosciuto Paola Barale e Raz Degan (per lavoro, ovviamente). E’ stato un incontro “particolare”, ma non aggiungo dettagli.

Francesco NapoletanoE un’intuizione vincente?
Diverse. Ma non mi piace vantarmi 😛

Cosa consigli ai giovani che vogliono diventare Web Developer come te?
Di non farlo, o almeno di non farlo in Italia. Qui da noi il nostro lavoro è sottovalutato (da clienti e dagli stessi datori di lavoro) e sottopagato. Triste ma è così. Piuttosto createvi un lavoro, coltivate idee e portatele avanti. Se sarete fortunati la realizzerete.

Internet ha cambiato il mondo del lavoro in Italia. Come?
Ha creato precariato. O il precariato è andato a foraggiare i networkers. Insomma, è un gatto che si morde la coda. Adesso meno, ma in passato la nostra professione è stata inquinata da “self-made networkers” che hanno livellato il mercato verso il basso.

Serve un sindacato dei Networkers? Se sì, come te lo immagini?
Non lo so. Cosa stanno facendo oggi come oggi i sindacati in Italia?

Descrivi la tua professione in modo chiaro e diretto in modo che anche mia nonna possa capirla.
Cara nonna, sono uno che lavora con i computer. Se usi Internet ho creato (o aiutato a creare/mantenere) alcuni dei siti che probabilmente usi anche tu.

L’organizzazione ‘classica’ del lavoro (orari rigidi e cartellino da timbrare) ha senso per un networker?
Sì. Almeno nel mio caso preferisco essere “inquadrato” in orari precisi. Altrimenti si rischia di vivere per lavorare invece che lavorare per vivere con orari massacranti e poche regole.

Quanti sono i tuoi amici sui socialnetwork, quanti di questi conosci davvero e quanti frequenti anche “off-line”?
Ho tanti “conoscenti” sui social network ne conosco parecchi e frequento offline pochissimi di loro. I veri amici non arrivano da Internet, se non in pochissimi casi.

Prima di incontrare qualcuno che non conosci fai una ricerca su Google?
Sì.

 

di Mario Grasso